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Scopriamo chi è Murata, il rivale di Blandamura per il titolo Wba

Ryoto Murata (13-1-0, 10 ko) ha festeggiato i 32 anni 12 gennaio.

In Giappone è un idolo. È stato il primo pugile a conquistare una medaglia olimpica sopra la categoria dei pesi gallo, il primo oro dopo Takao Sakurai a Tokyo 1964. Ha vinto il titolo nei medi ai Giochi di Londra 2012. L’anno prima aveva conquistato l’argento ai Mondiali di Baku.

Lo allena Sendai Tanaka, un 45enne che è stato il maestro anche di Marco Antonio Barrera, Erik Morales, Edwin Valerio e Jorge Linares. Insomma, un’altra celebrità da quelle parti.

È difficile che un giapponese primeggi nelle categorie superiori.
Prima del suo arrivo Shinnji Takehara (24-1-0, 18 ko, oggi 46 anni) era l’unico peso medio del Paese ad avere conquistato il titolo, impresa centrata il 19 dicembre 1995 contro Jorge Locomotora Castro. Cintura persa alla prima difesa contro William Joppy.

Ryota, alto 1.83, è campione della categoria al limite dei 75 chili e questo ha contribuito a ingigantirne la popolarità, ne ha fatto un uomo di successo. Oggi lo si può vedere in alcune pubblicità televisive, apparire sulle copertine delle riviste più importanti ed essere oggetto di grandi attenzioni, soprattutto da parte del pubblico femminile.

Ha sguardo, atteggiamento e abbigliamento da attore abituato a muoversi con disinvoltura sullo schermo. Ma è sicuramente la potenza ad averlo lanciato nel mondo della boxe, anche se la sua è stata un’avventura piena di momenti di pausa.

Ha cominciato tardi. Agli esordi il suo stile scomposto gli ha procurato più di una squalifica, al punto da fargli pensare che era meglio finirla lì. Aveva così chiuso con la boxe. Un viaggio in Tailandia ha riacceso la passione. Il fisico c’era, doveva solo adattare la mentalità al combattimento. Serviva maggiore pazienza.

La mancata qualificazione per l’Olimpiade del 2008 a Pechino l’ha spinto verso un secondo ritiro. Il matrimonio del 10 maggio 2010 con Yoshiko e la nascita del figlio Harumichi nel maggio dell’anno successivo l’hanno riportato sul ring.

Dopo Londra ha chiuso la carriera dilettantistica con un record di 119-19-0, 89 successi per ko. Il pugno c’era, ora bisognava che Morata scoprisse cosa fosse il professionismo.

Ha firmato con la Top Rank di Bob Arum e ha esordito il 25 agosto del 2013, in Giappone combatte per la Teiken Promotion il cui presidente ha un importante passato pugilistico alle spalle. Tsuyoshi Hamada (21-2-0, 19 ko, oggi 57 anni) è stato infatti il campione del mondo dei superleggeri Wba. Ha vinto il titolo contro Renè Arredondo, l’ha difeso contro Ronnie Shields.

Quello di Murata è stato un percorso netto fino al 20 maggio 2017 quando un verdetto scandaloso, nonostante si combattesse a Tokyo (split decision), lo ha privato della conquista del mondiale contro Hassan N’Dam N’Jikam.
Ho scritto di quel match: “Sì. È stata un’autentica rapina.
È stato il giapponese a inseguire per tutto l’incontro il francese.
È stato lui a mettere a segno i colpi più potenti.
È stato lui a mettere knock down il rivale al quarto round con un diretto destro fantastico.
È stato lui a scuotere N’Dam nella settima ripresa facendolo sbarellare e costringendolo ad aggrapparsi alle corde per non finire al tappeto.
È stato lui a portare il maggior numero di colpi.”
Il presidente della Wba, ente che sanzionava il match, ha ordinato la ripetizione dell’incontro. E Murata ha vinto.

Il destro è la sua arma migliore. Lo porta molto bene sia in diretto che in gancio. Non rari anche i montanti. Usa il sinistro per accompagnare l’azione, soprattutto nelle serie al corpo, per dargli consistenza. Ha ritmo e personalità.

Il 15 aprile a Yokohama difenderà il titolo contro Emanuele Blandamura (27-2-0, 5 ko), un giovanotto italiano di 38 anni.

“Nei prossimi giorni spero di sentire ancora la fame di successi che avevo prima della conquista del titolo. È determinante per restare campione”

Bob Arum dice di avere pronto per lui un match entro la fine dell’anno.

“Tornarci adesso non avrebbe senso, un mio incontro lì non riscuoterebbe grande interesse come quelli di Golovkin o Alvarez. Devo continuare a costruirmi la carriera passo dopo passo con avversari sempre più forti, poi andrò a giocarmi il grandissimo match. Blandamura è il test perfetto. Ha dimostrato in carriera di avere resistenza e coraggio, lo rispetto e sono convinto che verrà fuori un bell’incontro.”

Lele e Ryota hanno ripreso la preparazione, il lungo conteggio alla rovescia è appena cominciato.

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