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Storie di Boxe

La Boxe, la bilancia, la salute, il domani...

Bilancia

...Gli avevano detto che la bilancia é la strega cattiva dei pugili. Allora era un ragazzino alle prime armi e l'aveva presa come un'esagerazione dei "nonni" dello spogliatoio verso la nuova recluta per spaventarla un po'.
Invece gli avevano descritto perfettamente la realtà.
Aveva pensato, qualche tempo dopo, che salire di qualche chilo seguendo il naturale sviluppo del proprio corpo sarebbe stata la soluzione ovvia.
Invece no!
Man mano che s'allungava la lista dei suoi successi, lo convinsero che sarebbe stata una pazzia. Gli avversari erano più forti nella categoria superiore, più temibili...Per nutrirsi e ad abbeverarsi come un uccellino gli offrirono soccorsi farmacologici e lo sottoposero a strani rituali che parevano tratti da film di fantascienza.
E ciò per essere sempre il migliore, per fregare i rivali, la bilancia e finanche la fame e la sete.
Ma di notte faticava a dormire, era diventato intrattabile per la tensione che gli graffiava le viscere, si sentiva perennemente stanco. Le vittorie, le gratificazioni morali ed economiche, lo spingevano però ad andare avanti.
Poi un giorno, tornando a casa da un lungo ritiro, in famiglia lo guardarono sbigottiti. Aveva l'aspetto inquietante di chi é malato e non se ne rende conto. Il volto pallido e scavato, gli abiti diventati larghissimi, un atteggiamento chiuso e sommesso non da atleta pieno di vigorosa gioventù, ma da persona rassegnata a percorrere un calvario.
Nell'ennesima notte di sonno ad intermittenza, pensò a com'era sino a qualche anno prima. Allegro, pieno di muscoli forti e guizzanti, di speranze e di serene aspettative. Accese la luce e si guardò allo specchio. In quel momento gli parve di guardare un altro, tant'era cambiato.
Che gli era successo?
Prese coscienza che un giorno, prima o poi, avrebbe appeso i guantoni al chiodo con tutta la vita ancora davanti. Ed ebbe paura. Certi conti si pagano. A volte dilazionati nel tempo, ma comunque si pagano.
Quando rientrò in palestra disse al suo tecnico e ai dirigenti che sarebbe salito di categoria perchè non ne poteva più di una vita piena di angosce e di stregonerie.
Gli buttarono tra i piedi mille ragioni affinché tornasse sui suoi passi. "Non vincerai più", fu la formula principale e ripetuta all'infinito...
"Non importa-rispose il ragazzo-Mi avete sempre detto che sono un campione, ma se basta crescere qualche chilo a trasformarmi in un pugile da quattro soldi significa che sono soltanto un bluff. Proprio un pugile da quattro soldi. Quando smetterò voglio essere sano e con tanti anni ancora da vivere al meglio che potrò. Da oggi decido io, perchè voi continuerete il vostro lavoro anche quando io non salirò più sul ring e faticherete a ricordarmi. A me resteranno invece i postumi. Se vi sta bene, ok! Se non vi sta bene, uscirò da quella porta e non mi vedrete mai più...".
Come sarà finita questa piccola storia?

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