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Storie di Boxe

...E un giorno il giovane uomo si scopre vecchio pugile

Foglie
"La giovinezza non è una questione di anni: si è giovani o vecchi fin dalla nascita"
(Natalie Clifford Barney)

Sono persone strane, gli atleti. Per tante ragioni. Compresa quella di diventare vecchi quando sono ancora giovani. La vita umana si è prolungata e con essa la carriera di chiunque pratichi attività agonistica.
Però, purtroppo, si è solo allungata. Non è diventata eterna.
Nello sport le differenze si misurano in millimetri, in centesimi di secondo.
Nel pugilato ancora di più, perché solo un battito di ciglia differenzia il non essere colpiti dall’esserlo. Il pugilato non è una corsa, né una partita a tennis, né una nuotata in piscina.
Se il fisico non è perfetto, sul ring non si arriva secondi, ma ci si fa male. Qualche volta troppo.
Per questo, con lo scorrere degli anni e l’accumularsi di migliaia di match nella mia memoria, sono diventato sempre più apprensivo, a volte addirittura timoroso, quando vedo un campione o un umile pugile attendere il gong d’inizio di un match e riconosco, ancora più sul suo volto che nel suo record, i segni incancellabili del tempo, i presagi di una sconfitta inevitabile e preparata dalla lenta macina della natura.
Lasciare il ring è un momento angosciante, talvolta sconvolgente.
“Pugili una volta, pugili per sempre”, scrissi tempo fa.
Lo ribadisco.
E perciò lo strappo deve avvenire al momento opportuno, senza pagare un biglietto troppo caro. Campione o no, non fa differenza. Perché se il saluto di commiato non lo farai spontaneamente tu, guerriero del ring, prima o poi ti costringerà a farlo un qualsiasi ragazzino pieno di sogni e affamato di vittorie.
Inoltre la gente, che sa essere meravigliosa ma anche crudele, forse dimenticherà in un solo istante ciò che hai conquistato in tanti anni e seppellirà la magia dei tuoi momenti d’oro sotto la terra delle ultime sconfitte.
O peggio, ti guarderà con pietà, l’onta peggiore che possa essere riservata a chi ha vissuto la sua esistenza sempre a tavoletta, sotto l’impulso di un coraggio e di un orgoglio che profumano ancora di tempi antichi e mai del tutto scomparsi.
Ma soprattutto, chi ama lo “sport-non solo sport”, vuole vederti davanti a sé nei tempi futuri, sereno e in perfetta forma, simbolo di un’arte nobile e senza eguali, a sventolare la bandiera del pugilato.
Di ciò che sei, che sei stato e sempre sarai.
Per preparare la strada a coloro che verranno dopo, affinché la magica follia del ring non muoia mai.

"LA BOXE FA CIO' CHE VUOLE". Il mio nuovo libro è reperibile nelle maggiori librerie e nei siti librari di internet (Pag. 250 - Ed. Edizioni Slam - Absolutely Free Libri-Roma).

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