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La Boxe nella storia

61 anni fa dopo "il magico 49" Rocky Marciano lascia la boxe

Marciano win Walcott

 di Leonardo Pisani

Sono passati sessantuno anni da quel 21 settembre 1955, quando l’italoamericano Rocco Francesco  Marchegiano meglio conosciuto come Rocky Marciano sostenne il suo ultimo incontro. Era il suo 49 match; un numero entrato nel mito della storia della boxe; 49 vittorie su 49 incontri. The Brockton Blockbuster quel giorno annunciò la fine della sua straordinaria carriera. Prima di lui e dopo di lui nessun campione mondiale della massima categoria si ritirò imbattuto e quel “Magico 49” resta ancora un record inviolato nei massimi. Il suo ultimo avversario non era un pugile qualunque; si trattava della Vecchia Mangusta Archie Moore, l’uomo senza età; il pugile dalle mille vite capace di strepitose vittorie anche in tarda età. Moore si presentò allo Yankee Stadium nel  Bronx con un record di 120 vittorie con 82 prima del limite, 5 pari e 19 sconfitte.

Aveva l’intenzione di entrare nella storia della boxe come il primo campione mondiale dei mediomassimi a vincere il massimo titolo. A sbarrargli il passo l’imbattuto picchiatore di origini abruzzesi abruzzese con 48 vittorie di cui 42 prima del limite. Nella preistoria solo Bob Fitzimmons, campione dei medi aveva conquistato il titolo dei massimi.Certo  tanti campioni mondiali erano partiti da categoria inferiori : Burns dai leggeri; Dempsey; Tunney, Schmmeling; Braddock dai medi e dei welter  , Charles da mediomassimo ad inizio carriera, Jersey Joe Walcott da medio; ma nessun campione mondiale dei mediomassimi era riuscito nell’impresa. Fallì’ Jack Root contro Marvin Hart; fallì il tecnicissimo Philadelfia O Brien contro Johnson e Burns.  The Orchide Man  Georges Carpentier fu frantumato dal selvaggio Dempsey,il sempreverde Tommy Loughran fu sconfitto dal nostro Primo Carnera; John Henry Lewis spezzato in una ripresa da Joe Louis. Billy Conn sfiorò l’impresa prima di andare kot contro Louis; Gus Lesnevich e Joey Maxim fermati dal fuoriclasse Ezzard Charles. Un mediomassimo che preferì i massimi per le borse. Insomma sembrava che ci fosse una maledizione per i campioni dei mediomassimi; sembrava che il massimo titolo fosse stregato per loro. Ma il vecchio Archie Moore andò  sul quadrato deciso a sfatare quella maledetta  leggenda. Aveva 20 anni di carriera alle spalle. Nell’ultimo anno aveva stroncato Bobo Olson, Harold Johnson e Joey Maxim, strabattuto i terribili pesi massimi Nino Valdez, Bert Whitehurst ( per i lucani fu avversario di Rocco Mazzola)e Bob Baker.

Certo L’italiano era favorito 4-1 ma Moore andò per vincere, leggermente più alto 180 contro 178, un allungo maggiore 191 contro i pochi 173 cm di Rocky, ed anche leggermente più pesante.

Moore ammutolì i 61 574 spettatori dello Yankee Stadium quando alla seconda ripresa mise al tappeto Marciano. La roccia italoamericana si rialzò dopo due secondi; perse il round ma poi iniziò a mettere sotto pressione Moore che  ,nonostante la sua abile difesa, andò al tappeto due volte nella sesta, una volta nella ottava e poi definitivamente alla 9 ripresa, quando  ad 1 minuto   e 19 secondi  fu colpito dal terribile “Suzy-Q” di Rocky, il terrificante destro di marciano . La “vecchia mangusta” tra l’amareggiato e il meravigliato, confessò: « Quando alla seconda ripresa con un corto diretto destro d `incontro alla punta del mento l `ho inviato al tappeto, Rocky  ha toccato con il solo ginocchio sinistro e al due me lo sono rivisto in piedi di fronte a me, mi sono detto Archie per te è finita , perché se quel destro lo avessi  tirato a un toro , l `avrei ammazzato » .

Quel 49 rimase da allora un mito nella storia dei pesi massimi; un record imbattibile miraggio di tutti i detentori del titolo; un traguardo che rimase infranto lo stesso giorno, 21 settembre 1985 dopo trenta anni un campione mondiale dei massimi stava per eguagliare il record d’imbattibilità di Marciano; Larry Holmes era a quota 48; se ne parlò molto del possibile superamento di quel record. Ci furono polemiche con Peter, fratello di Marciano. I pronostici erano tutti per il campione, si davano poche speranze anzi nulla allo sfidante che poi ironia del caso era il campione mondiale dei mediomassimi Michael Spinks. Ma tra lo stupore generale lo spilungone del Missouri esorcizzò definitivamente la maledizione dei mediomassimi battendo Holmes. Le 49 vittorie rimasero un mito inattaccabile. Lo sono ancora.

Solo un inciso per chi non conoscesse o conoscesse poco Archie Moore( foto) ; il suo vero nome era Archibald Lee Wright. Non si sa se nacque nel 1913 o nel 1916; si sa solo che fu uno dei più straordinari boxer della storia; tecnico sopraffino , abile nella difesa da essere soprannominato la vecchia mangusta; possedeva potenza in entrambi i pugni. In 28 anni di carriera(1935-1963) sostenne 218 incontri con 185 vittorie di cui 131 prima del limite, 10 pari e 23 sconfitte. Si ritirò nel 1963 dopo la vittoria per ko alla terza contro il lottatore Mike DiBiase- padre dell’altro famosissimo lottatore Ted - prima era stato sconfitto dal giovane Cassius Clay per kot alla 4, ma in nell’ultimo anno aveva pareggiato contro il fortissimo Willie Pastrano e battuto i massimi Howard King e Lavorante. Moore era famoso in Italia perché nel 1960 al palazzetto dello sport di Roma fu sconfitto (?) dell’italiano Giulio Rinaldi - per i lucani fu avversario di Rocco Mazzola-; poi battuto però a New York l’anno dopo con il titolo in palio.

Moore ha affrontato i migliori pesi medi, mediomassimi e massimi del suo tempo tra cui Marciano, Charles, Patterson e Mohamadd Alì. Bert Sugar lo considera al primo posto della classifica mediomassimi di tutti i tempi, Teddy Atlas al 2, MIKE CASEY al 3 posto; Herbert G. Goldman al 5, Charley Rose al 7, Tracy Callis al 9. 

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