logo facebook

SEGUICI SU FACEBOOK

Boxe&Dintorni

Da Thurman a Spence.Pesi welter in paradiso

Thurman montante Porter

Analisi dei protagonisti di una categoria in gran salute

di Matteo Biancareddu

 

Il recente match tra Kell Brook ed Errol Spence Jr, vinto dal secondo per l'abbandono del primo all'undicesimo round, attesta il ricambio generazionale in atto nei pesi welter, una categoria che sta vivendo un momento di particolare fioritura. Il vuoto di potere lasciato da Floyd Mayweather Jr e Manny Pacquiao, due mostri sacri ormai prossimi al ritiro, è stato colmato in breve tempo dai giovani leoni affacciatisi al proscenio negli ultimi anni, in concomitanza con la progressiva uscita di scena dei due fuoriclasse. Sebbene il lungo addio di Mayweather e Pacquiao non abbia ancora inscenato l'ultimo atto (Mayweather potrebbe davvero affrontare Conor McGregor, lottatore delle MMA, mentre Pacquiao ha in programma un'inutile sfida con lo sconosciuto Jeff Horn), è un dato di fatto che i due pugili, tra i più decorati e apprezzati campioni degli ultimi cinquant'anni, si siano ormai defilati dalla competizione al vertice dei welter, avendo l'esclusivo interesse di spendere gli ultimi scampoli di carriera in match e con avversari dal favorevole rapporto tra rischi e benefici. L'intento comune di Mayweather e Pacquiao, come dimostrano i loro prossimi impegni, è ritirarsi con qualche milione in più nei rispettivi conti bancari e senza ulteriori segni in viso, non certo misurarsi con pugili emergenti, giovani e affamati come quelli che stanno spartendosi il bottino nei welter. Non dovremmo vedere, quindi, scontri generazionali come quello consumatosi nei massimi tra il giovane Anthony Joshua e il vecchio Wladimir Klitschko, a meno di improbabili colpi di scena. Nei welter, la pesante eredità di Mayweather e Pacquiao è già oggetto di contesa tra i migliori della nuova generazione, e le nuove gerarchie non stanno tardando a delinearsi.

Il pugile che ha finora dimostrato di più, tra quelli impegnati nella lotta per il vertice, è senza dubbio lo statunitense Keith Thurman (28-0-0, 22 KO), ventottenne della Florida, detentore dei titoli WBC e WBA Super. Tuttora imbattuto, Thurman ha già superato due concorrenti alla palma di miglior peso welter al mondo, ovvero Shawn Porter e Danny Garcia. L'ha fatto non attraverso prove di forza prepotenti come quelle cui aveva abituato il suo pubblico nei match precedenti, ma piuttosto boxando con intelligenza e maturità. Thurman ha indubbiamente la mano pesante, ma forse non è il picchiatore letale che si era annunciato al mondo alcuni anni fa. In realtà, le sue qualità migliori sono l'eccellente gioco di gambe e la capacità di gestire le varie fasi del combattimento, da quelle che richiedono una condotta aggressiva a quelle che ne suggeriscono una più conservativa. Thurman non è un maestro della difesa, ma risulta difficile da colpire per via del movimento costante: si sposta continuamente sui due lati, negando il bersaglio all'avversario e mettendolo sistematicamente fuori posizione. Tra i difetti di Thurman, si possono annoverare la vulnerabilità ai colpi al corpo e la tendenza a sbracciare nelle fasi più concitate. In linea di massima, comunque, si tratta di un pugile eccellente e, soprattutto, molto difficile da battere, perché ha una varietà di soluzioni che gli permette di adeguarsi a qualunque situazione.

Risultati immagini per errol spence Jr  beat Brook boxer Photos

Alle spalle di Thurman, inizia a stagliarsi la figura di Errol Spence Jr (22-0-0, 19 KO), il vero uomo nuovo della categoria. A sua volta imbattuto, il ventisettenne Spence, nato a Long Island e residente in Texas, è uno dei talenti più fulgidi sfornati dalla boxe statunitense negli ultimi anni. La sua vittoria su Kell Brook, risalente ad appena una settimana fa, gli è valsa il titolo IBF e il dovuto riconoscimento planetario, dato che il pugile inglese, ritiratosi durante l'undicesimo round dopo essere andato al tappeto nel precedente, era una delle massime figure della categoria. Dopo aver patito il jab, il diretto destro e gli espedienti ostruzionistici di Brook nella prima metà del match, Spence ha demolito l'inglese a forza di colpi al corpo e di ganci al volto, fino a procuragli la frattura alle ossa orbitali che ne ha determinato il ritiro. Il ragazzo di Long Island ha una potenza e una fisicità proibitive per chiunque nei welter, tant'è che potrebbe presto salire nella categoria superiore; non prima, però, di aver disputato l'incontro che tutti vogliono: quello con l'altro campione imbattuto, Keith Thurman. Spence è un combination puncher micidiale a corta distanza e molto continuo nell'azione: un vero schiacciasassi. Malgrado l'ottimo jab e il buon gioco di gambe, però, non boxa in linea e non ama la lunga distanza, preferendo gli scambi dalla media o da vicino. Non porta colpi interlocutori o d'approccio: ogni suo pugno è sferrato con l'evidente scopo di far male all'avversario e di metterlo KO, come si conviene a un picchiatore. Spence non lo è, ma combatte come se lo fosse, cercando la soluzione di forza in modo quasi ossessivo. Se imparerà ad affidarsi alla tecnica quanto alla potenza, potrà dirsi un pugile davvero completo.

Un gradino sotto, troviamo pugili come Kell Brook (36-2-0, 25 KO), Danny Garcia (33-1-0, 19 KO) e Shawn Porter (27-2-1, 17 KO), accomunati nella sorte di essere usciti sconfitti dai match che hanno delineato le nuove gerarchie. L'inglese Brook, trentunenne di Sheffield, è reduce da due batoste consecutive: la prima per mano di Gennady Golovkin, detentore di tre titoli di sigla dei medi; la seconda, come detto, da parte di Errol Spence Jr, che gli ha sfilato la cintura IBF dei welter. In entrambe le occasioni, Brook si è ritirato - rispettivamente al quinto e all'undicesimo round - per altrettante fratture alle ossa orbitali dei due occhi. Si tratta ovviamente di infortuni seri e delicati, la cui ripetitività proietta pesanti ombre sugli sviluppi futuri della carriera di Brook. Si può ben dire che il pugile inglese sia stato la causa del suo male, perché salire nei medi per sfidarne il campione più forte è stato un azzardo gratuito, come lo è stato accettare la sfida di Spence, la cui pericolosità era nota e indubitabile, senza far passare ulteriore tempo. Uscito con le ossa rotte - in senso letterale oltre che figurato - dagli ultimi due match, Brook non può fare altro che leccarsi le ferite e interrogarsi sul futuro. Potrebbe addirittura ritirarsi, vista la reiterazione di un infortunio che rischia di diventare cronico; oppure potrebbe salire nei superwelter, come più volte paventato in passato. L'opzione meno plausibile è che continui nei welter, dati i sacrifici che gli costa rientrare nel peso. Se dovesse passare nei superwelter, Brook si troverebbe nell'inedita condizione di essere fisicamente inferiore alla media dei suoi pari peso, e sarebbe costretto a trovare alternative alla sua solita boxe. Ma è lecito dubitare che vi riuscirebbe, perché la fisicità riveste un ruolo essenziale nel suo pugilato. Il futuro di Brook, insomma, si prospetta denso di incognite.

Un pugile che ha perso molto salendo di peso è Danny Garcia, ventinovenne di Filadelfia. Già dominatore dei superleggeri, Garcia ha indugiato lungamente prima di compiere il salto nei welter, sebbene il suo fisico glielo chiedesse a gran voce ormai da anni. Forse sospettava o sapeva lui stesso che la sua potenza, notevole nei superleggeri, sarebbe risultata gestibile nella divisione superiore. Ne ha dato conferma il match con Thurman, costato a Garcia la prima sconfitta in carriera. La differenza tra i due in termini di impatto e consistenza si è manifestata chiaramente, ma non è stata il solo fattore a determinare la vittoria di Thurman. E' stata altrettanto decisiva la strategia adottata dal pugile della Florida, che ha boxato d'attesa e in costante movimento per costringere il rivale ad attaccare. Garcia, da incontrista qual è, non ama aggredire ed è poco efficace nel farlo, mentre sa essere letale quando agisce di rimessa. Pur essendo un pugile molto intelligente sul piano tattico, non è riuscito a trovare soluzioni al problema posto da Thurman, cosicché si è dovuto rassegnare suo malgrado alla prima sconfitta da professionista. Che, c'è da scommetterlo, non resterà l'unica.Un altro pugile bocciato all'esame dei migliori è Shawn Porter, ventinovenne nato in Ohio e residente a Las Vegas. Porter ha finora raccolto risultati prestigiosi inframmezzati da due sconfitte che ne hanno denunciato i limiti. Ha battuto Devon Alexander per il titolo IBF, che ha poi difeso con un KO su Paulie Malignaggi e quindi lasciato nelle mani di Kell Brook per un verdetto a maggioranza. In quell'occasione, l'inglese è stato molto agevolato dalla permissività dell'arbitro, che gli perdonato le solite pratiche irregolari - su tutte, il gomito sinistro appoggiato sul collo dell'avversario - e gli ha dato quindi modo di spezzare sul nascere qualunque iniziativa del rivale. Porter ha vendicato quella sconfitta con una convincente vittoria ai punti su Adrien Broner, prima di cedere - ancora ai punti - all'attuale capofila della divisione, Keith Thurman, al termine di un match spettacolare. Pugile duttile e molto preparato sul piano fisico-atletico, Porter ha ancora molto da dire nella divisione dei welter, sebbene sia ormai chiaro che non possa recitare un ruolo da protagonista assoluto.

pacquiao boxer of the year

Un discorso a parte merita Manny Pacquiao (59-6-2, 38 KO), monumento vivente della boxe contemporanea. Il filippino, oggi trentottenne, sta spendendo gli ultimi scampoli della sua fulgida carriera in match di relativa comodità, che gli valgano il dovuto riscontro economico senza tuttavia esporlo a rischi eccessivi. Pacquiao detiene il titolo WBO dei welter, che ha strappato a Jessie Vargas e si accinge a difendere dal poco credibile assalto di Jeff Horn. Dubitiamo fortemente che il Pacman si misurerà con pugili come i rampanti Thurman e Spence, mentre permane qualche flebile speranza di vedere una rivincita con Floyd Mayweather Jr, sempre disponibile al ritorno sul ring laddove l'offerta economica valga la pena. L'eventuale rivincita tra i due mostri sacri sarebbe però un affare soprattutto per loro, perché difficilmente dispenserebbe emozioni e spettacolo. Qualunque sia lo scenario che il futuro gli riserva, comunque, Pacquiao dà l'impressione di non essere più interessato alla lotta per il vertice della categoria, e di volersi piuttosto dedicare a esibizioni di commiato.Restano ai margini dei quartieri alti, per ragioni diverse, i vari Amir Khan (31-4-0, 19 KO), Jessie Vargas (27-2-0, 10 KO), Lucas Matthysse (38-4-0, 35 KO), Lamont Peterson (35-3-1, 17 KO) e Frankie Gomez (21-0-0, 13 KO). L'inglese Amir Khan, oggi trentenne, è inattivo dal match con il messicano Saul Alvarez, disputato oltre un anno fa al limite dei medi e conclusosi con un drammatico KO ai danni dello stesso Khan. Il pugile di origine pakistana avrebbe ancora i numeri per entrare nel lotto dei migliori, ma sembra interessato più alle borse che alla gloria: solo così si può spiegare l'improvvida sfida a Canelo nei medi, paragonabile a un suicidio sportivo. Il trentatreenne Lamont Peterson, già campione di sigla nei superleggeri, è un elemento ancora valido, ma non quanto basta per ambire al vertice. Il solo ad averlo messo KO resta l'argentino Lucas Matthysse, ormai trentaquattrenne, tornato da poco in attività dopo un ritiro di alcuni mesi, seguito alla sconfitta con Viktor Postol e dovuto a problemi a un occhio. I problemi sembrano superati, ma restano da verificare le motivazioni di Matthysse e la sua competitività nei welter, dopo un'intera carriera nei superleggeri. Se l'argentino, com'è probabile, non dovesse vincere alcun titolo nei welter, passerebbe alla storia come un re senza corona, uno dei pochissimi degni di tal nome nell'era dei quattro titoli per categoria. Il californiano Jessie Vargas, reduce dall'onorevole sconfitta ai punti con Manny Pacquiao, resta un pugile di buona quotazione, ma dal pugno troppo leggero per gli standard dei welter. E' invece un potenziale fuoriclasse il venticinquenne Frankie Gomez, californiano anch'egli: un purosangue che non perde l'abitudine di disertare gli allenamenti, per la disperazione del suo allenatore Freddie Roach.

RIFERIMENTI

BOXE RING WEB

EDITORE FLAVIO DELL'AMORE

Autorizzazione

Tribunale di Forli' n. 2709

CHI E' ONLINE

Abbiamo 547 ospiti e nessun utente online

FORUM

logo boxeringweb2017c

Il Forum a cura di NonSoloBoxe

Per discutere di Boxe e non solo...

CLICCA SUL BOTTONE
PER ACCEDERE AL FORUM

go


Deprecated: htmlspecialchars(): Passing null to parameter #1 ($string) of type string is deprecated in /var/www/vhosts/boxeringweb.net/httpdocs/modules/mod_search/mod_search.php on line 44