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Garcia ferma Malignaggi in nove round poco esaltanti

Garcia Danny destra Malignaggi

Il pubblico di Brooklyn saluta “Magic Man” con un caloroso applauso

Articolo di Matteo Biancareddu

 

 

 

Nessuna sorpresa nel main event della riunione di Brooklyn, New York: Danny Garcia (31-0-0, 18 KO), ventottenne di Filadelfia, ha fermato il beniamino locale Paulie Malignaggi (33-7-0, 7 KO) per KO Tecnico alla nona ripresa, bagnando con una vittoria l’esordio nei pesi welter. Il match non ha mai avuto storia, malgrado le difficoltà – da noi preannunciate già alla vigilia – che Garcia ha denunciato nell’inquadrare un rivale sgusciante come Paulie, abile anche stavolta a non farsi trovare. Ciò che i due pugili hanno mostrato sul ring è l’ideale consuntivo delle loro rispettive attitudini e, nel caso di Malignaggi, della sua intera carriera, perché Paulie è sempre stato un folletto capace di far sfigurare chiunque (basti ricordare il modo in cui ridicolizzò Juan Diaz), ma non ha mai avuto un livello d’efficacia e di concretezza tale da farne un pugile completo. Colpa delle mani, troppo leggere e fragili, che hanno costretto Malignaggi a combattere sempre secondo un’impostazione difensiva non sempre adeguata o sufficiente a fargli vincere i match.

Malignaggi out a Brooklyn FOTOSERVIZIO DA NEW YORK DI ANDREA GALBIATI

 

Ieri sera, per esempio, Malignaggi non sarebbe mai potuto scendere dal ring di Brooklyn a braccia alzate, non perché Garcia gli sia stato così nettamente superiore, ma semplicemente perché tra i due pugili correva un’enorme differenza di solidità, potenza e forza fisica. Un divario tale da rendere impari la lotta e vanificare qualunque espediente tattico o tecnico che Malignaggi potesse usare al fine di ridurre il gap. L’unica soddisfazione di Paulie resta l’aver quantomeno differito il più possibile un epilogo che era comunque ineluttabile, rendendo per lunghi tratti grama la vita al forte rivale. In quanto a Garcia, il KO che ha raccolto lo gratifica abbastanza da fargli dimenticare il fastidio di dover inseguire l’avversario per il ring e la frustrazione di andare spesso a vuoto – in maniera talora grossolana – davanti alle sapienti schivate dell’italoamericano. Anche stavolta, insomma, il pugile d’origine portoricana non ha divertito il pubblico accorso a vederlo, e sarà bene che Garcia non continui a tirare la corda ingaggiando ulteriori mismatch, perché anche gli appassionati più incalliti potrebbero infine stancarsi. Il battesimo nei welter ha mostrato un pugile tirato nel fisico e dalla potenza intatta, perfettamente adeguato a misurarsi con i migliori pari peso al mondo. Ulteriori remore e titubanze sarebbero quindi ingiustificate.

 

Garcia vs Malignaggi 2

 

Il match, al netto di una prima ripresa in controtendenza, è stato quello che chiunque si sarebbe aspettato: Garcia( foto  Galbiati sotto dopo la vittoria ) teneva il centro del ring e lo tagliava per giungere a tiro del rivale, mentre Malignaggi scivolava a distanza e pungeva da lontano con il jab. Le eventuali variazioni su questo tema erano dettate da esigenze contestuali, come vincere un round che si stesse perdendo o, viceversa, difendere il vantaggio accumulato. Solo il round d’apertura ha avuto un andamento diverso: Garcia invitava Malignaggi ad assumere l’iniziativa, con l’evidente intenzione di colpire di rimessa sugli attacchi dell’avversario; ma Paulie non è uno che possa cadere in una trappola così scontata, e infatti il tema del match s’invertiva a partire dal round seguente. Malignaggi iniziava a recitare il naturale ruolo di tecnico elusivo, mentre Garcia si assumeva la responsabilità di fare il match. La strategia di Danny, lineare come sempre, era fermare l’avversario con un jab doppiato al corpo e alla testa, portarlo alle corde tagliando pazientemente le vie di fuga e lì bombardarlo con serie di ganci variati sopra e sotto. Ma gli attacchi di Garcia sono molto più veloci, efficaci e precisi se portati di rimessa, piuttosto che d’iniziativa. Di qui le difficoltà a colpire in modo pulito un pugile, Malignaggi, che di suo metteva l’esperienza e la nota destrezza nell’arte di sgusciare via dalle mani dell’avversario. Peccato che le soluzioni di Paulie fossero quasi del tutto limitate alla fase difensiva: a Garcia bastava anche poco, come i continui diretti destri corti al corpo, per vincere i singoli round e mettere fieno in cascina. Già nella terza ripresa, inoltre, l’occhio destro di Malignaggi esibiva un segno che si sarebbe esteso e gonfiato con il passare dei minuti, complice l’intensificarsi dell’azione di Garcia.

Garcia Danny vincente Broooklyn

 

Tra l’ottava e la nona tornata, la produzione offensiva del pugile di Filadelfia toccava il livello massimo registrato ieri, smantellando in pochi minuti le resistenze di Malignaggi. Le bordate di Garcia facevano male al pugile d’origine italiana anche quando non andavano perfettamente a segno, e questa è la dimostrazione dell’efficacia che i colpi di Danny hanno anche al livello dei pesi welter, sebbene Malignaggi non sia certo il banco di prova ideale per solidità e integrità fisiche. Verso la metà del nono round, quando Garcia sballottava l’avversario su e giù per il ring, l’arbitro Arthur Mercante Jr interveniva sapientemente a sospendere un match che, pur non avendo raggiunto né avvicinato i livelli di pericolosità e di drammaticità registrati in altre occasioni, aveva ormai assunto i contorni di una punizione gratuita. E infatti “Magic Man”, apprezzato anche come commentatore televisivo oltre che come pugile, non ha fatto a meno di approvare la decisione del referee con un prolungato abbraccio che sembrava voler dire: “Se fossi stato seduto a bordo ring con le cuffie alle orecchie, ti avrei detto bravo”. Ancor più lungo è stato l’abbraccio con Danny Garcia, che sportivamente rendeva onore al rivale accompagnandolo nella passerella dinanzi al suo pubblico, prodigo come sempre di applausi affettuosi per il figlio di Brooklyn. Che sia stato il passo d’addio per Paulie? Noi ci auguriamo di sì, anche perché non vediamo dove possa portarlo un’eventuale protrazione della sua già lunga carriera. E siamo altresì convinti che Malignaggi stesso, nella veste di commentatore, non avrebbe mancato di suggerire il ritiro all’altro “sé” impegnato e sconfitto sul ring. In quanto a Danny Garcia, è finalmente ora che i vari Bradley, Thurman, Khan e Brook, oltre ai soliti Mayweather e Pacquiao, trovino un altro rivale con cui misurarsi.

Malignaggi vs Garcia 1

Fotoservizio da New York di Andrea Galbiati

 

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