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Il 4 volte campione Roy Jones organizza una riunione con il suo team il 25 gennaio

Jones Jr con Cappello

  L'ammirato  ex  campione di quattro categegorie di peso  Roy Jones Jr., ora allenatore e  anche promoter  ha annunciato l'organizzazione di una serata dove metterà in mostra   molti dei suoi   amministrati. L'evento di svolgerà  al Legends Casino di Toppenish a Washington, il 25 gennaio.

 Come segnala Brandom Hits nel match event  combatterà  il 23enne imbattuto della Florida Andrew Murphy   (7.0)super medio contro Devontae Mc Donald .In campo femminile la tunisiva tedesca Ikram Kerwat ( 1,3) neo campionessa World Boxing Federation  dei pesi welter affronterà una pari peso da nominare.Nei pesi  leggeri  in azione l'indiano Mandeep Jangra  (6.0)medaglie d'argento agli Asian Amateur Boxing Championships e ai Giochi del Commonwealth un elemento in cui Jones crede molto opposto al locale Geraldo Esquivel

Il cartellone  vedrà sul ring altri pugili locali  come i pesi massimi , Nicholas Mills di Washington (3-0, 2 KO) e Brandon Colantino (3-0) canadese combattono in un incontro di quattro round , l'imbattuto Alberto Rivas dell'Oregon (4-0, 1 KO) peso cruiser  combatterà sui 6 round.

Il WBO toglie il mondiale leggeri a Devin Haney

Seguendo la strada tracciata dal WBC e dalla IBF, dopo la conquista del mondiale super leggeri WBC  dello scorso 9 dicembre a San Francisco dove battè ai punti Regis Prograis, anche il WBO spoglia Devin “The Real Deal” Haney (31-0) della cintura di campione dei pesi leggeri.

Adesso la WBO dovrà designare i due co-sfidanti che si contenderanno il titolo vacante.
La posizione N. 1 del ranking di dicembre è occupata dal campionissimo ucraino Vasyl Lomachenko (17-3) che però sembra destinato ad affrontare per la cintura IBF George Kambosos Jr (21-2) in un match che dovrebbe andare in scena nel mese di aprile in Australia. 
Oltretutto n. 2 del ranking è il connazionale, nonché suo cognato, Denys Berinchyk (18-0) che a questo punto è assai probabile che possa affrontare il messicano Isaac Cruz (25-2-1), n. 3 della classifica.
Max 
 

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“Hammer” D’Addazio in evidenza nel “Fight Clubbing” di Chieti

Nuova prestazione convincete del super leggero 

leggero Edoardo D’Addazio (10-0 8 KO) che ha combattuto  ieri sera, 16 dicembre, al Palatricalle di Chieti all’interno dell’evento “Fight Clubbing XXXIII” dove erano impegnati numerosi pugili abruzzesi.
“Hammer” ha battuto per kot alla sesta ripresa 
il 45enne Christian Danilo Guido (9-33), argentino residente a Roma, fulminato da un perfetto gancio sinistro portato con perfetta scelta di tempo sull’attacco del suo avversario. 
D’Addazio era reduce dal successo in otto riprese dello scorso settembre nella Repubblica Domenicana sul venezuelano Eloy Rada.
Il 28enne di Giulianova sembra avere le carte in regola per lanciare la sfida al titolo italiano della categoria in possesso di Stefano Ramundo (12-1) anche lui abruzzese.
I risultati degli altri incontri della serata:
Medio Massimi
Luca Spadaccini (10-6-3) vince per Kot 1 su Sandor Megyesi (2-2);
Super welter 
Ivan Guarnieri (5-0) vince ai punti su James Polveri (1-2);
Super medi
Davide De Lellis (6-3-3) e Giovanni Redi (1-0-1) 
Match pari;
Max 



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Esagerato il 40enne Guerrero: Punta sul campione dei welter Ibf Ennis - Video

Il 40enne Robert "The Ghost" Guerrero (38-6-1, 20 KO) vuole una chance per il titolo contro il neo campione dei pesi welter IBF il 26enne Jaron 'Boots' Ennis –Lo ha dichiarato a Fighthype dopo la vittoria ai punti con il coetaneo veterano Andre Berto (32-6, 24 KO) nella rivincita  di sabato scorso al The Armory di Minneapolis.

.Guerrero 2023 beat Berto

"So che  in molti pensavano che Berto riuscisse a mettermi in difficoltà- Niente di più sbagliato- Penso di averlo sorpreso quando l’ho affrontato  sul piano tecnico e sull’anticipo  . Andre pensava che lo avrei attaccato  e fatto pressione come era successo  la prima volta [nel 2012] ma io so fare anche altro. Ora guardo verso Boots. E’ un pugile fresco, acuto, agile, fluido  e giustamente campione" Ha sottolineato  Guerrero. “Mi sento benissimo. Perché non affrontarlo, sarebbe spettacolo certo.. Si tratta di cogliere questa opportunità e  concretizzarla.Io so fare questo-

Rivediamo gli highlights di sabato notte

 

Morrell travolge Agbeko in meno di due round: una farsa a Minneapolis

Match improponibile e risultato scontato

 

Anche nella boxe esistono i vari livelli e David Morrell e Sena Agbeko non appartengono allo stesso. Non appartengono nemmeno a due livelli vicini. Quando questo avviene in altri sport, prendiamo ad esempio il tennis, si assiste a una vittoria facile, tipo 6-1-6-0, in cui nessuno dei due antagonisti rischia la pelle, nella boxe non è così.  E benissimo ha fatto l'arbitro del match di Minneapolis, Mark Nelson, a fermare le ostuilità a metà del 2° round senza provvedere ad alcun conteggio consegnando la vittoria al talentuoso supermedio cubano.

L'avevamo scritto che questo era un match assolutamente inutile. Nella storia della boxe ce ne sono stati tanti ma ciò non sminuisce l'irresponsabilità delle sigle, nel caso la ridicola WBA, che ha permesso un simile accoppiamento che era valido solo a una lettura estremamente superficiale dei due rispettivi record.

Morrell ha iniziato con una certa pigrizia, quasi con superficialità, giocando come il gatto con il topo. Non si può nemmeno dire che Agbeko, 31enne ghanese, fosse salito sul ring rassegnato a tornare presto negli spogliatoi ma ogni volta che Morrell portava un colpo con un minimo di convinzione questo arrivava a segno in modo preoccupante. 

Nel 2° round erano prima un montante destro e poi un gancio destro a costringere l'africano a pedalare indietro fino alle corde dove una serie di colpi lo costringeva a sedersi su una corda. Pronto, come dicevamo, l'intervento ell'arbitro che ha consentito ad Agbeko di tornarsene a casa sì sconfitto ma sano e salvo.

Morrell è una forza della categoria ma questa farsa non ci dice di lui niente che già non si sapesse.

Straordinari Rodriguez ed Edwards ma vince l'americano prima del limite

 La potenza e la classe di Rodriguez fanno la differenza a Glendale

Quello fra Jesse "Bam" Rodriguez e Sunny Edwards è stato uno dei match più belli e avvincenti dell'anno.  La vittoria prima del limite ottenuta dall'americano al termine del 9° round dimostra inoltre che anche nelle piccole categorie, in questo caso i pesi mosca, la potenza a lungo andare può fare la differenza.  L'inizio del match è stato tattico ed equilibrato, poi l'incontro si è trasformato in una violenta battaglia in cui l'uomo dal pugno troppo leggero, Edwards, aveva tutto da perdere e niente da guadagnare.  La sensazione è stata che anche nei primi equilibratissimi 4 round in cui i due pugili hanno sfoggiato i loro jab, sinistro del britannico e destro del mancino americano, ci fosse anche in quel colpo differenza di potenza. Quello di Edwards è un jab saettante che serve a preparare il destro e tenere a bada l'avversario, quello di Rodriguez è di per se stesso un'arma contundente il cui effetto si è visto poi sul volto di Edwards.

Va dato atto al pugile inglese di avere fortemente voluto questo match ma si deve essere reso conto subito che non poteva fare come contro gli altri pugili cioè ballare loro intorno e costruirsi un vantaggio da amministrare nelle ultime riprese. Nessuno dei suoi avversari aveva la capacità di Rodriguez di tagliare il ring, di pareggiare la sua velocità con in più il pepe nel pugno che lui non possiede.  A partire dal 5° round la differenza si è fatta sentire e solo Rodriguez ha cominciato a portare a casa i round e forse anche l'effetto dei colpi sotto che Rodriguez ha cominciato subito ad usare ha ammorbidito l'avversario.

Ammorbidito ma mai domato nemmeno quando dal 5° round un vistoso ematoma si è fatto largo nello zigomo sinistro di Edwards, tanto simile a una frattura, con il medico di servizio salito più volte a verificare la situazione.  L'8° round è stato una sofferenza per Sunny Edwards, colpito ripetutamente al volto dall'arrembante Rodriguez con saettanti potenti ganci e stessa sofferenza era evidente nella prima parte del 9° round, poi incredibilmente un ferito Edwards aveva un moto di reazione fatto di colpi veloci al volto che sorprendevano l'americano ma era il canto del cigno perché poco prima del gong di fine ripresa un gancio sinistro di Rodriguez trovava la strada aperta per abbattersi sul mento dell'inglese che crollava al tappeto. Edwards riusciva a rialzarsi in tempo, il gong suonava ma l'arbitro e l'angolo inglese di comune accordo fermavano il match.

Rodriguez conferma di essere un vero campione, forse un fuoriclasse e tanto onore a Sunny Edwards coraggiosissimo e bravissimo suo antagonista.

 

Dicembre 1994: Don King propone la "Noche de Campeones". Seconda parte

10 Dicembre 1994: La “Noche de Campeones”…ma soprattutto la Notte dei Ko’s.

SECONDA PARTE

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 Il 10 Dicembre 1994 nello stadio del Baseball di Monterrey la Don King Productions si rese protagonista ancora una volta di una di quelle serate che sono passate alla storia della boxe allestendo ben cinque combattimenti validi per il titolo mondiale. Gli idoli di casa Julio Cesar Chavez e Ricardo Lopez furono chiamati a difendere le cinture WBC dei Superleggeri e dei Paglia rispettivamente dagli assalti dello statunitense Tony Lopez e del colombiano Yamil Caraballo mentre l’argentino Jorge Castro da poco diventato Re dei Medi per la WBA dovette rendere conto al coloured americano John David Jackson che di quella cintura si sentiva il legittimo proprietario avendola conquistata prima di esser destituito per aver affrontato il connazionale Jeff Johnson in un incontro senza titolo in palio e soprattutto senza il permesso della WBA stessa. A completare la riunione il derby statunitense valido per il mondiale dei Superleggeri WBA tra il detentore Frankie Randall e Rodney Moore e sempre per la stessa sigla la sfida forse più interessante nei pesi welters tra il campione portoricano Felix Trinidad e lo sfidante a stelle e strisce Oba Carr, entrambi imbattuti e giovanissimi. L’evento, al tempo nominato giustamente “La Noche de Campeones” e trasmesso in Pay-per View, oggi potrebbe tranquillamente essere ribattezzato “La Notte dei Ko’s” visto che tutti gli incontri si conclusero prima del limite. Non solo i matches titolati ma tutte e tredici le sfide in cartellone. Una vera e propria serata di gala completata nei sottoclou dalla presenza degli ex campioni Tony Tucker (Massimi) e Maurice Blocker (Welters) e che non deluse le aspettative, tanto che uno di questi incontri vinse anche i premi “Fight of the Year” e “Round of the Year” della prestigiosa rivista “The Ring Magazine” per il 1994. Viste le premesse per non far torto a nessuno abbiamo quindi deciso di riproporveli tutti e cinque in due puntate. Settimana scorsa vi abbiamo presentato i matches titolati dei Superleggeri WBC e dei Medi WBA, oggi è il turno dei Superleggeri WBA, dei Paglia WBC e conclusione al fulmicotone con il titolo IBF Welters in palio…

SUPERLEGGERI WBA: FRANKIE RANDALL vs RODNEY MOORE

Frankie Randall, USA, 33 anni (50-3-1 38 Ko’s), Salito sul ring senza caschetto per la prima volta il 4-2-1983 impressiona da subito gli addetti ai lavori con 23 vittorie consecutive nei primi due anni delle quali ben 20 prima del limite prima di arrendersi per mezzo punto (99-99,5) dopo dieci rounds il 1-6-85 al terribile picchiatore portoricano Edwin Rosario. Incredibilmente dovrà però aspettare ben nove anni prima di avere la sua chance iridata malgrado altre 25 vittorie condite da 20 Ko’s nei successivi 27 incontri, compresa quella nella rivincita contro lo stesso Rosario del 30-1-93 mandato gambe all’aria al settimo round a fronte di un pareggio contro Freddie Pendleton il 4-7-86 ed un inciampo (KO2) contro Primo Ramos il 28-10-87. Più che di chance iridata però forse sarebbe stato meglio parlare di chimera iridata visto che quello che gli si parò di fronte il 29-1-94 sul ring dell’MGM di Las Vegas per il titolo WBC dei Superleggeri altri non era che il grande Julio Cesar Chavez, ancora imbattuto dopo 90 incontri. Risultato pressochè scontato? Macchè. Capolavoro di Randall che forse, memore del fatto che un’altra occasione di questo passo li sarebbe arrivata a 40 anni batte ai punti per Split Decision (116-111, 114-113, 113-114) il messicano con svolta decisiva all’undicesimo e penultimo round dove prima Randall fa assaggiare il tappeto al messicano per la prima volta in carriera che poi completa il suicidio di suo con un colpo basso che gli costa un altro decisivo punto (per altro il secondo dopo una situazione analoga nel settimo round). Molto controversa la scontata rivincita di tre mesi più tardi vinta sullo stesso ring da Chavez per decisione tecnica all’ottavo round dopo l’impossibilità del messicano di proseguire per un taglio all’arcata sopracigliare destra a seguito di una testata accidentale e per la quale a Randall venne incomprensibilmente comminato un punto di penalità risultato decisivo ai fini del risultato finale (76-75, 75-76, 74-77) che altrimenti sarebbe stato un pareggio che avrebbe consentito allo statunitense di mantenere il titolo. Saprà consolarsi da par suo quattro mesi più tardi sullo stesso ring, stavolta per la versione WBA, regolando agevolmente ai punti l’argentino Juan Martin Coggi. Adesso, a soli tre mesi di distanza, la prima difesa contro Rodney Moore.

Rodney Moore, USA, 29 anni (34-8-2 17 Ko’s). Professionista dal 2-5-83 Moore non si può certo dire che parte con il piede giusto visto che nel primo anno perde tre dei suoi primi cinque incontri, per altro uno per knockout. I due anni che seguono vanno decisamente meglio e gli consentono di ottenere una striscia vincente di otto successi ma tra Febbraio 86’ e Maggio 87’ ecco arrivare altri tre stop su cinque esibizioni con un altro Ko patito. Sarà quello però il punto più basso di una carriera che da quel momento Moore saprà rimettere in carreggiata risalendo la china con 18 vittorie e 2 pareggi nei cinque anni successivi prima di essere fermato ai punti per Split Decision dal venezuelano Ramon Zavala il 25-6-92. Un contrattempo che non ne sminuisce evidentemente la credibilità faticosamente acquisita se è vero che dopo altre tre vittorie il 15-5-93 gli viene recapitata dall’IBF la possibilità di giocarsi il titolo vacante dei Superleggeri ad Atlantic City contro il connazionale Charles Murray che lo sconfiggerà ai punti con verdetto unanime. A distanza di un anno e mezzo, dove per altro ha combattuto una sola volta, ecco presentarsi ora questa seconda occasione contro Frankie Randall.

PAGLIA WBC: RICARDO LOPEZ vs YAMIL CARABALLO

Ricardo Lopez, Messico, 28 anni (39-0-0 30 Ko’s). Il diciannovenne bomber di Cuernavaca debutta come professionista  il 18-1-85 tra i Minimosca mietendo successi in serie. E ce ne vorranno ben 26 con 17 Ko’s prima di convincere il WBC a prenderlo in considerazione dopo quasi sei anni come sfidante del giapponese Hideyuki Ohashi per il titolo dei pesi Paglia. Visto il tempo già perso per arrivare fin li Lopez impiegherà solo 5 rounds per tornare dall’oriente con la cintura in vita. E’ il 25 Ottobre 1990 ed in quel momento ha inizio un regno icontrastato tra i più longevi nella storia della Boxe. La sfida contro Caraballo arriva infatti a quattro anni di distanza dalla conquista del titolo e dopo ben dodici vittoriose difese condite da nove soluzioni prima del limite.

Yamil Caraballo, Colombia, 25 anni (13-4-1 5 Ko’s). Passato tra i grandi il 22 Gennaio 1988 ancora diciottenne il pugile di Cartagena dopo una striscia di soli otto incontri vinti in poco più di un anno, dei quali per altro solo uno concluso prima del limite, si ritrova catapultato il 30-8-1989 sul ring di Santo Domingo per contendere al pugile di casa Rafael Torres l’inaugurale e vacante cintura WBO dei pesi Paglia. Non che il suo ventitreenne avversario potesse contare su di una maggiore esperienza visto che aveva combattuto solo nove volte, una in più del colombiano. Ma tanto bastò al dominicano per aggiudicarsi l’incontro per decisione unanime dopo dodici riprese. Per Caraballo va ancora peggio nei tre anni successivi quando sale sul quadrato in sole cinque occasioni rimediando tre sconfitte, una pareggio ed una sola vittoria. A questo punto con il poco invidiabile score di 9 vittorie su 14 incontri disputati decide di prendere in seria considerazione l’idea di ritirarsi e solo dopo oltre un anno sabbatico si convince a tornare il 20-5-94 a distanza di venti mesi dall’ultima sortita sul ring. Un rientro molto soft contro avversari poco credibili gli consente d’incamerare 4 vittorie consecutive prima del limite e tanto basterà al suo manager per confezionargli una seconda chance iridata contro il grande Ricardo Lopez.

 

WELTERS IBF: FELIX TRINIDAD vs OBA CARR

Felix Trinidad, Portorico, 21 anni (24-0-0 20 Ko’s ). Nato a Fajardo in quel di Portorico il 10 Gennaio 1973. Il padre Felix Sr. lo porta in palestra a soli 10 anni e non smetterà mai di seguirlo durante l’arco di tutta la carriera. Si congeda dai dilettanti nel 1990 dopo 51 vittorie e 6 sconfitte iniziando da subito a suscitare interesse ed ammirazione anche tra i pro. Tra pubblico ed addetti ai lavori non passa infatti certo inosservato il modo in cui distrugge uno dopo l’altro i suoi avversari, tanto che nei primi tre anni sono solo tre su diciannove gli avversari che arrivano a sentire il suono dell’ultima campana. Nessuna sorpresa pertanto quando il 19-6-93 sul ring di San Diego al secondo round manda nel mondo dei sogni il campione IBF dei pesi welters Maurice Blocker. Nei diciotto mesi seguenti ci proveranno in quattro a soffiargli la cintura. Tutti rispediti al mittente. Dal quotato picchiatore venezuelano Ryan Garcia all’imbattuto fighter messicano Luis Ramon Campas passando per lo statunitense Anthony Stephens e soprattutto al grande Hector “Macho” Camacho, l’unico a rimanere in piedi. Ma l’ombra minacciosa di Oba Carr già si staglia all’orizzonte.

Oba Carr, USA, 22 anni (32-0-0 20 Ko’s). Nato a Detroit, ed anche per questo ribattezzato “Motor City”, inizia a praticare la “Noble Art” dalla tenera età di sei anni nella famosa palestra Kronk Gym sotto le ali del noto Emmanuel Steward che ne seguirà la carriera insieme al padre Eddie Carr. Il percorso tra i dilettanti si conclude nel 1989 con il mirabile score di 168 vittorie ed 8 sconfitte e prosegue tra i professionisti senza intoppi. In cinque anni combatte 32 volte vincendo ogni sfida, venti volte prima del limite. Tra gli scalpi più famosi quelli dell’ex campione delle Isole Vergini Livingstone Bramble, regolato con fatica per Split Decision in dieci rounds l’8-10-91 dopo esser finito al tappeto ben due volte nel corso della prima ripresa, e dell’imbattuto picchiatore dominicano Pedro Sanchez, superato sempre ai punti di stretta misura (MD10) il 23-10-93. Ora però la posta si alza decisamente ed Oba Carr è pronto a giocarsi tutte le fiches in un memorabile “All In”. Roby Maddonnini

A Buenos Aires si conferma campione Josè Angel Rosa . Ottimo rientro di Lemos

Il 27enne “electrico  Gustavo Lemos  (29.0) ha sconfitto il connazionale argentino Javier Clavero per KO tecnico al primo turno, nella riunione  al mitico  Luna Park Stadium di Buenos Aires . Lemos tornava sul ring dopo 20 mesi di inattività  e ha dimostrato una forma e una incisività che dovrebbero riportarlo nelle classifiche mondiali IBF .Ha chiuso la partita con  un  potente gancio sinistro  che ha steso al tappeto Clavero e ha provocato il lancio della spugna del suo angolo-


 I fan attendevano con impazienza la rivincita tra  Josè  Angel  Rosa (24.0  FOTO ) top 15 Wba , mancino  di La Rioja il quale  ha sconfitto Juan Leal (15.4) di Buenos Aires nettamente ai punti con decisione unanime e ha mantenuto le cinture dei 63,5 kg  WBA Fedelatin e WBC Latin. Rosa ha vinto grazie  al suo jab micidiale che ha lasciato davvero poco spazio all’avversario .

 

In campo femminile la 31enne dell’Uruguay Maira Moneo(14.1)  ha vinto ai punti con decisione unanime contro la boliviana Lizbeth Crespo e si è affermata come la nuova campionessa mondiale ad interim dei pesi leggeri WBC

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