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Storie di Boxe

Caro pugile, o batti i migliori o non sarai mai il migliore!

Aquile

 

di Gualtiero Becchetti

“A volte fare del proprio meglio non è abbastanza; dobbiamo fare ciò che è necessario”
(Winston Churchill)

Servono tantissime qualità fisiche, morali e tecniche altrimenti non c’è niente da fare. Per di più tutte insieme, dal momento che la mancanza di appena una di esse annulla pure le altre. Per tale motivo la realizzazione del progetto di diventare protagonisti di buon livello é privilegio di una sparuta minoranza.
Per la maggior parte degli aspiranti campioni si parla con rimpianto, lo sanno bene gli appassionati e gli addetti ai lavori, di pugili che erano bravi tecnici MA non avevano voglia di allenarsi, che godevano di potenza MA non incassavano, che avevano coraggio MA non sapevano difendersi o che possedevano tutto ma MA avevano paura…
Insomma, é sufficiente un sassolino più o meno grande nel “motore” del pugile ad impedirgli di divenire uno di quelli che contano.
Inoltre la trafila é inevitabilmente lunga, faticosa, tribolata. Una strada in costante salita e senza discese, che nasconde insidie ad ogni metro.
Di Wilfredo Benitez e “Chocolatito” Roman, tanto per fare due nomi, già “fenomeni” quando ancora non avevavo ancora la barba sul mento, ne nasce uno “ogni morte di Papa”…
Per i più la trafila é sempre la stessa: scuole elementari, superiori, università e laurea. Non ci sono segreti, non esistono magie.
Il prudente e doveroso debutto, una fase di assestamento atletico, tecnico e caratteriale eppoi i primi gradini di un’interminabile scala dai pioli ogni volta sempre più alti, ostici e traballanti.
Quando le categorie di peso erano solo otto, le sigle due e i titoli tre (nazionale, continentale e mondiale), era tutto più semplice da capire e da seguire. Se eri bravo, dopo almeno venti-trenta match vincevi la prima cintura (ed era già impresa tutt’altro che semplice), poi cominciavi a batterti con qualcuno tra i primi dieci della classifica europea e se ti dimostravi all’altezza potevi giocarti la grande carta (un tempo valeva molto spesso più di un attuale titolo iridato sia in termini di popolarità che economici). Se poi ti riusciva questa già straordinaria impresa, ecco l’immensità della prospettiva mondiale, alla quale eri ammesso dopo che almeno quattro o cinque tra i primi quindici-venti delle classifiche li avevi affrontati e sconfitti. Essere salito sul ring per disputare il titolo del mondo era già un onore che restava impresso per sempre nella storia del pugilato italiano, anche se non lo si conquistava. Basti ricordare le sfide di Tiberio Mitri a Jack La Motta e di Giulio Rinaldi ad Archie Moore, tuttora ricordate a decenni e decenni di distanza da chiunque “mastichi” un minimo della storia del pugilato, sebbene entrambe conclusesi con chiare sconfitte.
In verità, in altre parti del mondo la strada del pugile é rimasta quasi la stessa. In fondo é fondata sulla concretezza, sul buon senso, sull’esperienza e la competenza. Elementi che non passano mai di moda. O almeno non dovrebbero…
Il fiorire inarrestabile di sigle e categorie dai pomposi appellativi ha falsato e “ingarbugliato” purtroppo la realtà. La “fame” di protagonisti in grado di immettere nuova linfa nelle malmesse radici della boxe verde-bianco-rossa s’aggrappa sovente a cinture di modestissimo peso, a combattimenti che non producono progressi per l’irrilevanza degli accoppiamenti, a sogni che rimangono sempre sospesi nell’aria perché alla prova dei fatti si teme di sottoporli alla prova della realtà.
E la gente, soprattutto quella più giovane, non ha più pietre di paragone nè il metro di giudizio per misurare le potenzialità dei pugili. La gente più giovane, disabituata ad assistere da troppi anni a grandi manifestazioni, a vedere all’opera pugili di alto livello, ha il grande vantaggio rispetto a quella più vecchia di non soffrire di nostalgia, di non essere pedante e brontolona, però “sa” poco di boxe e non per colpa sua ma perché i tempi grami le hanno impedito di “imparare”, compresi tanti giornalisti e telecronisti che dovrebbero divulgare e spiegare la Noble Art e invece, sempre per gli stessi motivi, sono acerbi-acerbi-acerbi…
Ragazze e ragazzi che nemmeno sanno come ci si benda le mani cominciano a reclamare il tricolore dopo avere battuto due camerieri, un postino e un impiegato del catasto, sospinti da una manciata di tifosi ciecamente incompetenti ormai abituati a considerate il titolo nazionale come un biglietto dell’autobus alla portata di chiunque. Poi, impossessarsi di qualche colorata e risplendente cintura fantasiosa battendo sempre i medesimi camerieri, postini e l’impiegato del catasto provenienti però dall’estero sbandierando nomi esotici, giustifica la pretesa di parlare di campionati d’Europa e (mamma mia!…) del mondo!
Non funziona così e i risultati lo dimostrano. In maniera cruda e impietosa. Non si salta dalle elementari all’Università in un colpo solo. Costruire un castello di sabbia in spiaggia non dimostra che si é in grado di edificare il ponte di Genova.
Un passo alla volta, ma via-via sempre più lungo e rapido del precedente, ci si può avvicinare alla meta. Titolo europeo? Si battano alcuni dei migliori in Europa! Titolo mondiale? Si battano alcuni dei migliori al mondo! Poi si vedrà…
In caso contrario, si caricano sulle spalle dei pugili responsabilità enormi e illusioni pericolose che complicano solo le cose. Un peso insopportabile che finisce per trasformare in dramma ogni scivolone sempre possibile allorché ci si confronta con avversari bravi, cioè quelli che rappresentano i progressivi esami che trasformano con il tempo il bimbo delle elementari in un laureato.
Ogni cosa, nell’umana esistenza, la sperimentiamo per verificarne pregi e difetti. Dalla ricetta di cucina al funzionamento di un motore, dalle leggi della Fisica ai pantaloni nuovi. Avviene pure per gli atleti. Deve avvenire! O prima o poi si scoprirà che tutto era il contario di ciò che si pensava…
E basterà purtroppo un ostacolo di pochi centimetri a dimostrarsi insormontabile.

"LA BOXE FA CIO' CHE VUOLE". Il mio nuovo libro è reperibile nelle maggiori librerie e nei siti librari di internet (Pag. 250 - Ed. Edizioni Slam - Absolutely Free Libri-Roma).

 

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