Troppa differenza di classe in Texas
Un vecchio "adagio" pugilistico dice che a parità di valori vince il pugile più pesante o fisicamente più imponente. A parità di valori appunto e qui i valori erano tutto fuorché pari. Un altro "adagio" dice che i limiti di un pugile si vedono solo alla prima sconfitta. Questo invece non è sempre vero, quelli di Callum Smith si erano visti già contro il connazionale John Ryder, piccolo come Alvarez e molto meno bravo. In quella occasione i giudici inglesi gli avevano confezionato una vittoria abbastanza netta in contrasto a quanto visto sul ring ma già si parlava di Smith come un possibile avversario di Canelo e nessuno mi toglie dalla testa che alla Matchroom si sarebbero molto ma molto arrabbiati se qualcuno avesse osato dare a Ryder il pari che meritava.
Alvarez è un fuoriclasse, è indiscutibile, e lo possono battere solo altri fuoriclasse o, prima o poi, il passare del tempo. Il match è stato in mano sua dall'inizio alla fine e Smith ha perso fin da subito anche il match della personalità. Alvarez ha preso il centro del ring e l'niziativa e non ha mollato più nè una cosa nè l'altra. Smith lo sovrastava di 20 centimetri perché a livello di supermedi è un pugile molto alto e con un fisico bestiale ma se questo bastasse a vincere un match di pugilato basterebbe fare sfilare i pugili in passerella e non si parlerebbe di arte nobile. Alvarez è piccol oper il peso, compatto, duro come la roccia. Smith ha certamente sbagliato a non lasciare andare di più le mani fin da subito, a usare con continuità quello smisurato jab sinistro. E' andato invece subito in soggezione, e c'è da capirlo, davanti a cotanto rivale. Alvarez gli entrava nella guardia come e quando voleva e mai con colpi isolati. un jab sinistro e poi un destro che gli girava intorno alla guardia per arrivare al volto. Addirittura i montanti, velocissimi, e naturalmente quel lavoro al corpo che è un marchio di fabbrica del pugilato messicano.
Canelo ha sempre avuto rispetto per il destro di Smith che nelle riprese centrali è andato a segno qualche volta così come qualche gancio sinistro ma il messicano non si è mai scomposto, neppure per un secondo. Al contrario Smith, inutilmente sollecitato dall'angolo a una maggiore attività, è andato in crisi su una lunga serie di colpi al 9° round e da quel momento è stata una pura lotta per la sopravvivenza. Quando mancavano una quindicina di secondi alla fine di un match troppo spesso condotto spalle alle corde, Smith ha guardato il soffitto alla ricerca del maxi schermo. Certamente voleva capire quanti secondi di differenza ancora aveva davanti.
Ci spiace per gli amici inglesi ma questo era un incontro segnato in partenza. Alvarez è stato grande perché è un grande, Smith è un pugile molto buono, non di più. Il titolo WBA dei supermedi va in Messico e naturalmente si aggiunge quello del WBC. I punteggi sono stati 119-109 due volte e 117-111. Noi concordiamo col 119-109. Ci aspettiamo però che adesso Canelo vada a combattere con chi ha qualche chance di competere, leggasi Golovkin, Jermall Charlo, forse Demetrius Andrade o, se vuole riprovare con i mediomassimi, Artur Beterbiev. E le dannate sigle si levino di mezzo, grazie.
