I pugili finiscono in prima pagina solo per episodi di cronaca nera, mai per meriti sportivi. L'arrivo di Italia 1 è un segnale incoraggiante per il professionismo...
Non so se sia soltanto una mia impressione, ma mi sembra sempre più evidente che al giorno d’oggi, quando si parla di pugilato in Italia, i commenti riguardino nella maggior parte dei casi pugili che combattevano molti anni fa, come se il tempo si fosse fermato alla fine degli anni Ottanta o al massimo all'inizio dei Novanta. Questo perché evidentemente oggi la boxe sembra diventata uno sport di nicchia del quale si occupa solo una minoranza sempre più esigua di appassionati che la seguono ancora solo perché hanno qualche amico o parente che la pratica.
Eppure qualche piccolo segnale incoraggiante c’è stato. Trovo significativa la programmazione di eventi pugilistici che da qualche tempo ha cominciato Italia 1 ogni sabato, anche se a tarda sera. Questo sport, televisivamente parlando, ha bisogno di punti di riferimento e spero proprio che l’esperimento duri nel tempo in maniera continuativa.
Per cambiare argomento, anche se non è la prima volta, vorrei riferirmi alle vicende che hanno visto protagonista il forte pugile romano Domenico Spada (foto) sulle pagine di importanti testate nazionali. Ovviamente spero che Spada sia completamente estraneo alle accuse che gli vengono rivolte, ma trovo comunque assurdo che l'unica opportunità di un pugile professionista per finire in prima pagina di un giornale importante sia il coinvolgimento vero o presunto in un episodio di cronaca nera e mai per meriti sportivi.
Evidentemente i luoghi comuni e le facili ironie su questo sport sono duri a morire.