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Non si facciano appassire le Mimose

Vorrei che l’ 8 marzo non fosse solo il giorno delle mimose:

Tennis e cinema: Terre battue

"Il tennis è 90% dolore e 10% piacere"

Un piccolo diavolo ed una grande signora

Un detto popolare spesso utilizzato per ogni cosa ” Non c’è più religione” mi ronzava in testa mentre vedevo su Rai 1,in compagnia di dieci milioni di spettatori Roberto Benigni leggere e commentare i 10 Comandamenti scritti da Dio sulle celebri Tavole della Legge poi donate a Mosé ed a tutti gli essere umani.  Dopo aver fatto l’esegesi” Della Divina Commedia dantesca,  commentato da “costituzionalista” La Costituzione e da “melomane” anche l’Inno di Mameli il nostro “intellettuale “più celebre si è misurato con un compito che in teoria spetterebbe ad un principe della Chiesa, ossia il Papa, se ormai la figura di quest’ultimo non avesse nel tempo perso le proprie connotazioni spirituali per diventare “personaggio” lasciando campo a Benignaccio, trasformatosi da ottimo comico di rottura con un certo cattocomunismo a “icona” buona per tutte le parrocchie, renziane o vaticane: Bergoglio l’ha chiamato al telefono e l’Avvenire plaude al suo “sermone”. Come Benigni ha detto, in una delle sue poche battute comiche, la porpora cardinalizia sarebbe il prossimo passo, sempre se non lo si candidi direttamente al Quirinale.    

Nati non fummo per viver come bruti

Ed alla fine ricominciò il campionato di calcio.

Tennis: From Paris with love

Nella stessa settimana re Juan Carlos di Borbone abdicava dal trono di Spagna e il suo “suddito” Rafael Nadal riconquistava quello tennistico di Francia.

F1 2014/ Lotta Mercedes - Ferrari, ma attenzione alle sorprese

Rivoluzione. Questa è la parola d’ordine della Formula 1 2014 che con un ampissimo cambio regolamentare ha cancellato, quasi completamente, tutte le certezze di piloti e scuderie. Sebastian Vettel, vincitore degli ultimi quattro titoli Mondiali, già adesso sa che non riuscirà a difendere il titolo. Chi sarà il suo successore? Ancora nessuno può dirlo.

Il ritorno dei motori turbo ha costretto tutte le scuderie a creare delle vetture nuove. I piloti, che si sono pure dovuti mettere a dieta e, che dovranno accelerare e frenare in modo molto diverso, nel prossimo weekend correranno a Melbourne, dove si apre il Mondiale 2014.

Favoriti per la prima gara non ce ne sono. Perché tutte le scuderie nei test di Jerez e del Bahrain hanno lamentato grossi problemi di affidabilità. E in un coro unanime praticamente tutti hanno detto che la prima gara sarà ad eliminazione, e chi giungerà al traguardo di sicuro porterà a casa dei punti.

Red Bull e Lotus, prima e quarta negli ultimi due campionati, sono nei guai. Perché la Renault non è riuscita a progettare un motore perfetto, come quello ha permesso a Vettel di vincere sempre e che ha permesso alla casa francese di superare la Ferrari come numero di vittorie in Formula 1. Red Bull e Lotus corrono il rischio, assai concreto, di vedere entrambi i suoi piloti ritirati nella prima gara.

Chi ha fatto le cose come si deve, a livello di motori, è la Mercedes. La casa di Stoccarda punta al titolo Mondiale. Hamilton e Rosberg se non avranno problemi tecnici si giocheranno il successo tra loro. Ma nemmeno la Mercedes nei test è stata immune, entrambi i piloti si sono dovuti fermare per vari contrattempi. Motorizzati dalla Mercedes sono pure la McLaren, per l’ultimo anno, la Williams, per la prima volta, e la Force India, ancora della ricerca della prima vittoria della sua storia. Tutte queste tre scuderie hanno in Australia una chance colossale ed i piloti di McLaren, Williams e Force India sognano in modo concreto il colpo grosso, ma per loro anche un podio sarebbe eccezionale.

E poi c’è la Ferrari che vuole tornare a vincere e per questo schiera due campioni del mondo: Fernando Alonso, vincitore nel 2005 e nel 2006, e secondo con la Ferrari nel 2010 e nel 2012, in entrambi le occasioni perse il titolo all’ultima gara, e Kimi Raikkonen l’ultimo campione del mondo in rosso. Vedendo la loro storia e vedendo la storia della Ferrari è probabile, per non dire certo, che soprattutto all’inizio in condizioni normali lo spagnolo e il finlandese non potranno puntare alla velocità massima, e di conseguenza alla pole position. Entrambi, però, in gara danno il massimo e la Ferrari punta sulla loro classe e sulla loro capacità di gestione di gomme e vettura. Se l’affidabilità ci sarà e il Mondiale partirà bene, la scuderia di Maranello potrà riprendersi il titolo Mondiale.

Tennis: Cherchez la femme

Chi è stato l’ultimo cavaliere a rendere omaggio alla propria dama?

Champions League 2014/ Il meraviglioso Gruppo F

Luciano De Crescenzo nel suo film più famoso ‘Così parlo Bellavista’, che ebbe otto nomination ai ‘David di Donatello’ del 1985, ad un variegato gruppo di adepti provava a spiegare, a modo suo, la filosofia. Il Professore a loro disse che gli uomini si dividevano in due categorie: gli uomini d’amore e gli uomini di libertà. La stessa divisione si poteva effettuare per i popoli e le nazionali europee. Questa stessa distinzione si può fare nel calcio, dove esistono squadre d’amore e squadre di libertà. Le squadre di libertà sono quelle che tradizionalmente vincono in continuazione come il Manchester United, il Bayern Monaco, la Juventus, il Real Madrid o la Germania; che si contrappongono alle squadre d’amore, che magari non vincono tanto, ma che entusiasmano la gente come la grande Olanda di Cruyff, che non è riuscito a vincere né i Mondiali né l’Europeo, ma è una delle squadre più amate di tutti i tempi. In questa edizione di Champions League sono state inserite nello stesso gruppo quattro squadre d’amore, che si somigliano in un modo impressionante: tutte e quattro sono sospinte da un pubblico meraviglioso, che vive in simbiosi con la propria squadra e tutte queste squadre giocano un calcio allegro e divertente.

Arsenal – Da diciassettenne anni Wenger guida i ‘Gunners’, che con il tecnico alsaziano sono passati dall’essere il ‘boring Arsenal’ (cioè il noioso Arsenal) ad una delle squadre più belle, e forse più perdenti, d’Europa. L’alone che si è creato attorno alla squadra londinese ha l’aura della misticità. Perché l’Arsenal è una squadra capace di tutto nel bene e nel male tanto in Inghilterra quanto in Europa, dove spesso è riuscita a battere la squadra che poi ha vinto la Champions. Lo scorso anno in Coppa di Lega i ragazzi di Wenger subirono quattro gol nella prima mezz’ora con il Reading, che fu rimontato e battuto ai supplementari per 7 a 5! Nel turno successivo i ‘Gunners’ persero, ai rigori, con il Bradford, una squadra di quarta Divisione! Lo spettacolo che si vede sul campo e sugli spalti generalmente vale il prezzo del biglietto, se vincessero un po’ di più i londinesi sarebbero perfetti, ma forse poi diventerebbero una squadra di libertà.

Borussia Dortmund – Lo scorso i giallo-neri hanno stupito e deliziato tutti in Champions League. La banda di Klopp ha iniziato la manifestazione sperando di andare il più avanti possibile ed hanno chiuso il trofeo sfiorando il successo. Con un gioco spettacolare il Borussia si è fatto apprezzare ed amare da tanti appassionati neutrali, colpiti anche da quella splendida tifoseria, che con delle coreografie magnifiche è diventata una delle più popolari d’Europa.

Olympique Marsiglia – Delle quattro squadre del Gruppo F l’OM è l’unica squadra che è riuscita a vincere la Coppa dei Campioni. Il merito di quel trionfo fu di Bernard Tapie, un personaggio al quanto controverso, che allestì una squadra strepitosa che dopo aver perso la finale nel ’91, vinse due anni dopo a Monaco di Baviera contro il Milan. Ma quello straordinario successo, che resta l’unico trionfo francese in Champions, i meravigliosi tifosi del Marsiglia se lo sono goduti poco. Perché poche settimane dopo si scoprì che Tapie si era comprato una partita di campionato. Risultato: retrocessione in Ligue 2 per il Marsiglia. Squadra d’amore d’origine controllata.

Napoli – Parlare, e scrivere, dei partenopei è facile. Perché pensando a Maradona vengono in mente parole come fantasia, genio, calcio spettacolo e grandi successi. Pensando alla splendida cavalcata che gli azzurri hanno fatto due stagioni fa viene in mente il contagioso entusiasmo del presidente, dei calciatori, dello staff tecnico dell’epoca e dei fantastici tifosi, che per primi in Europa hanno cantato dal primo all’ultimo secondo l’inno della Champions League, con annesso boato finale, che è stato capace di spaventare giocatori abituati a mille battaglie.

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