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Bordo Ring

Bundu, montante da campione

Leonard ha dominato l’europeo, da cineteca il colpo che ha messo ko MoscatielloBubdu Primo Piano Germin

Un montante sinistro al fegato, roba da cineteca, ed è finita lì. Antonio Moscatiello si è tirato su solo dopo che l’arbitro Cavalleri aveva chiamato l’out. Troppo forte per lui Leonard Bundu. Serviva qualcosa di più del coraggio per rallentare il campione. Il fiorentino della Sierra Leone ha boxato in scioltezza, la sua velocità di braccia ha comandato la scena. Quando accadono queste cose, si dice che il vincitore ha rubato il tempo all’altro. Più semplicemente diciamo che Bundu ha anticipato ogni intenzione dello sfidante. Sembrava leggesse nella sua mente. Inutilmente Moscatiello ha tentato di accorciare la distanza, inutilmente ha cercato di fare pressione. Troppo netta la superiorità del campione europeo dei pesi welter.

E stato un match intenso, combattuto su ritmi alti. Una sfida che ha fatto capire a Big Antonio che gli serve tempo. Ha coraggio e resistenza fisica. L’altro oggi ha molto di più. Bundu (foto Germinario) ha lavorato con meticolosa precisione, i suoi ganci e montanti alla figura hanno portato via fiato e resistenza al rivale. Poi, il colpo risolutore. Il montante sinistro è scattato rapido come un colpo di frusta. Ha centrato il bersaglio con precisione, velocità, efficacia. E il filo si è rotto. Giù, al tappeto. Per la prima volta in carriera Moscatiello ha visto passare l’ombra scura della sconfitta. Ed è rimasto giù, sino all’out.

Mancavano cinquantacinque secondi alla fine del quinto round. E tutto era finito. Un match dominato da Bundu, lo sfidante ha messo sul ring orgoglio e fisicità. Ha concesso la media distanza al campione e quando è riuscito a ridurla, non ha avuto la forza per muovere le mani nel tentativo di provocare danni. Poco per farcela. Eppure Bundu le sue paure le ha vissute. Uno scontro accidentale con le teste, un taglio proprio al centro della fronte, il sangue che usciva in rivoli rossi che offuscavano la vista. La paura di chiudere prima di quella fatidica quarta ripresa in cui si sarebbe andati alla lettura dei cartellini. Un incubo duranto un intero round, il quarto. Appunto.

Ora nel futuro di Bundu potrebbero esserci tante cose. Potrebbe esserci il match con Gianluca Branco, sfumato quando mancava assai poco alla sua realizzazione. Potrebbe esserci, più in là nel tempo, la difesa ufficiale contro Matthew Hatton reduce da una brutta sconfitta nel mondiale. Decisamente fuori portata, per difficoltà nell’agganciare il campione, un tentativo mondiale. A meno che Paul Malignaggi non compia il miracolo e non tolga il titolo Wba a Senchenko in Ucraina, nella sua tana.

Per Moscatiello un’avventura chiusa con la consapevolezza di dovere tornare in palestra per riprendere a costruire il futuro. Gli serve ancora tanto per essere a questi livelli. Ha preso al volo l’occasione, e ha fatto bene. Aveva bisogno di capire quali fossero i suoi attuali limiti. Ha il tempo dalla sua parte. Leonard Bundu è ancora  troppo forte per lui.

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