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Anni Ottanta. Fisico compatto, attorno ai cento chili. Sette match, sette sconfitte. Lo chiamavano OT...

 

Erano i magici anni Ottanta.
La boxe viveva un’epoca di grandi protagonisti.
Mike Tyson era un peso massimo e aveva un fisico compatto.
Non altissimo, assai vicino ai cento chili di peso. Qualcuno lo chiamava The Destroyer, il distruttore.
Saliva sul ring pieno di certezze e quando scendeva il risultato del suo match era sempre lo stesso.
Una sconfitta dietro l’altra.
Jerry Halstead, Lione Washington, Andre Smith, Kimmuel Odum e Dick Ryan lo avevano messo knock out. Chuck Gardner e Bobby Hitz l’avevano battuto solo ai punti.
Aveva un record di cui vergognarsi: 0-7-0.
Eppure Mike Tyson continuava a girare per gli Stati Uniti raccontando di essere il migliore.
“Stavolta sarà l’occasione buona?”
Ye-a-a-ah“.
Strascinava le parole e per ogni domanda sembrava avere un’unica risposta.
Ye-a-a-ah“.
Era Mike Tyson.
La verità è che tutti lo chiamavano OT, l’altro Tyson (other Tyson).
Perché quello vero era anche lui un peso massimo, ma della categoria era il campione del mondo.
Ed era imbattuto.
Il nostro OT era nato nel 1960 a Oxford nel Mississippi, a 18 anni se ne era andato a Davenport nell’Iowa. Aveva lavorato in una fabbrica che produceva ketchup e poi aveva fatta l’autista di camion. Si era allenato prima con Bob Kramer, poi con Bill Bender a Los Angeles. Era rimasto nel professionismo dal 1986 al 1989, gli di massimo splendore di Iron Mike.
Gli unici match che OT aveva vinto erano stati quelli nei “toughman contest“. Uomini senza alcuna esperienza di boxe che si mettevano i guantoni e salivano sul ring. Per due volte era stato finalista del torneo e aveva portato a casa mille dollari.
La sua borsa media si aggirava sui 1.200 dollari, mentre il Tyson vero inatasca solo milioni.
L’unico momento in cui le due vite avevano rischiato di incrociarsi era stato quando la polizia aveva bussato alla porta di OT in un vecchio hotel della California e gli aveva scaricato addosso una denuncia per avere picchiato un parcheggiatore. Lui aveva impiegato qualche ora per chiarire l’equivoco e quelli erano andati da Iron Mike.
Non ho mai avuto i manager giusti, avrebbe saputo trovarmi l’opportunità per far vedere il mio valore“.
E se ti avessero proposto un match con il campione che cosa avresti risposto?
Ye-a-a-ah“.
Pensavi di poterlo battere?
Ye-a-a-ah“.
Questa è la storia di OT, l’altro Tyson.
Se ti chiami così, hai deciso di fare il pugile e sei un peso massimo, per la miseria proprio nell’epoca del vero Mike Tyson dovevi capitare?
Ye-a-a-ah…

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