Il dicembre del 1964 fu molto intenso per il pugilato italiano. L’impresa di Sandro Mazzinghi al Palasport di Roma l’11 dicembre sostava ancora nelle orecchie e negli occhi dei tifosi italiani. Mazzinghi(foto) difendeva per la terza volta il titolo mondiale dei superwelter e per la prima volta lo faceva contro un italiano. Lo sfidante del campione era Fortunato Manca, neo-campione europeo dei pesi welter, titolo conquistato nella stessa Roma in ottobre.
Fu un match strano dove agli attacchi generosi di Mazzinghi Manca opponeva serie a due mani davvero scintillanti. Quel combattimento duro , intenso insinuò il dubbio , nella mente dei tifosi ,che se Manca avesse osato di più invece di difendersi per otto round poteva uscir fuori un risultato clamoroso. E Mazzinghi ? Fu generoso, duro, arrembante senza soste, ma ogni volta che il sardo sparava gli uno-due e il campione di Pontedera l’incassava, dava l’impressione di rimanere annichilito. Il risultato, dopo 15 riprese infuocate, fu di stretta misura per Mazzinghi. Col senno di poi, Sandro affronterà nel giugno successivo tal Giovanni Benvenuti….Che strano! In quella riunione romana esordiva un certo Bruno Arcari che perdeva il suo primo match da prof contro Franco Colella per intervento medico al quinto tempo.
Come era tradizione in quei tempi aurei della boxe italiana per il giorno di Santo Stefano furono diverse le riunioni organizzate nello “stivale” . La più importante si svolse sotto “La Lanterna” di Genova.Il campione d’Europa dei mosca Salvatore Burruni (foto) affrontò in rivincita il duro e scaltro collaudatore catalano José Robledo. Per “Tore” era stato ingaggiato Francisco Berdonces, ma l’iberico fu sostituito all’ultimo momento dal suo connazionale. Burruni inizio’ il match in tutta tranquillità, e Robledo alla seconda ripresa punì la sufficienza del futuro campione del mondo con un corto gancio sinistro che mandò per le terre Burruni. Il campione di Alghero recuperò subito ma, invece, di vendicare l’affronto per altri sei round si divertì a punzecchiare Robledo e nulla più. Al nono round un brivido scosse nuovamente gli spettatori di bordo ring . Robledo scagliò un altro micidiale gancio sinistro che centrava in pieno l’occhio del campione il quale iniziò a sanguinare abbondantemente. Fu quella ferita ad accendere la rabbia di Burruni che si espresse in un finale furioso e scoppiettante tanto da meritarsi gli applausi dei genovesi . Nel 1965, il 23 aprile a Roma,“Tore” Burruni diventerà campione del mondo dei mosca battendo Pone Kingpetch dopo 15 lunghi e combattuti round.(fd)