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Professionisti

Verso l'emozionante notte della sfida Williams -Matano

Williams vs Matano

 

 

E’ l’eliminatoria mondiale IBF dei superwelter.

 

 
 
 
 
Un sabato speciale per il ventinovenne ferrarese che, sul ring del Sands Bethlehem Event Center in Pennsylvania, dovrà produrre il match della vita contro l’imbattuto americano di Filadelfia. Chi vince verrà designato sfidante numero 1 del campione del mondo Jermall Charlo.
 Matano Poster america
 
di Maurizio Roveri
 
 
Battaglia. E’ il sostantivo maggiormente associato alla dura sfida che Marcello Matano sta per affrontare, contro Julian Williams, in una notte americana gonfia di turbinose trepidazioni e intense emozioni. Due pugili emergenti “faccia a faccia”. Con le loro ambizioni, con la loro energia, con il loro coraggio. C’è da aprire la porta che conduce alla chance mondiale.
Battaglia intensa, profonda, cruda, selvaggia, estenuante. Inesorabile. Da vivere con gli occhi della tigre. Al confine fra il sogno e l’illusione. E’ così che tutti immaginiamo questo confronto sul ring di Bethlehem, città della Pennsylvania a 50 miglia (un’ottantina di chilometri) a nord di Philadelphia.  Il vincitore avrà l’opportunità di salire nella posizione numero 1 del rating IBF fra gli sfidanti di Jermall Charlo il campione del mondo dei superwelter (Jr Middleweight). 
Marcello Matano, “Il Capitano” per i ragazzi della Ferrara Boxe e per gli amici di Occhiobello nel rodigino dove vive, dovrà mettere in scena il match della vita. Se vorrà prevalere sulla tecnica, la precisione e le certezze dell’ancora imbattuto Julian “J Rock” Williams sul ring del Sands Bethlehem Event Center.
Eliminatoria mondiale. “J Rock” Williams e “Il Capitano” Matano arrivano lanciatissimi a questo appuntamento. Eccitante e… impietoso. Impietoso perchè soltanto uno andrà avanti. L’altro - dopo tanta fatica e sudore e sacrifici per arrivare fino a lì - si sentirà respinto e dovrà ripartire, inseguire, riprovare, rincorrere. Con la speranza che un’altra opportunità di questo genere possa ripresentarsi, ma non è semplice perchè - a volte - certi treni passano una volta soltanto. Questa è la legge dura del ring. Al tempo stesso, è il fascino della Noble Art.
J Rock contro Il Capitano. Uno solo va avanti. Julian “J Rock” Williams è giovane, brillante, assetato di gloria. Ancora non ha conosciuto qualcuno in grado di sconfiggerlo. Ha 25 anni, è professionista dal 2010 quand’era diciannovenne (pensate che a quell’età… Marcello Matano cominciava, da pugile dilettante, a conoscere il pugilato!). 
J Rock è un tipo che ha fretta: 22 combattimenti da professionista, 21 vittorie (13 prima del limite) e 1 pari. Era il 13 maggio 2011 quando Francisco Santana, in California, frenò momentaneamente la sua ascesa costringendolo ad un verdetto di parità. Dopo quel match, Williams ha ripreso a vincere. Raccogliendo 15 successi di fila! Nove prima del limite. Come gli ultimi due: il 13 giugno 2015 in Alabama contro Arman Ovsepyan (TKO) per la cintura WBC Continental Americas, e il 22 settembre 2015 contro Luciano Leonel Cuello (TKO) nella difesa del titolo Continental Americas della WBC, proprio sul ring del Sands Event Center di Bethlehem. In Pennsylvania, ovviamente, J Rock è un beniamino. Williams infatti è di Philadelphia. Come di Philadelphia - la città di Joe Frazier e di… Rocky Balboa, sono i tre giudici chiamati a redigere i cartellini del match con Matano.
Matano Primo piano Marcello
 
Marcello “Il Capitano”, ventinovenne ferrarese, ha appena dieci anni di pugilato alle spalle. Cominciò tardi a frequentare la palestra. Prima… frequentava forse qualche compagnia sbagliata. Aveva necessità di dare un’identità e un valore alla sua vita. Il pugilato, con le sue regole, la sua disciplina, il suo fascino, la sua umanità, è stato fondamentale. Come importantissimo è stato l’aver conosciuto un istruttore, Roberto Croce, che lo ha “coltivato” con passione,con pazienza, con affetto, con convinzione. Sono cresciuti, anno dopo anno, lavorando insieme. In sintonia. Croce da insegnante, Matano come pugile. La palestra come scuola di vita. E adesso eccoli - insieme - essere fra gli interpreti di un main event internazionale, in una arena americana, gonfia di pubblico e di pathos. In una serata con in palio la qualifica di sfidante n. 1 del campione del mondo IBF dei superwelter!
Matano, dopo una carriera dilettantistica apprezzabile ma senza aver mai vinto i campionati Assoluti, debuttò da pugile professionista il 15 aprile 2011. Vincendo per KOT contro tal Alexandru Petrica (un modesto collaudatore che veniva da diciannove sconfitte in altrettanti match) al palasport di Santa Maria Maddalena. Comunque, si capì presto che il pugilato professionistico era in grado di sviluppare e valorizzare le caratteristiche del “torello” ferrarese rispetto ai tre rounds del dilettantismo che costringevano Marcello ad un tipo di boxe frenetico e non propriamente limpido. E’ così che al nono combattimento da professionista l’allievo del Maestro Roberto Croce diventava campione d’Italia: il 27 settembre 2013, sconfiggendo ai punti l’esperto Francesco Di Fiore, al palasport di Ferrara. Quel successo, e ancor di più la convincente difesa del “tricolore” respingendo con sicurezza l’assalto del valoroso Domenico Salvemini al palasport di Molinella il 23 maggio 2014, trasmisero a Matano la consapevolezza di poter fare cose importanti da pugile professionista. 
Acquisendo certezze, e rendendosi conto di avere prospettive interessanti davanti a sè, Marcello superò senza traumi quell’incidente di percorso del 12 settembre 2014 quando - sul ring dello stadio del baseball di Nettuno - si fece sorprendere da Felice Moncelli nelle cui mani lasciò il titolo italiano dei superwelter. L’unica macchia di una carriera professionistica che sta registrando al giorno d’oggi 17 combattimenti, 16 vinti (5 prima del limite) e 1 perso (kot). Quella sconfitta del 2014 portò al cambio del manager (da Cavallari a Loreni). Soprattutto produsse una bella reazione d’orgoglio in Matano, che con impegno e costanza, ha lavorato in palestra per migliorare tatticamente il suo pugilato e migliorare l’aspetto difensivo. 
Loreni e Croce hanno pilotato “Il Capitano” sulla strada della IBF, una delle principali Sigle della boxe professionistica mondiale. La International Boxing Federation è una Organizzazione professionistica fondata nel 1983, a Springfield. E’ una delle quattro Organizzazioni riconosciute dalla IBHOF, assieme a WBA, WBC e WBO. Tra i Campioni attualmente più prestigiosi della IBF il fortissimo kazako Gennady Golovkin, peso medio, poi il supermedio britannico James De Gale, il mediomassimo russo Sergei Kovalev (nominato “Fighter of the year” per il 2014 dalla rivista Ring Magazine), e anche il supergallo irlandese Carl Frampton, e appunto l’americano Jermall Charlo il detentore del titolo dei Jr Middleweight che troverà come sfidante numero 1 il vincitore della “battaglia” fra Williams e Matano.
J Rock è attualmente collocato al numero 5 della classifica IBF. E Marcello Matano immediatamente alle spalle. Numero 6. 
Come è riuscito il ferrarese-rodigino ad arrivare così in alto? A dargli spessore e una credibilità internazionale sono state le 3 chiare vittorie nei combattimenti per il titolo Intercontinentale. Tutti disputati nel 2015, l’anno del salto di qualità di Matano.
Percorso giusto. Nove mesi di furore. “Il Capitano” conquistò l’Intercontinentale IBF (che era vacante) al Pala Hilton di Ferrara, il 7 febbraio dell’anno scorso, imponendo la sua intensità e la sua determinazione al finnico Jussi Koivula (che s’era presentato a Ferrara con un record di 17 vittorie e 1 sconfitta). Sul ring del palasport estense anche l’esaltante difesa, vinta prima del limite, contro Mathias Zemski il 23 maggio. Poi, il 31 ottobre, un match-capolavoro dal punto di vista tattico: quella sera, ancora fr le mura amiche del Pala Hilton, Marcello Matano riuscì ad addomesticare l’allungo e la fisicità dell’ostico tedesco Nick Klappert, avversario esperto, insidioso, dal colpo pesante anche, però troppo monocorde per il ritmo intensissimo imposto e retto da Matano.
 
 Matano Williams TAPE

 

E adesso… per Il Capitano arriva la grande occasione. 
Chi ha visto, da You Tube, i filmati degli ultimi match di Julian Williams (e la sicurezza con la quale ha demolito gli avversari) può essersi fatto assalire da dubbi e interrogativi. Matano sarà all’altezza di un avversario così forte? Sarebbe stato - forse - più logico o prudente aspettare ancora un annetto, e frattanto far fare a Marcello altra esperienza internazionale, prima di tuffarsi in un’avventura così suggestiva ma anche così piena di insidie? Come si è arrivati ad accettare questo combattimento?
Mario Loreni, il manager che guida l’attività del superwelter nativo di Ferrara, respinge con decisione i dubbi e gli interrogativi. Parla chiaro, Loreni. “E’ una importante opportunità. Più che accettarla, l’abbiamo cercata. L’abbiamo cercata noi. Fare il pugile, a certi livelli, significa ambire a traguardi ambiziosi. Fissato l’obiettivo, abbiamo cominciato a lavorare per raggiungerlo. Matano si è preparato in maniera rigorosa. Scrupolosamente. E allora, dico che se la gioca. Sì, se la può giocare. Marcello nel corso del 2015 ha fatto vedere quel che vale. Ha vinto tre match per il titolo Intercontinentale e merita d’essere arrivato fin qui. Julian Williams è forte? Il match sarà difficile? Naturale che sia così, parliamo di livelli mondiali! In questo combattimento è in palio la designazione a sfidate ufficiale del campione del mondo Jermall Charlo”.
Quale strategia dovrà adottare Matano sul ring del Sands Bethlehem Event Center? “A mio parere - osserva Loreni - dovrà impostare un match abbastanza simile a quello che fece contro il tedesco Klappert nell’ottobre scorso. Portare colpi in serie, corti, rimando coperto e stando attento alle uscite. Dovrà essere Matano a prendere l’iniziativa e a fare sempre pressione. Marcello ha le caratteristiche per fare questo tipo di boxe. Io ci conto molto”.
Però… non sarà semplice avvicinarsi, cercare il corpo a corpo. Julian Williams allunga in maniera efficace quel diretto sinistro che porta con continuità e con buona scelta di tempo, e con il quale potrebbe riuscire a tenere a distanza e  controllarlo…
“E’ un match duro, difficile, lo sappiamo. Ma a volte i match difficili possono risultare meno complicati di quanto si possa immaginare. Molto dipenderà dall’atteggiamento di Matano, dalla sua solidità mentale. E da quali effetti produrrà la sua pressione”.
Tanti gli ostacoli sulla strada di Marcello Matano in quest’avventura americana. La tecnica di J Rock Williams, i 7 centimetri in più di altezza dell’americano (180 contro 173) e soprattutto i nove centimetri di vantaggio che Williams possiede di allungo (184 contro 175). Possono fare la differenza. Come può fare la differenza l’atmosfera dentro l’arena di Bethlehem. Williams è della Pennsylvania, combatte in casa, ha l’ambiente dalla sua parte…
Ma Loreni precisa: “Il discorso dell’ambiente, del fattore campo, è un argomento che fa parte di una mentalità ormai sorpassata. Un pugile va dove si possono prendere buoni soldi e c’è un’opportunità importante. Il fattore campo conta poco. Spesso vince chi è più bravo, o chi ha interpretato meglio il match. In tempi recenti, d esempio, ci sono stati casi di pugili che hanno perso un titolo europeo combattendo in casa, e viceversa c’è stato il caso di Giovanni De Carolis che a gennaio è diventato campione del mondo WBA dei supermedi, andando a conquistare il titolo in Germania e contro un tedesco”.
 
L’intensità. La continuità. La costanza. Il coraggio. Sono queste le risorse che accompagneranno Marcello “Il Capitano” Matano fra le sedici corde di Bethlehem. Inseguendo un’impresa. Sa che deve fare pressione, tenere sempre alto il ritmo, non concedere spazi a Williams. Marcello sa che - se il combattimento dovesse terminare ai punti - difficilmente il verdetto sarebbe dalla sua parte. Deve provare a vincere prima del limite. Non ha alternative. Per farlo, deve cercare di “sfinire” con un attacco incessante il suo avversario. Però, è una boxe estremamente dispendiosa. E’ una tattic che richiede grande capacità di soffrire. 
Marcello ha fiato e orgoglio. Ha lavorato tantissimo sulla resistenza. Lungo l’argine del Po, nelle mattinate di gennaio e febbraio, correndo in mezzo alle brume di Occhiobello, ha accumulato nelle gambe circa 600 chilometri. Tutta quell’energia gli servirà per fare “il match della vita”. Sul ring di Bethlehem, in Pennsylvania. A 6.800 chilometri di distanza da casa.
 
weigh in-0004 [Julian Williams Marcello Matano] (720x480) 
Occorrerà tutto il coraggio da guerriero. Matano sa che dovrà accettare dei rischi. Sa che Williams è pugile più tecnico. Quel jab sinistro di “J Rock” lo tormenterà, potrebbe diventare un’ossessione. Il nostro pugile non dovrà scomporsi, nè innervosirsi.  La saldezza di nervi in questa “battaglia” è fondamentale. Oltre alla convinzione. Chissà, alla lunga - con il passare dei round - Julian Williams potrebbe accusare una flessione sul piano fisico e non riuscire più a reggere la pressione di Matano. 
Julian “J Rock” Williams è forte, e apprezzato. E’ ben quotato, fors’anche perchè è uno dei circa 400 pugili “controllati” da quel personaggio potente che è Al Haymon, il creatore del grande circuito organizzativo “Premier Boxing Champions”. Julian Williams è n.5 per IBF, n. 7 per WBC e n.7 anche per WBA. E nei ratings di The Ring Magazine “J Rock” è collocato all’8° posto fra i migliori superwelter in circolazione, dopo Erislandy Lara, Austin Trout, Miguel Cotto, i gemelli Charlo (Jermell e Jermall), Demetrius Andrade e Vanes Maryrosian. Stessa posizione anche nella classifica del Transnational Boxing Rankings Board.
IL PROGRAMMA DELLA SERATA DI BETHLEHEM
(Sands Bethlehem Event Center, Pennsylvania. Inizio ore 7pm. Organizzazione King’s Promotion)
Pesi medi: Tony Harrison (22.1) contro Fernando Guerrero (28.3).
Pesi medi: Antoine Douglas (19.0.1) contro Avtandil Khurtsidze (31.2.2).
Pesi medi: Evgeny “The Ukraina Lions” Khytrov (12.0) contro Kenneth McNeil (9.1).
Pesi massimi: Joey Dawejko (16.4.2) contro Ytalo Perea (6.2.1).
Junior Middleweight, eliminatoria mondiale IBF: Julian “J Rock” Williams (Filadelfia, 21.0.1) contro Marcello “Il Capitano” Matano (Italia, 16.1.0) sulla distanza dei 12 rounds.
 
 (IBF jr middleweight eliminator)
Pesi ufficiali Julian Williams kg 69,853  vs. Marcello Matano Kg 68.3

 

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