Verdetto giusto ma con due cartellini da incubo
La seconda è che Teofimo Lopez ha vinto questo match nella misura in cui Lomachenko e suo padre lo hanno perduto. Perché suo padre? Perché è stato Anatoly Lomachenko che ha insistito su una tattica palesemente sbagliata e ha spinto suo figlio alla seconda sconfitta da professionista. Voi direte, Vasyl è un uomo di 32 anni e poteva fare di testa sua, ma è difficile in un rapporto come quello fra i due che questo avvenga soprattutto con un padre che ha costruito un figlio così. Il problema è che il professionismo non è il dilettantismo delle macchinette dove Lomachenko è nato e cresciuto e dove, per esempio, quasi sempre i colpi al corpo contavano praticamente zero. Il succo della storia è che Lomachenko ha buttato via mezzo match e quando è passato al piano b, o meglio alla seconda parte del piano originale, era troppo tardi perché di fronte non aveva uno qualsiasi ma un ottimo e determinato pugile, per giunta più grosso di lui al di là dei pesi ufficiali.
Per sette round, ben sette round, Lomachenko si è limitato a muoversi per il ring come se dovesse far stancare un toro per infilarlo. Il problema è che il toro in questione non ha due corna ma un buon jab ed era in grado do colpire al corpo in un match da sbadigli se non fosse stato per la tensione che qualcosa dovesse vivaddio prima o poi accadere. Dei primi 6 round Lomachenko ha vinto il secondo quando il suo sinistro è scattato al volto di Lopez e i suoi colpi sono finalmente andati a segno. Qualcosa ha cominciato a cambiare al settimo round ed è decisamente cambiato all'ottavo round quando Lomachenko ha preso in mano le redini del match oltre che l'iniziativa e Lopez ha cominciato evidentemente a preoccuparsi.
Guardate, qui non si trattava di ruggine da assenza dal ring, 13 mesi e mezzo, nè di dimensioni troppo diverse, nè di 9 anni di differenza, si trattava proprio di strategia sbagliatissima. Lomachenko avrebbe dovuto fare due-tre round come ha fatto e poi il match condurlo lui. Certo avrebbe corso dei rischi ma sul ring i rischi li corri comunque e cosa ha ottenuto così? Di rimanere con in mano il classico pugno di mosche. Certo dall'8° round abbiamo finalmente visto il vero Lomachenko con l'ucraino che si muoveva ad andatura sostenuta, che colpiva da angoli impensabili ai più, che portava colpi in serie. Lopez non si è però lasciato sopraffare, ha tenuto il ring, ha reagito per esempio in un ultimo round che secondo noieha vinto e ha fatto sentire la sua fisicità. Onore a lui ma non è che sia nato un nuovo Robinson o un nuovo Duran anche se 23 anni sono ancora pochi per dare un giudizio.
La storia di Lomachenko non finisce qui ma all'angolo avrebbe dovuto esserci un Freddie Roach, un Teddy Atlas, un Robert Garcia e non sarebbe finita così. Dispiace dirlo ma adesso è Lomachenko ad avere bisogno di una rivincita e non sarà facile averla perché i titoli vari adesso li ha in mano quell'altro e farà quello che gli conviene e quello che gli conviene è lasciare Lomachenko invecchiare a bagnomaria.
Il nostro cartellino è stato 115-113 per Lopez, il signor Tim Cheatham aveva 116-112, Steve Weisfeld 117-111 e l'incredibile raccomandata Julie Lederman 119-109. Vale la pena di citare che Andre Ward aveva un cartellino di 114 pari.
