Tutto quello che la gente non sa o non vuole sapere
Prima di addentrarci in quello che ormai risulta chiarissimo sui due incontri fra Alì e Liston è necessaria una premessa: tutto quello che troverete scritto, che possa sorprendervi o meno, non riguarda il valore di Muhammad Ali, né come pugile né come persona. Sono tra l’altro convinto che Ali fosse all’oscuro di tutto fino a secondo incontro concluso. C’è invece motivo di credere che da quel momento in poi abbia perfettamente capito, altrimenti sarebbe stato uno stupido e non lo era, come fossero andate le cose. Prova ne è l’istintivo gesto con cui a Lewiston invitò Liston, che gli si era sdraiato davanti per un buffetto, a riprendere a combattere, gesto immortalato nella più celebre fotografia della storia della boxe. Non lo ha però mai ammesso: alla pelle, amici, ci teneva anche lui. Ma veniamo al dunque.
Al Braverman è stato l’uomo che assieme a Don Elbaum ha coinvolto Don King nella boxe. King lo ha ripagato nominandolo, praticamente a vita, direttore della Don King Productions. Peso massimo che ha disputato solo tre incontri da professionista vincendoli tutti nel 1941, Braverman ha fatto poi molta carriera come allenatore e manager. Affiliato a Cosa Nostra, Braverman ha avuto fra i suoi pugili anche Frank De Paula, il mediomassimo che la stessa mafia ha ucciso per uno sgarbo personale. Charles Farrell, l’autore del libro cui si fa cenno nel primo articolo pubblicato lunedì 12 febbraio, a sua volta collegato alla mafia, pianista e manager di pugili con l’abitudine di “aggiustare” incontri, era amico di Braverman e da lui ha conosciuto retroscena e verità sui due match fra Alì e Liston. Lasciamo quindi a lui la parola.
“ Al mi disse che Frankie Carbo aveva bisogno di qualcuno che stesse vicino a Liston per tenerlo in riga per i due match truccati con Ali. Al Braverman fu quello scelto per questo lavoro. Se guardate i filmati di Liston che si avvia verso la rivincita di Lewiston vedrete Al inquadrato mentre dirige l’interazione fra Liston e la stampa. Al era d’accordo con me che Liston fosse il più grande peso massimo mai vissuto, una dichiarazione importante da parte di un peso massimo cresciuto durante l’era di Joe Louis. Aveva una grande opinione anche di Ali ma era sicuro che Liston lo avrebbe gestito se i loro match fossero stati regolari. Asseriva ciò che io avevo sempre sospettato: Sonny Liston si era “tuffato” in entrambi i match con Ali.
Anche se è ampiamente accettato che il secondo Muhammad Ali-Sonny Liston fosse un match truccato molta gente pensa che il loro primo fosse genuino. Non lo era. Il primo trucco, quello che importava davvero, ebbe luogo a Miami. Lewiston fu solo come spazzare via i pezzettini di paglia rimasti in giro e andare a casa. Il primo incontro ha dato a Frankie Carbo e ai suoi compari il grande colpo mentre risolveva nello stesso tempo il problema di cosa farne di Sonny Liston. Ed è stato il primo incontro che ha posato il primo mattone per le fondamenta dell’agiografia di Ali.
Frankie Carbo e Chris Dundee erano vera gente di boxe., capaci e dediti a mettere in scena match interessanti. Organizzando riunioni settimanali al Miami Auditorium, Dundee non poteva permettersi di deludere gli spettatori. Ma Carbo e Dundee avevano una lunga e prosperosa storia di incontri truccati insieme, inclusi quelli con grandi di ogni tempo come Willie Pep, Ike Williams, Kid Gavilan e Harold Johnson.
Fino a circa 50 anni fa gli incontri truccati avevano poca somiglianza con le goffe pantomime che vediamo oggi. I veterani potevamo “portare avanti” gli avversari, spesso impegnandosi in serie di match convenienti, scambiandosi vittorie in città alternate, di uno o dell’altro, costruendosi il pubblico per una “bella” in una arena più grande.
Ali era la sede giusta per il primo Ali-Liston. Tutti facevano soldi a Miami così non ci sarebbe stata molta supervisione da parte di una Commissione. Nell’affare entrò Angelo Dundee che era salito nei ranghi dopo un lungo apprendistato con Al Silvani e Withey Bimstein. Dundee aveva lavorato all’angolo di molti pugili controllati dalla mafia e poteva essere considerato una assicurazione come allenatore di Ali.
Perché sacrificare il più prestigioso titolo dello sport? Il campione del mondo dei pesi massimi, in un era dove ce ne era uno solo, non era conosciuto da uomini, donne e bambini e non guadagnava borse enormi per le sue difese del titolo? No. Non se si trattava di Sonny Liston che era entrato nel mercato del titolo già “morto”. Aveva avuto troppo successo nel suo assalto al titolo, decimando ogni significativo sfidante nella categoria. Si credeva ampiamente che nessuno avesse una possibilità contro di lui. Per peggiorare le cose alla gente Sonny non piaceva. Mantenere il titolo per un decennio non avrebbe nell’insieme generato i soldi che gettare il match con Ali generava in 25 minuti senza tasse da pagare sulle vincite. Nella truffa di Miami chi sapeva come scommettere sul non testato novizio incassò su base 8 a 1. Soldi liberi, ma non senza una strategia, per massimizzare gli incassi dovevano essere stabilite in anticipo delle condizioni. Liston non doveva solo perdere, doveva perdere in maniera abbastanza ambigua da permettere che la realistica aspettativa del pubblico fosse che la prossima volta avrebbe vinto lui.
(Continua)
L'ex campione WBA dei pesi piuma il 25 enne di Mexicoi City “Bronco” Mauricio Lara(26.3.1) affronterà questa notte il connazionale Daniel Lugo(27,2) a Oaxaca nel sottoclou di Curiel Nontshinga .
Si tratta del debutto nei superpiuma sui 10 round dopo la sconfitta di Manchester lo scorso maggio, contro Leigh Wood in una rivincita iniziata male e finita peggio. Lara ha avuto problemi a fare il peso e ha combattuto per un titoloche solo Wood poteva vincere .Il britannico ha ottenuto poi il successo nonostante una ferita ma anche per un knockdown inferto al messicano. Lugo ha 29 anni , un passato da campione Fecarboxe Wbc e praticamente ha sembre combattuto in Messico . Entrambi hanno dimestichezza con i successi per ko come raccontano le statistiche :Lara vanta il 73,1% di successi , compresi 11 imposti nelle ultime 13 vittorie.Lugo ha una percentuale del 66,7 % .
Lara si è fatto un nome nell’arengo mondiale con due match in Gran Bretagna nel 2021 . Prima ha tolto il titolo dei pesi piuma IBF a Josh Warrington per ko al nono round, poi ha pareggiato a Leeds . Nella nuova categoria Lara può fare ancora molto ha solo 25 anni e possiede uno stile aggressivo e deciso. Il match di questa sera non è proprio facile perché Lugo terrà molto alto il ritmo e potrebbe fare male con il suo destro.
Il campione IBF mini mosca Adrian Curiel (24.4.1) difenderà per la prima volta il suo titolo questa notte in Messico presso l’Auditorio Guelaguetza di Oaxaca dando la rivincita all’ex titolare sudafricano Sivenathi Nontshinga,(12.1). Ha fatto molto rumore in Sudafrica la sconfitta del 25enne “Special One” abbattuto da un fantastico destro (candidato a ko dell’anno 2023) di Curiel nello scorso novembre sul ring di Montecarlo. Nontshinga aveva vinto la cintura nel novembre 2022 quando aveva battuto Hector Flores ai punti in Messico dopo avergli imposto un kd al secondo turno. Organizzano Eddie Hearn e Juan Carlos Torres.
Il 25enne Curiel non godeva di gran visibilità fino a qualche anno fa. Tra il 2018 e il 2021 aveva alternato vittorie a ben quattro sconfitte, poi ha infilato otto successi e un pari anche se con elementi di medio livello. Dunque dovrà dimostrare se quel favoloso destro con con cui ha vinto il mondiale è stato un "lampo “casuale”.
Anche Nontshinga ha 25 anni e ha fatto il suo debutto da professionista nel 2017. Sulla carta il pugile di Capo dell’Est risulta più potente di Curiel poiché il 75% delle sue vittorie sono arrivate prima del limite ma molte sono state conseguite con avversari di bassa quotazione. Da professionista Nontshinga ha conquistato il vacante titolo africano dei 48,9 kg e nel 2018 ha aggiunto la vacante cintura International IBF. Ha conquistato il vacante titolo IBF battendo a Hermosillo, in Messico, “Baby Bull” Hector Flores in uno duello molto combattuto. Ha poi difeso il primato contro l’imbattuto filippino Regie Suganob prima di perdere con Curiel.
Questa notte ci aspettiamo che sia Curiel ad attaccare per cercare di inquadrare subito Nontshinga il quale possiede un ottimo gioco di gambe e colpisce con il jab quando arretra. Curiel attaccando non dovrà, però, rischiare troppo perché il campione è bravo anche nelle risposte.
In ogni caso i pronostici sono tutti per lo sfidante Curiel anche se con quote abbastanza moderate. Curiel è favorito 1,75 a 2,35.
Si ripropone al Palapalestre il faccia a faccia tra il colosso di Cassino, detentore del titolo, e lo sfidante loianese. Undici mesi fa finì con un verdetto di parità
di Maurizio Roveri
Lo sanno. Lo sanno, Gianmarco Cardillo ed Emanuele Venturelli, che stasera sarà una battaglia dura. Estenuante.
E che il percorso potrebbe diventare una salita faticosissima. E bisognerà resistere con il cuore in tumulto, fino a ritrovare il vento che lo porterà su sentieri sicuri.
Al Palapalestre di Ferrara va in scena la seconda sfida fra il loianese di “scuola” pugilistica ferrarese e il colosso di Cassino. In palio la cintura di Campione d’Italia dei pesi massimi. Titolo che il granatiere cassinese detiene. Lo ha conquistato in un derby laziale, contro Alfonso Damiani, l’estate scorsa. Ora lo difende, in trasferta, da un nuovo assalto di Venturelli.
Si sono già affrontati, al Palapalestre ferrarese. Era primavera. Il 25 marzo 2023, match clou di una appassionante edizione del “Memorial Carlo Duran”. Il titolo dei massimi era vacante. La Federazione Pugilistica Italiana aveva designato Venturelli e Cardillo co-sfidanti. In verità, doveva essere il fiorentino Cappelli a incontrare il pugile di Loiano, ma venne a trovarsi nell’impossibilità di farlo. E dunque venne scelto Cardillo come sostituto. Il colosso di Cassino, struttura fisica maestosa, ebbe pertanto l’opportunità di riemergere dalla penombra e tornare in attività. Lui che aveva vissuto, in passato, momenti di gloria. Campione d’Italia nel 2017, con una convincente vittoria in trasferta, ad Avezzano, sorprendendo il pugile di casa Ivan Di Berardino. A quei tempi l’Omone cassinese ricevette una proposta interessante dall’America. La rifiutò. Avrebbe dovuto, infatti, rimanere per un certo periodo negli Stati Uniti. Per mesi. Gianmarco Cardillo, da persona equilibrata e matura, fece la scelta più logica. Privilegiando il lavoro e la famiglia. Strade sicure.
Quando nel marzo dell’anno scorso venne chiamato a rimpiazzare Cappelli, mancavano appena una decina di giorni al match di Ferrara. Era fermo da un anno, Cardillo. E aveva combattuto un match soltanto, dal settembre 2019. Pesava circa 120 chili. Si aggrappò alla forza di volontà, all’orgoglio, all’esperienza per programmare, assieme al suo storico manager De Clemente, un intenso lavoro di preparazione che potesse permettergli in tempi brevi di raggiungere una condizione atletica accettabile. Finalmente gli era arrivata una nuova interessante opportunità, non poteva farsela sfuggire. Scese di peso e recuperò una certa fluidità nel suo jab sinistro e nel gancio destro. Pesava 108 chili, Gianmarco Cardillo, per quella prima sfida con Emanuele Venturelli. Il pugile di Loiano, seguìto da Massimiliano Duran, era sui 91. Una struttura fisica buona, che sarebbe perfetta per un “cruiser” più che per la categoria superiore dei pesi massimi.
Finì in parità, quella sfida di undici mesi fa. Tecnicamente “D-MD”. Draw (cioè, pari) per Majority Decision. A maggioranza. Sui cartellini di due giudici c’era infatti il 95-95. Un terzo giudice aveva invece assegnato due punti in favore di Cardillo (96-94).
Questa sera Gianmarco ed Emanuele si ritrovano faccia a faccia. In palio, assieme alla cintura Tricolore, c’è anche il loro futuro. Chi perde, rischia di uscire dal giro. Non soltanto: chi sarà sconfitto (purché non venga assegnato un altro “match pari”…) perderà l’imbattibilità.
I record dei due interpreti dicono:
Gianmarco Cardillo, 34 anni, 13 match, 11+, 0-, 2=
Emanuele Venturelli, 34 anni, 8 match, 7+, 0-, 1=
Hanno scelto strategie diverse, addirittura opposte, in fase di preparazione a questo combattimento.
Cardillo, che stavolta ha avuto tutto il tempo per prepararsi nel migliore dei modi, ha privilegiato un lavoro intenso di “guanti”. Potendo avere a disposizione due massimi di buon valore come Federici e D’Ortenzi.
Venturelli ( foto con Momo Duran e il team)invece ha lavorato tecnicamente sull’uso del diretto sinistro, che può essere una chiave di lettura importante del match, ed ha privilegiato il lavoro sulla rapidità, la scelta di tempo, la resistenza e la fluidità. Scegliendo, in pieno accordo con il suo Maestro Massimiliano Duran, di non fare i guanti con altri pesi massimi. Lo sparring più… pesante che ha avuto è stato Daniel “Cuba” Quiroz, buon supermedio della Bolognina Boxe (fa parte della squadra Professionistica di Massimiliano Duran ).
E’ stato, quello del pugile di Loiano, un tipo di lavoro impostato sulla “leggerezza”. Per cercare di anticipare il campione in carica, che gli è superiore per stazza e peso ma anche un po’ meno mobile.
Chiaro che non avrebbe senso per Venturelli sfidare Cardillo sul piano della forza.
“Emanuele non deve fare muro contro muro. Consumerebbe energie inutilmente. E deve evitare l’errore commesso nel match di undici mesi fa: farsi spingere alle corde, dove rimaneva stando troppo fermo. Ma non ripeterà quell’errore. E’ pronto per muoversi di più sulle gambe e per lavorare rapido con i colpi dritti”. Così confida Massimiliano Duran.
La mia sensazione è che prevarrà chi saprà “leggere” con più efficacia le situazioni, round per round. E dunque, la tattica e la strategia faranno la differenza.
Che cosa dovrà fare lo sfidante Venturelli? Che tipo di impostazione dovrà dare al match Cardillo, che è il campione in carica?
Ho coinvolto, per sentirne il parere, un Maestro espertissimo e apprezzatissimo. Meo Gordini. Romagnolo di Ravenna. Personaggio che da ben 55 anni insegna ai ragazzi i valori della boxe e della vita.
“Venturelli è pugile che sa allungare bene il jab sinistro. Dovrà farne abbondante uso. Con continuità. Limitando la strada insidiosa della battaglia fisica. E’ un ragazzo rapido e coraggioso. Ha avuto problematiche nella vita, cerca un riscatto, attraverso questo match. E dunque ha motivazioni importanti. Si gioca una grande opportunità. Chi ci crede veramente, non ha limiti. Un esempio straordinario è quello di Matteo Signani. Con la costanza, l’umiltà, il sacrificio, tanto tanto lavoro in palestra, orgoglio e concretezza, ha vinto quattro volte il titolo Europeo dei pesi medi. Dall’età di quarant’anni in poi. Con le sue risorse morali e mentali, un pugile come Signani è andato tre volte oltre quello che si poteva immaginare. Per quanto riguarda Cardillo, possiede un gran fisico e una muscolatura importante, tuttavia non è così potente come si potrebbe pensare. Usa bene l’esperienza acquisita. Sicuramente, un pugile di sostanza”.
La proposta pugilistica della SSD L’Accademia, la società organizzatrice di Massimiliano Duran e Soili Schiavi, è decisamente appassionante. Non soltanto per il main-event.
I combattimenti del “contorno” Professionistico sono decisamente di spessore e meritevoli d’essere seguìti con curiosità e attenzione.
In particolare il combattimento che vedrà impegnato Ahmed Obaid in un match-chiave della carriera. “Oba”, come viene simpaticamente chiamato a Ferrara, se stasera confezionerà la sua quinta vittoria da Pro, presumibilmente entrerà fra i pretendenti alla cintura tricolore dei pesi mosca. Il “ragazzo di Gaza”, dove è nato 28 anni fa, vive da vent’anni nella città estense. Per la sua educazione e gentilezza viene soprannominato “Gentleman”. E’ pronto, Obaid, a proporre un match bello e convincente stasera. Si è sottoposto ad un rigoroso lavoro tecnico con Massimiliano Duran e ad una intensa preparazione fisica e atletica con Romano Becchetti alla Padana Training Center. Qui il preparatore atletico Romano Becchetti ha curato anche la preparazione di Mohamed Nasri, il superleggero tunisino residente a Ferrara che affronterà un avversario molto impegnativo come Davide Carpentieri di Roma.
Nell’altro incontro Professionistico l’imbattuto Aleksander Ramo (10 combattimenti, tutti vinti) sfiderà il bosniaco Mirnes Denadic che ha l’esperienza di chi è già salito sul ring 46 volte, con successi e sconfitte.
La preparazione atletica di Emanuele Venturelli, invece, è stata curata da Alessandro Becchetti. Che è anche il giovane Presidente della Pugilistica Padana Ferrara.
A presentare i pugili, match dopo match, con chiarezza precisione e competenza, sarà ancora lo speaker Marco Marchino. “The Voice” del Pugilato di Ferrara.
IL PROGRAMMA
(Palapalestre di Ferrara, inizio ore 20)
DILETTANTI
Kg 55: Zoran Suljic (Pugilistica Padana) contro Franco Cavalieri (Sempre Avanti Bologna).
Kg 57: Awais Nazakat (Pugilistica Padana) contro Luca Masini (Regis Bologna).
Kg 52: Rosalinda Forzano (Pugilistica Padana) contro Electra Mormando (Ferrara Boxe).
Kg 75: Giacomo Mistroni (Pugilistica Padana) contro Claudio Pazi (Ferrara Boxe)
Kg 66: Hasen Asia (Pugilistica Padana) contro Nicolò Vettore (Ultimo Round Boxe).
PROFESSIONISTI
Pesi superleggerii: Mohamed Nasri (Ferrara, Pugilistica Padana) contro Davide Carpentieri (Roma) sulla distanza delle 6 riprese.
Pesi mosca: Ahmed Obaid (Ferrara, Pugilistica Padana) contro Muhamed Biberovic (Bosnia) 6 round
Pesi mediomassimi: Aleksander Ramo (Recanati, Pugilistica Padana) contro Mirnes Denadic (Bosnia) 6 round.
CAMPIONATO D’ITALIA PESI MASSIMI
Gianmarco Cardillo (campione in carica, Cassino, kg 106, Team De Clemente) contro Emanuele Venturelli (sfidante, Loiano, kg 96, Pugilistica Padana Ferrara). 10 riprese.
ARBITRO: Marco Moscadelli, di Firenze.
GIUDICI: Marco Chiarelli, Enrico Licini, Antonio Migliore.
SUPERVISOR: Albino Foti
Il promoter Garry Jonas presenta questa notte in Florida dieci match per una riunione denominata Wednesday Night Fights al Whitesands Events Center di Plant City a poche decine di chilometri da Tampa .
Il match di centro è affidato ai supergallo con il 25enne di Mexico City Israel Rodriguez Picazo (30.5) Campione Wba Intercontinental opposto al 28enne texano Ramon Cardenas (23-1, 12 KO) ex titolare Naba. Riprese televisive in esclusiva per ProBox TV.
Il messicano Picazo (30-5, 20 KO) è imbattuto da 15 incontri, la sua ultima sconfitta risale al 2019, quando fu sconfitto da Eduardo Baez per il titolo messicano vacante . E' un attendista con braccia lunghe che colpisce duramente e punta spesso al corpo. Ha qualche pecca in difesa nei corpo a corpo
Cardenas di San Antonio (23-1, 12 KO) bronzo agli assoluti Usa 2017 si fa chiamare "dinamita " ed è reduce da due successi prima del limite . Non perde dal 2017 ed è reduce dal suo successo più importante per ko al secondo tempo contro il sino ad allora imbattuto Rafael Pedroza lo scorso settembre.Più basso di Picazo è atteso ad un match di totale pressione . I Bookmaker di Miami propongono Picazo favorito ma di stretta misura con quote di 1,70 a 2,10
Altro duello di un certo interesse quello tra il mancino messicano Jesus Saracho (13-1-1, 11 KO)campione Wbo latino dei superleggeri in sfida contro Starling Castillo (18-1-1, 13 KO) autore di un successo sull’imbattuto 'Esteuri Suero lo scorso maggio a Las Vegas.
di Dario Torromeo
Guido Vianello ha 29 anni, è un giovane anche per la boxe. Non è su questo campo che può trovare ostacoli. La domanda che ci si dovrebbe fare è un’altra. Dove vuole arrivare nel pugilato?
Dopo cinque anni da professionista ha un discreto record se si guardano i numeri (11-1-1, 9 ko). Meno emozionante scavare tra il livello tecnico/fisico degli avversari che ha sconfitto.
Cose buone le ha comunque fatte in carriera.
Ha vestito la maglia azzurra in un’Olimpiade (Rio de Janeiro 2016), ha avuto il coraggio di tentare l’avventura nei professionisti. Ha avuto la forza di lasciare il corpo militare con cui aveva firmato e si è lanciato in un mondo pieno di insidie. Insomma, ha osato. Ha preso l’aereo ed è andato negli States. Ha firmato un contratto con la Top Rank di Bob Arum, ha affrontato rischi e sacrifici da solo. Inizialmente senza conoscere la lingua, senza avere riferimenti. Questo gli fa onore. Ha puntato su sé stesso e una vittoria l’ha già raggiunta. Adesso fa il pugile professionista a tutti gli effetti, è quello che voleva.
Anche sul piano tecnico ha portato a casa alcuni miglioramenti. Il jab sinistro è più preciso, più pesante di quando ha staccato il biglietto per gli States. La traiettoria e la chiusura del colpo non perfetta del destro hanno invece difetti che al momento gli negano grandi prospettive.
Stanotte, in Italia saranno le 2:00 tra venerdì e sabato, al Madison Square Garden Theater di New York, affronterà un avversario che si pone in cima alla classifica dei suoi rivali, alla pari con l’unico che è riuscito a sconfiggerlo: Jonathan Rice.
Si chiama Moses Johnson e ha 31 anni, due in più dell’italiano. Ha anche un record simile a quello del nostro pugile (11-1-2, 8 ko). La sua classifica mondiale (stilata dal sito specializzato boxrec su 1438 pesi massimi in attività) è addirittura migliore di quella di Vianello (129 contro 136). Non è un fulmine di guerra, a volte pratica una boxe che mi sentirei di definire irritante. È lento, macchinoso, pesante. Ma se trova la giornata giusta, a questi livelli può essere pericoloso. Si trasforma in un attaccante, pressa e colpisce duro anche dalla corta distanza.
È alto 1.88, dieci in meno del romano. Negli ultimi match si è presentato meno pesante del solito. Nel recente passato aveva sfiorato i 120 chili, nell’ultimo incontro è sceso a 113, nel penultimo a 110.
I tifosi lo chiamano Thunderhands, per enfatizzare la potenza dei suoi colpi.
L’unica sconfitta l’ha subita, a sorpresa, il 9 giugno dello scorso anno contro Walter Burns (6-0 il giorno del combattimento). Pensava fosse un test prima di impegni più seri. L’altro aveva 42 anni ed era tornato a combattere nel 2021 dopo essere rimasto fermo per undici anni. Un gancio sinistro violento e Johnson (9-0-2 all’epoca) è finito knock out dopo 1:57 del primo round.
La vittoria più importante l’ha colta contro Elvis Garcia (12-0) il 22 ottobre del 2022. Un successo di stretta misura ai punti (77-75, 77-76, 77-75) su un buon avversario.
In quell’occasione si è presentato al meglio.
Ecco, la chiave di lettura del match di venerdì è nell’ultima frase. Se Johnson è nella serata giusta cioè al massimo del suo rendimento, Vianello si troverà davanti a un problema che dovrà risolvere in fretta, lo statunitense potrebbe regalargli spiacevoli sorprese. In caso contrario, non ci sarà storia. La pensano così anche i bookmaker che indicano l’italiano nettamente favorito. In lavagna è dato a 1,17 mentre lo statunitense pagherebbe cinque volte la posta.
Confronto sbilanciato dunque, che potrebbe trasformarsi, in corso d’opera, in un problema più serio di quanto si possa pensare adesso, a poche ore dalla sfida.
Tutto dipende da Johnson.
Per Vianello una sola indicazione.
Non distrarsi, mai!
IN TELEVISIONE - La serata sarà trasmessa in diretta su Mola Tv, dalle ore 2:00 italiane, nella notte tra venerdì 16 e sabato 17 febbraio. In programma anche il mondiale WBC dei superpiuma tra il detentore O' Shaquie Foster e lo sfidante Abraham Nova.
Bob Arum ha definito il superpiuma Andres 'Savage' Cortes (20-0, 11 KO), un elemento con notevoli prospettive . Seguiremo dunque con attenzione la performance dell’ imbattuto super piuma Cortes contro il valido portoricano Bryan Chevalier (20-1-1, 16 KO ) questo venerdì, 16 febbraio, al The Theatre del mitico Madison Square Garden .
Cortes argento ai campionati Youth e Junior Usa attualmente figura nella top 15 della Wbo e Espn Deportes lo inserirà tra le dirette della serata .
Ecco cosa ha dichiarato :Ho avuto una preparazione molto intensa . Mio fratello ed io abbiamo macinato giorno dopo giorno a Las Vegas. Durante questo camp, mi sono impegnato più che mai, con l'obiettivo di dimostrare al mondo che ho quello che serve per diventare un campione del mondo. So che Chevalier ha le mani pesanti ed è campione Wbo Intercontinental da due anni ma non mi spaventa affatto Voglio scalare le classifiche e venerdì vedrete quanto sono determinato a farlo .
Bryan Chevalier arriva a New York con una presentazione non meno prestigiosa quella dell'Hall of fame e quattro volte campione Miguel Cotto :
- "Charly è un elemento in grande ascesa. Al Pepine Cestero è un idolo e ha fatto il tutto esaurito quando ha battuto Alberto Mercado. Ha un jab e un destro molto pesante e merita assolutamente il quarto posto Wbo dopo aver vinto il Nabo e l'Intercontinental Wbo. Spero solo che l'impatto con il Madison non lo emozioni .-
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