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In Texas "Canelo Alvarez" sfida il campione Wbo Liam Smith

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Il messicano, dopo la fuga dal match con Golovkin, sfida l’inglese per il titolo WBO dei superwelter.

 


di Matteo Biancareddu

 

 

Sabato sera, Saul “Canelo” Alvarez (47-1-1, 33 KO) e Liam Smith (23-0-1, 13 KO) si affronteranno ad Arlington, Texas, per disputarsi il titolo WBO dei superwelter, attualmente in possesso di Smith. Fin dall’annuncio ufficiale, l’incontro ha mietuto pochissimi consensi tra gli appassionati di boxe, anche se il successo commerciale dovrebbe essere garantito dalle rispettive nazionalità dei due pugili. Il messicano Alvarez, infatti, è uno dei combattenti più popolari al mondo: idolatrato in Patria, è molto apprezzato anche negli States, specie tra gli immigrati di prima e seconda generazione. Ha perso parecchi punti solo ultimamente, come naturale conseguenza dell’infamante rifiuto opposto alla sfida con Gennady Golovkin, formalmente richiesta dal WBC.

Pur di non dividere il ring con il temibile kazako, Canelo ha lasciato vacante il titolo WBC dei medi e si è rifugiato nella categoria inferiore, accampando la goffa motivazione di non considerarsi un medio naturale. Peccato si tratti di un pugile che, all’atto di salire sul ring, pesa non meno di ottanta chili, quanto un mediomassimo. La realtà è che Alvarez non vuole affrontare Golovkin in questo momento, per due ragioni. Anzitutto, rischia di farsi male sul serio, perché l’imbattuto kazako è un pugile che lascia segni profondi nel corpo e nella mente degli avversari. All’ancor giovane età di ventisei anni, Canelo non può esporsi a un simile rischio, né tantomeno vuole farlo il promoter Oscar De La Hoya, che nel messicano ha trovato un’autentica gallina dalle uova d’oro. In seconda istanza, Alvarez è un uomo che scuce accordi milionari ai network televisivi, mentre Golovkin non è ancora una vedette da “pay-per-view”: questo divario ha definitivamente affossato la possibilità che il match si facesse.

Il ritorno d’immagine, per Alvarez, è stato disastroso. Anche i suoi compatrioti, da sempre orgogliosi di lui, l’hanno apertamente biasimato, e persino diversi colleghi suoi connazionali, alcuni dei quali illustrissimi (Juan Manuel Marquez, per esempio), hanno severamente stigmatizzato il suo rifiuto definendolo indegno di un pugile messicano. A lustrare l’immagine di Alvarez non ha contribuito, poi, la decisione di affrontare Amir Khan nell’ultimo match: l’inglese, noto per la mascella ballerina già nei leggeri, non poteva certo resistere a Canelo nei medi, e difatti è stato schiantato con un pesantissimo KO nel sesto round. Una prova di forza gratuita e superflua, che il pubblico non ha gradito. Come non è piaciuta la scelta di riparare nei superwelter per sfidare Liam Smith, pugile facilmente individuabile come il “ventre molle” di una divisione che ha recentemente portato alla ribalta elementi giovani e forti. Anche questa scelta è figlia di considerazioni meramente mercantili e opportunistiche. Smith, come tutti i pugili britannici di grido, è un avversario dall’ottimo rapporto tra rischi e benefici: non è nulla più che un buon pugile, ma vanta un seguito che alletta Canelo e i network televisivi, anche americani. Un match tra Alvarez e Jermall Charlo sarebbe stato un evento molto più significativo, ma avrebbe sottoposto il messicano a un impegno troppo probante e pericoloso, almeno per i gusti suoi e di chi lo gestisce.

Canelo ha così annacquato una legacy già rimarchevole, malgrado la giovane età. Il suo curriculum vanta vittorie su Austin Trout, Alfredo Angulo, James Kirkland e Miguel Angel Cotto, oltre a quella dubbia su Erislandy Lara, ed è macchiato solo dall’umiliante sconfitta ai punti con Floyd Mayweather Jr. Questi risultati sono valsi al messicano un prestigio che gli avvenimenti dell’ultimo anno (fuga da Golovkin e mismatch con Khan) hanno intaccato sensibilmente. E la sfida con Smith, comunque dovesse andare, non garantirà la piena riabilitazione; anzi, rischia di risolversi in un boomerang. L’inglese, come detto, è un pugile valido, ma non abbastanza per Alvarez. Non è da escludersi che il match possa essere intenso e divertente, data la tempra da fighter del ventottenne di Liverpool; ma occorre una certa fantasia per immaginare Canelo sconfitto al termine dell’incontro in programma sabato ad Arlington.

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