Pietro Aurino é nato nel 1976 a Torre Annunziata. Abitava a pochi metri dalla palestra "Boxe Vesuviana" e da piccolo, essendo soggetto a frequenti allergie, i medici gli consigliarono di praticare sport e fu cosi che all'età di 10 anni entrò in palestra per la prima volta. Talentuoso fin da ragazzino, sostenne ad appena tredici anni il primo match.
All'età di 16 anni entrò già a far parte delle Nazionali giovanili, in cui colse molte vittorie e tante soddisfazioni. Nel 1996 rappresentò l'Italia alle Olimpiadi di Atlanta nella categoria dei mediomassimi, ma purtroppo il sogno dell'oro terminò al secondo turno, con la sconfitta subita per mano del kazako Vasiliy Jirov per 18 a 3. L'anno successivo entrò nel mondo del pugilato professionistico e nel 1998 era già campione italiano dei massimi-leggeri, nel 2002 campione europeo ed ebbe anche due chance mondiali nel 2001 e 2002, ma l'inglese Johnny Nelson e il cubano Juan Carlos Gomez, lo sconfissero rispettivamente alla settima e sesta ripresa.
Insomma, una carriera molto precoce la sua, in salita, ma a sprecare il talento di Pietro furono molte scelte sbagliate e i suoi sogni di gloria finirono per sempre tra le quattro mura di una cella per ben dieci anni. Alla mia domanda del perché di questa strada scellerata in una carriera che poteva ancora offrirgli soddisfazioni, Pietro ha risposto:
"Io abito in un paese complicato, Torre Annunziata, e nonostante non mi mancassero i soldi ho fatto una scelta di vita assurda e ho pagato per questo. Sono uscito dal carcere dopo dieci anni e la prima cosa che ho fatto é stata quella di correre in palestra dove sono subito salito sul ring. La boxe è stata la cosa che mi è mancata di più. Dopo il carcere, nel 2016-17 ho disputato due match e li ho vinti".
Oggi, nonostante sia tuttora ai "domiciliari", misura cautelare che terminerà nel prossimo luglio, vive serenamente con la sua bambina e la moglie, preferisce guardare avanti e afferma di aver chiuso per sempre con il passato. Il suo rapporto con la boxe è ora in "stand by". Sperava di disputare un ultimo incontro d'addio, ma purtroppo non ne ha avuto la possibilità e adesso sogna di aprire una propria palestra e insegnare la Nobile Arte ai giovani. Nel frattempo si gode finalmente la famiglia e ciò gli basta.
Auguri per tutto, Pietro.
