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I KO delle meraviglie

I KO delle meraviglie-n°14-Coetzee vs Spinks

Chapiteau de Fontvielle. 24 Giugno 1979. Monte Carlo, Monaco. Di Valentina Zarlenga


Gerry Coetze, peso massimo, alias “The Bionic Hand” , nasce a Boksburg, in Sud Africa, l’8 Aprile 1955. 40 match sostenuti in carriera, con 33 vittorie (21 per KO), 6 sconfitte e un pareggio. Conquista il primo titolo nazionale dei massimi nel ‘76, due anni dopo esser diventato professionista, battendo per squalifica Mike Shutte e nello stesso anno si conferma campione, battendo Mathatho e poi l’ex-challenger iridato dei mediomassimi, Pierre Furie, per ko nel ‘77. Nel 1979 perde invece il vacante titolo mondiale contro l’americano John Tate, davanti ad 80.000 spettaori alla stadio di Pretoria e crolla di nuovo, in un secondo tentativo , di fronte a Mike “Hercules” Weaver per ko alla 13^ ripresa, di fronte al pubblico amico di Sun City. Però, il sudafricano di pelle bianca è un duro e finalmente corona il proprio sogno iridato nel 1983, negli Stati Uniti, mettendo sorprendentemente ko al 10° round il temibile campione Michael Dokes, per poi cederlo l’anno dopo e definitivamente, sempre a Sun City, al gigantesco Greg Pace, per ko all’8^ ripresa.

Leon Spinks nasce invece nel 1953, l’11 Luglio, a St.Louis, nel Missouri, Soprannominato “Neon Leon”, é il fratello di Michael ed entrambi sono stati vincitori delle Olimpiadi di Montreal 1976, (Michael nei mediomassimi e Leon nei massimi). Il “Neon Leon” è colui che, contro ogni pronostico, batté ai punti Mohamed Alì, nel 1978 a Las Vegas, dopo soli 8 incontri a torso nudo, aggiudicandosi i titolo WBA e WBC. Nell’incontro precedente, sullo stesso ring, aveva avuto la meglio di misura (2 punti in 10 round) sul riminese Alfio Rigetti, grande speranza italiana precocemente tramontata. Ricevette a fine carriera un “brutto colpo”, tra i tanti, alla 7^ ripresa, dal marcianisano Angelo Musone, a Jesi il 22 Maggio 1987. 46 match in totale, per lui, con 26 vittorie, 17 sconfitte e 3 pareggi.
Spinks: rovinatosi attraverso una vita costellata di mille stravizi e un figlio, Cory, campione mondiale dei welter e dei superwelter , che prima fu battuto, poi sconfisse il barese Michele Piccirillo, nel 2003, strappandogli il titolo IBF dei welter.

Sul ring di Monte Carlo, quel 24 Giugno 1979, spicca l’altezza, incorniciata dai lunghi baffi, del bianco Coetzee, rispetto alla carnagione nera di Spinks. 16 corde, labili alla vista, circondano i pugili. Due atleti veloci, reattivi che non hanno voglia di regalarsi nulla, non fanno sconti, nessuna titubanza nei colpi che scagliano. Coetzee non dà tregua a uno Spinks, che inizia a barcollare ben presto, ma continua anche a schivare ripetutamente i diretti dell’avversario. L’americano va a vuoto con un gancio e subito Gerry entra con un diretto che lo manda al tappeto dopo 2’15”. Si rialza e il sudafricano attacca Leon, che per la seconda volta va al tappeto, proprio al suo angolo. A questo punto è contato per la seconda volta. Sembra ripartire, ma ormai i colpi di Coetzee lo martellano. 2’45”: l’arbitro fa riprendere l’azione e Coetzee porta un potente diretto discendente al volto di Spinks, seguito da un gancio destro e uno sinistro che scaraventano il pugile statunitense tra le corde.

Si conclude così uno strabiliante “South African Pride”, un match nel quale i pugili si sono battuti e anche odiati, lanciandosi reciprocamente
insulti razzisti.

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