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La Boxe nella storia

"Macho" Camacho,Pintor e Zapata entrano nella All of Fame : la casa della leggenda .

Tre "immortali" a pieno titolo
 
 
 Da ieri, il p.ricano Hector "Macho" Camacho (79-6-3), il messicano Lupe Pintor (56-14-2) e il panamense Hilario Zapata (43-.10-1) sono entrati a far parte della International Boxing Hall of Fame (IBHOF) di Canasota, il tempio degli immortali che con le loro imprese hanno scritto pagine importanti e incancellabili della storia del pugilato.
I membri dell'' "Associazione scrittori di pugilato" li hanno ritenuti meritevoli di ricevere questo grande onore scegliendoli in una lista che comprendeva trenta nominativi, tra i quali vi era anche quello di Gianfranco Rosi.   
La cerimonia di incoronazione avrà luogo il 12 giugno 2016 naturalmente a Canasota nella sede delle IBHOF. 
Dei tre nuovi "immortali" indubbiamente il più noto al pubblico è senza dubbio Hector "Macho" Camacho, protagonista di una carriera memorabile, tragicamente scomparso nel 2012 all'età di 50 anni, raggiunto da un colpo di pistola a San Juan di p.rico, mentre era tranquillamente seduto sulla sua auto parcheggiata.
Nato a P.rico, ma cresciuto nel quartiere di Harlem a New York, Camacho nel corso della sua carriera ha conquistato il titolo mondiale in tre diverse categoria di peso vale a dire s.piuma, leggeri e s.leggeri.
Pugile completo, Camacho era un maestro di tecnica e un ottimo incassatore grazie ad una mascella di granito che gli ha permesso di non subire alcun atterramento in trenta anni di carriera professionistica.
Il suo talento naturale e la spettacolarità della sua boxe gli hanno consentito gli hanno fatto guadagnare l'apprezzamento e il sostegno da parte dei potenti network statunitensi, che non gli hanno mai fatto mancare il loro contributo economico.
Conquista la sua prima cintura mondiale, quella dei s.piuma  WBC, nel 1983 all'età di 21 anni, battendo per kot alla quinta ripresa il messicano Rafael "Bazooka" Limon (foto), titolo che difende contro Rafael Solis (ko 5).  
   
Dopo questo incontro sale nei pesi leggeri dove nel 1985 conquista la versione WBC del titolo battendo ai punti il fortissimo messicano Jose Luis Ramirez, titolo che difende dall'assalto di Edwin Rosaro (foto)  e Cornelius Boza Edwards.
La sua conformazione fisica e una scarsa disciplina al di fuori del ring non gli permettono di militare per lungo tempo tra i pesi leggeri e la neo nata WBO gli offre su di un piatto d'argento l'occasione di conquistare la cintura dei s.leggeri.
Nel 1989 un epico incontro con Ray "Boom Boom" Mancini, vinto ai punti per SD, lo incorona per la terza volta campione mondiale. 
Difende il titolo in due occasioni contro Vinny Pazienza e contro Tony Baltazar. Nel 1991 arriva la prima sconfitta della carriera di fronte a Greg Haugen sul quale si prende immediatamente la rivincita tre mesi dopo. Sempre tra i s.leggeri tenta di conquistare la versione WBC del titolo, certamente più prestigiosa della WBO, ma nulla può dinnanzi ad un altra leggenda del pugilato, il messicano Julio Cesar Chavez, in quel periodo al massimo del suo splendore.
Nuovi problemi di peso gli impongono il passaggio nei pesi welter, categoria nella quale nel 1994 affronta il connazionale Felix Trinidad (altro IBHOF) per la versione IBF del titolo, ottenendo una onorevole sconfitta ai punti.
Dopo aver sconfitto Roberto "Mano de Pietra" Duran nel 1996, pur senza titolo mondiale in palio, nel 1997 affronta l'incontro più importante della carriera. Sul ring del Convention Center di Atlantic City, Camacho batte per kot alla quinta ripresa nientemeno che sua maestà Ray "Sugar" Leonard, al suo ennesimo rientro sul ring. 
Questo successo gli spiana la strada per l'ennesimo incontro con titolo mondiale in palio dove viene superato ai punti da Oscar De la Hoya per la cintura dei welter WBC.
Termina qui la carriera ad alti livelli di Camacho, carriera che si trascinerà stancamente sino al ritiro definitivo avvenuto nel 2010.
Dal 1974 al 1995 è durata invece la carriera del peso gallo messicano Guadalupe Lupe Pintor (56-14-2 44 ko), terribile picchiatore, diventato campione mondiale nel 1979 grazie al successo ai punti per SD, dopo aver subito un atterramento nel corso della quarta ripresa, con un altra leggenda del pugilato mondiale, anche lui IBHOF, ossia il connazionale Carlos Zarate.
Difende il titolo in otto occasioni superando nell'ordine Alberto Sandoval, Eijiro Murata, Johnny Owen, Alberto Davila, Jose Uziga, Jovito Rengifo, Hurricane Teru e Seung Hoo Lee.
problemi a rientrare nei limiti di peso della categoria gli impongono il passaggio tra i s.gallo, dove, nel 1982, gli viene offerta la grande possibilità di conquistare la versione WBC del titolo. Purtroppo per lui si trova di fronte un altro asso delle dodici corde, il formidabile picchiatore p.ricano Wilfredo Gomez, altro IBHOF, che lo supera per kot alla quattordicesima ripresa.
L'occasione non gli sfugge nel 1985 quando supera ai punti Juan Kid Meza. Il suo regno è di breve durata visto che cinque mesi dopo non riesce a rientrare nei limiti di peso della categoria e deve lasciare il titolo in Thailandia nelle mani di Samart Payakaroon che lo supera per KO alla quinta ripresa. 
Nel rispetto della sua fama e del suo prestigio sarebbe stato meglio per lui e per tutti quelli che lo hanno ammirato che la sua carriera terminasse in questa occasione, ma, come purtroppo accade spesso, Pintor dopo otto anni di inattività, per problemi finanziari sale ancora sul ring senza ottenere più risultati degni del suo glorioso passato.
La sua carriera e la sua vita sono state però segnate dalla tragica morte del gallese Johnny Owen, deceduto nel 1980 a Los Angeles dopo due mesi di coma in seguito al KO subito nel corso della dodicesima ripresa al termine di un incontro durissimo.
"E' una grande notizia questa per me e sono felice che questo riconoscimento sia arrivato quando sono ancora in vita. Sono molto emozionato e grato per questa enorme soddisfazione".
nota-box-lupe-pintor
"Voglio urlare la mia gioia. Sono così contento di essere stato eletto che non sto nella pelle. Non vedo l'ora di andare a Canasota a ricevere il premio e condividere questo grande onore con i miei tifosi. Sono particolarmente felice di entrare nella IBHOF come il mio connazionale, amico e fonte di ispirazione Roberto Duran".
Hilario Zapata (der.), junto a Roberto Durán, el pasado martes en la cena de gala de la Asociación Mundial de Boxeo.
Questo il commento a caldo da parte di Hilario "Bujia" Zapata (43-10-1), campione mondiale tra i mini mosca e mosca negli anni 80, che ha iniziato a praticare il pugilato da quando aveva dodici anni.
Un vero globetrotter del ring Zapata che accettava, senza problemi, ingaggi in ogni parte del mondo combattendo al ritmo di un incontro ogni tre mesi. 
Fantastica la sua carriera tra i mini mosca titolo conquistato nel 1980 battendo il giapponese Shigeo Nakajima e difeso in ben undici occasioni, intervallate dalla sconfitta con Amado Urzua, prima di lasciarlo nelle mani del coreano Jung Koo Chang.
Ottima anche la sua militanza tra i pesi mosca culminata nel 1985 con la conquista del titolo WBA  contro Alonzo Gonzalez,, titolo difeso in sei occasioni prima di essere sconfitto in Colombia da Fidel Bassa.
Tentò di diventare campione mondiale anche tra i s.mosca, ma il fortissimo coreano Sung Kil Moon lo spazzo via in una ripresa nel 1993, in quello che fu il suo ultimo incontro disputato, quando oramai era l'ombra del grande pugile che fu, debilitato nel fisico e nella mente dal continuo uso di sostanze stupefacenti.
Una discesa agli inferi che, sopratutto dopo la fine della sua carriera agonistica, lo ha segnato profondamente riuscendo però a vincere anche questa battaglia grazie al periodo riabilitazione al quale si è sottoposto a Cuba nella casa di cura che nello stesso periodo ospitava Diego Maradona.  
Max

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