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Bordo Ring

L'impiccio spagnolo

Galan2 copyIl presidente Galan scrive: “La mia recente elezione non è compatibile con l’appartenenenza a qualsiasi organizzazione professionistica”. Ma resta a capo di una Federazione che pratica il professionismo…


Il documento che mostriamo è il nulla osta concesso a un pugile spagnolo, Angel Lorente Sanchez, per un match professionistico: il titolo Wbc del Mediterraneo contro Ali Hallab, disputato in Francia il 15 novembre (e vinto dal francese). La data in calce è quella dell'11 novembre 2013, cioè posteriore a quella (21 ottobre 2013) in cui il presidente federale Galan (foto) ha rassegnato le dimissioni da Wbc ed Ebu (di cui era rispettivamente segretario internazionale e membro dell’Esecutivo). Questo documento vuol dire che la Spagna continua a frequentare il mondo del professionismo. Ma vuole anche dire che all’interno di quella Federazione c’è una grande confusione!

FEB1

Sembra che Antonio Martin Galan sia convinto che il suo intendimento sia stato mal interpretato. Che le cose stiano così, ma non esattamente così. Che vorrebbe smentire chi lo ha frainteso. Ma, esattamente, cosa vorrebbe smentire?

E’ il presidente della Federazione Spagnola? Sì.

Ha dato le dimissioni dall’Ebu? Sì.

Ha dato le dimissioni dal Wbc? Sì.

Ha detto e scritto che vuole rispettare solo le regole Aiba? Sì.

Ha detto e scritto che per lui esiste solo il dilettantismo? Sì.

Il signor Galan afferma che non vuole più avere niente a che fare con il professionismo, ma che la Federazione di cui è a capo continuerà a farne parte.

Nel primo capoverso della lettera inviata al World Boxing Council, il dirigente iberico scrive testualmente: “Sono totalmente votato al pugilato dilettantistico e la mia recente elezione a presidente della Federazione Spagnola di Pugilato non è compatibile con la mia appartenenenza a qualsiasi organizzazione professionistica di boxe, in accordo con i regolamenti dell'Aiba.

Quando scrive “non è compatibile con la mia appartenenenza a qualsiasi organizzazione professionistica di boxe”, intende l’intero mondo del professionismo? Dimentica forse che la Spagna che lui dirige appartiene anche a quel mondo del professionismo che lui stesso ha abiurato?

Sul sito federale iberico si legge: “Alla luce dei recenti sviluppi e seguendo le raccomandazioni dell'Aiba, il nostro presidente ha interrotto i rapporti con il World Boxing Council e l'Ebu, enti dedicati alle organizzazioni professionistiche di pugilato.

E allora perché un pugile spagnolo ha disputato un campionato del Wbc?

Il signor Galan afferma che lui (cioè il presidente della Federazione spagnola) si è dimesso da Wbc/Ebu e non vuole più avere niente a che fare con il professionismo in osservanza delle regole Aiba, ma che la Federazione continuerà a farne parte come se niente fosse. Scinde se stesso in due entità. Ma l’una non può prescindere dall’altra.

Anche perché è come presidente che ha detto e fatto tutto questo (“la mia recente elezione a presidente della Federazione Spagnola di Pugilato non è compatibile…”).

Se il cittadino Martin Antonio Galan avesse rassegnato le dimissioni e condannato il mondo del professionismo extra Aiba, nessuno se ne sarebbe accorto.

Faccio un esempio per essere ancora più chiaro.

Io sono il presidente della Federcalcio Italiana, un bel giorno affermo pubblicamente che sono contrario al professionismo e presento le dimissioni ufficiali dalla Fifa con tanto di lettera intestata. Ma resto presidente della Federazione Italiana e dico che la stessa continuerà ad essere membro Fifa e parteciperà alle sue competizioni, europei e mondiali inclusi. Vi sembrerebbe normale e, soprattutto, vi sembrerebbe possibile?

Come posso io essere il presidente di un’associazione di cui non condivido il comportamento?

E ancora. Come fa Galan ad avallare l’attività professionistica della sua Federazione? Come fa a permettere che si concedano nulla osta che consentono ai suoi pugili di partecipare a un campionato Wbc/Ebu, enti da cui si è dissociato non riconoscendone nè l'autorità nè il campo di interesse?

E come si giustificherà con la stessa Aiba che vieta qualsiasi contatto, quasi si tratti di appestati, con ogni organizzazione professionistica?

Il grande male del pugilato, non lo scopro certo io, sono i dirigenti. E questo caso ne è l'ennesima conferma.

Sarebbe bastato rifiutare la presidenza nazionale per evitare la contaminazione con il virus pestifero del professionismo. E invece no. Resta presidente e si dimette da Wbc/Ebu come individuo, ma contemporaneamente afferma che la Federazione che dirige continuerà a lavorare con entrambe le associazioni.

Ma per favore!

Ho chiesto a personaggi che stimo e che conoscono molto bene l’ambiente pugilistico mondiale di aiutarmi a capire questa assurdità. Ci hanno provato, non ci sono riuscite.

Non potrò mai capire come si possa affermare di non volere avere niente a che fare con il professionismo e si possa allo stesso tempo dirigere una Federazione che continua a farne parte. “La Spagna resta nelle organizzazioni internazionali, ma con membri che non hanno diritto di voto” mi è stato detto. Peggio ancora. Come si può passivamente accettare che l’Ente che dirigi perda ogni “potere contrattuale”?

A voi sembra normale tutto questo?

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