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Storie di Boxe

LA BOXE AGONISTICA E' PER POCHI!

di Gualtiero Becchetti

Ko
"Talvolta si crede di volare e invece sono calci nel sedere"
(Fausto Melotti)

 

Chi dice che é per tutti o non sa cosa sia o racconta frottole.
L’allenamento di pugilato é per tutti!
Anzi! Di più…Andrebbe consigliato a tutti.
Ma battersi sul ring é un’altra cosa.
C’é la stessa differenza che passa tra un normale automobilista patentato e un pilota di Formula1!
Per essere un pugile vero occorre il fisico perfetto, il carattere, un allenatore degno di tale nome, una sufficiente sapienza tecnica, un enorme spirito di sacrificio, un’autodisciplina ferrea, una preparazione senza sconti, una famiglia collaborativa, l’età giusta e persino degli amici adeguati che dicano sempre la verità.
Nel bene e nel male.
Altrimenti il pugilato può essere molto, molto pericoloso e causare disastri.
Non é una partita a tennis né una corsa tra i prati. Nemmeno una scazzottata ai video-giochi.
Troppo spesso infatti si deve parlare di qualcosa che non doveva accadere ed é accaduto e a cui non si riesce mai a scrivere la parola “fine”.
Il dramma della boxe moderna é che é diventata preda di chiunque…
Il muro di separazione tra finzione e realtà è ormai quasi trasparente.
Internet eleva a livello di campioni ragazzi alle prime armi che talvolta nemmeno dovrebbero indossare i guantoni. Non ci sono più limiti di età e gente adatta ad accudire i nipotini fa ancora a pugni tra le sedici corde.
Tra la competenza, l’esperienza, la vocazione del tecnico e il diplomino da appendere al muro conquistato con una manciata di euro non c’é quasi più differenza.
Chi vince match senza valore diventa in un attimo aspirante al titolo mondiale e chi subisce una batosta é al contrario incitato dagli ultras della curva di Facebook a provarci e riprovarci ancora, come se prendere pugni avesse gli stessi effetti di sbagliare una buca giocando a golf…
Accade perché le voci prevalenti del pugilato contemporaneo sembrano essere quelle degli anonimi “intenditori” dei “social”, quelli che scrivono “box” e sul ring (e forse persino a bordo ring) non ci sono mai stati ma soprattutto mai ci andranno!
Non é raccontando bugie che si rende un buon servizio al pugilato! Non é descrivendolo come un’innocua competizione tra ragazzi di carattere focoso o un’amena attività che si può svolgere allenandosi quando se ne ha voglia e tempo.
Bisognerebbe sempre e crudamente affermare la verità, anche se essa può deludere nel profondo chi l’ascolta.
Per un giovane o una ragazza sentirsi dire che non si possiedono le doti per combattere o che é giunto il tempo di smettere o che una determinata vittoria è cosa di poco conto mentre una determinata sconfitta é risultata troppo dura o che per gioco e senza allenamento si va in pizzeria ma non sul ring, é ovvio che provochi dolore, rabbia e frustrazione.
Ma sempre meno di quando si é lassù, a mettere a repentaglio da soli la propria integrità fisica, talvolta la vita, perché non si sa bene cosa sia il pugilato dal momento che nessuno l’ha loro mai spiegato in modo approfondito e preciso.
Una disciplina meravigliosa, uno “sport-non solo sport” senza eguali, un’attività educativa e formativa come poche altre.
Purché coloro che possono veramente permettersi di praticarlo non debbano pagare un prezzo troppo alto.
Altrimenti la Noble Art può trasformarsi in una strega cattiva. E il dolore sarà di tutti.

 

"LA BOXE FA CIO' CHE VUOLE". Il mio nuovo libro è reperibile nelle maggiori librerie e nei siti librari di internet (Pag. 250 - Ed. Edizioni Slam - Absolutely Free Libri-Roma).

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