Manny, problemi alla spalla. Mayweather confessa: “Un altro match e smetto..."
Una voce, riportata da Yahoo Sport, rivela un piccolo giallo alla vigilia del mondiale. Manny Pacquiao si è infortunato alla spalla destra in allenamento tre settimane fa. Si è sottoposto a una cura di antinfiammatori approvada dalla Wada (la commissione antidoping). Ieri pomeriggio, giunto nello spogliatoio ha chiesto che li facessero un’iniezione che alleviasse il dolore. La Commissione Atletica del Nevada gliel’ha negata.
“In questo modo hanno compromesso l’esito del match” ha dichiarato Bob Arum.
Visto sul ring, non mi sembra che il danno alla spalla abbia limitato il rendimento del filippino.
Intervistati subito dopo il match i due protagonisti hanno espresso, come era prevedibile, differenti stati d’animo. Diplomatico, per nulla arrogante Money. Pieno di recriminazioni e non convinto per niente del verdetto Pacman.
Ha detto Floyd Mayweather: “Manny Pacquiao è un avversario difficile. È un vero campione e stasera ci siamo espressi entrambi al meglio. Disputerò la mia ultima battaglia a settembre, quel giorno sarà arrivato il momento per me di appendere i guantoni al chiodo. Ormai ho quasi 40 anni. Sono in questo sport da diciannove. Sono stato campione del mondo per 18 anni. Sono veramente grato al Signore, lo ringrazio per questa vittoria. Sapevo che avrei dovuto faticare per raggiungere il successo, ma ce l’ho fatta. Mio padre si è lamentato, voleva più incisività. Ma Manny Pacquiao è un campione, con lui ogni cosa diventa più complicata. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare, è stato un grande match. Sono un pugile calcolatore, non un combattente scriteriato. Quando sarà scritta la storia, questo incontro avrà il posto che merita”.
Eccolo Manny Pacquiao: “Sono rimasto molto sorpreso quando ho sentito i cartellini dei giudici. Ho vinto la battaglia, ne sono convinto. Lui non ha fatto nulla. Ha solo corso. L’ho colpito molte più volte di quante lui abbia colpito me. Ho visto i suoi pugni, li ho evitati, penso di aver meritato il successo. Non è facile tirare molti colpi se l'avversario si muove continuamente e sguscia via. Posso gestire la sua boxe. Non è potente come Margarito o Cotto”.