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Boxe&Dintorni

Subbuglio in commissione medica. La FPI sotto accusa per anomalie

 Una lettera di dimissioni pone dei quesiti

Uomo con la X

 

Dopo aver ricevuto la nota del Dr.  Bruno Fabbri, già Responsabile della Commissione Medica Federale, che denuncia azioni  FPI  atte a creare un decremento  nell' equilibrio sanitario dell’emisfero pugilistico,  abbiamo deciso di approfondire il tema raccogliendo opinioni diverse da alcuni autorevoli addetti ai lavori del settore .

FABBRI DOTTOR FPI BRUNO

LA DENUNCIA

IL Dr. Bruno Fabbri, specialista in Medicina dello Sport, con la presente intende rendere noto di aver rassegnato le dimissioni dall'incarico di Medico Federale della Federazione Pugilistica Italiana in data 13 marzo u.s. (ratificate il 5 maggio u.s.). Tale decisione è maturata dopo una serie di avvenimenti che, avendo delegittimato il mio ruolo e quello della Commissione Medica Federale della FPI da me presieduta, hanno determinato un insanabile disaccordo con alcuni orientamenti e comportamenti emersi in seno al Consiglio Federale, in materia sanitaria. La difficile e sofferta risoluzione di rassegnare le dimissioni da medico federale si basa su una serie di eventi in cui il Presidente, il Consiglio Federale o suoi membri, scavalcando il ruolo consultivo della Commissione Medica su delicate questioni relative alla tutela della salute degli atleti, hanno imposto o hanno cercato di imporre, con iniziative e delibere federali, provvedimenti in contrasto con norme sanitarie vigenti, dettate per altro, oltre che dal buon senso, dal consolidato principio di precauzione.
Ci si riferisce in particolar modo a profonde divergenze sui seguenti punti:
 
1 )Interpretazione del regolamento sanitario vigente relativamente ai periodi di intervallo di riposo fra gli incontri.
 
2)Interpretazione dei decreti ministeriali vigenti sulla obbligatorietà anche per le pugili straniere di sottoporsi al test di gravidanza. 

3)Imposizione di soggetti parasanitari al seguito delle Nazionali, privi dei requisiti minimi di professionalità e di sedicenti massaggiatori che praticano la pranoterapia.

 4)Invio di atleti di interesse nazionale a consulenze sanitarie a soggetti non sanitari (laureati in Agronomia, che formulano diagnosi e prescrivono terapie).


5)Eliminazione di norme di cautela sanitaria, come l'obbligatorietà della presenza di un presidio di neurochirurgia ad un’ora dalla sede di svolgimento delle riunioni pugilistiche. Decisione tanto più grave, perché proposta da un attuale Consigliere Federale che ha ricoperto la carica di medico federale per ben otto anni, che ha caldeggiato tale assurda proposta proprio in un momento storico dove si sono registrati diversi casi di emergenze neurochirurgiche a bordo ring, risolte in maniera positiva proprio per la tempestività degli interventi. Tale delibera è stata bloccata solo dal ripetuto ed ostinato rifiuto dello scrivente di sottoscrivere la circolare attuativa, situazione che naturalmente gli ha alienato le simpatie del consiglio federale.
 
6)Confusione normativa sull’istituzione della boxe amatoriale, sulla definizione chiara delle sue caratteristiche, sulle carenze interpretative relative alla certificazione sanitaria e ai servizi sanitari delle competizioni di tale disciplina.
 
7)Scarsa chiarezza delle prese di posizione del Consiglio Federale relative alla delicatissima problematica di accesso alla boxe da parte di soggetti disabili, nonostante le raccomandazioni della Commissione Medica Federale.
Quanto sopra, per altro maturato in un clima di scarsa trasparenza e scarsa comunicazione tra Consiglio Federale e Commissione Medica, in una sorta di esasperante immobilismo nel quale hanno imperato una continua delegittimazione delle competenze. Il sottoscritto, preso atto della ratifica delle proprie dimissioni da parte dell'ultimo Consiglio Federale del 5 maggio u.s , esprime tutta la propria amarezza per essere stato messo nella condizione di abbandonare, dopo 35 anni di impegno e di profusa professionalità, questa Federazione. Tuttavia auspica che al proprio successore, che verrà nominato il 9 giugno p.v., vengano date quelle giuste attribuzioni, che a lui non sono state concesse per le ragioni sopraddette, che il regolamento vigente e che le norme prevedono, affinché possa essere messo nelle condizioni di ben operare all'interno della Commissione Medica. Il tutto nell' ottica di riequilibrare una pericolosa deriva di abbassamento delle tutele della salute in uno sport di contatto, dove comunque lesioni gravi, talvolta anche fatali, possono sempre essere possibili.

RICAGNI dottore

LE OPINIONI

Italo Guido Ricagni è laureato alla Sapienza  di Roma  in  Medicina Aeronautica e Spaziale, specializzazione in Medicina dello Sport, medico chirurgo, Presidente FMSI C.R. Lazio, ha seguito ben sette Paraolimpiadi ed è  l’attuale Presidente della Commissione Medica  Federale FPI .

A lui abbiamo posto alcuni quesiti:

 Qual è il suo parere professionale, riguardo l'abolizione della norma Fpi, secondo cui é previsto l'obbligo, da parte di chi organizza manifestazioni pugilistiche, di allestirle soltanto in luoghi che non distino oltre un'ora d'auto dal più vicino Centro Neurochirurgico?

 Ricagni- Personalmente, ritengo che la tutela degli atleti e del personale addetto alle riunioni deve essere sempre salvaguardato, che dovremmo mettere in condizioni tutti d’intervenire in modo efficace e rapido in caso d’infortunio.

Le risulta che al seguito delle rappresentative azzurre siano stati aggregati recentemente medici e fisioterapisti non in possesso dei requisiti professionali necessari, nello specifico rispettivamente la specializzazione in Medicina dello Sport e la Laurea in Fisioterapia?

Ricagni-Come principio, noi chiediamo il curriculum vitae per poter fare una verifica delle professionalità che in Nazionale devono essere al massimo delle competenza di ciascuno e delle rispettive figure interessate.

Quali sono le ragioni secondo le quali la Light Boxe non é ancora riconosciuta dal Coni e ci sono divergenze, in ambito sanitario, soprattutto per quanto concerne il "contatto controllato", in base alla cui interpretazione esisterebbero diverse tipologie di certificazione medica per ottenerne il nullaosta alla pratica?

Ricagni -La Boxe light, può avere la sua logica, ma l’idoneità deve essere correlata al tipo di attività che vien svolta nelle palestre, quindi farei una netta differenza tra la preparazione senza contatto, in cui credo sia sufficiente il certificato d’idoneità NON agonistica (senza specifica dello sport praticato), rilasciato dal medico di base o pediatra di libera scelta o dallo Specialista in Medicina dello Sport o socio aggregato della FMSI, previo semplice ECG. Farei molta attenzione alla definizione di “contatto leggero”, in cui credo ci debbano essere penalità per chi affonda il colpi; quindi sarebbero necessari dei corsi specifici per tecnici e arbitri per una più corretta valutazione dei colpi. In questo caso, credo sia opportuna una visita Medico Sportiva di tabella B1, come ad esempio per il Karate.

In questo periodo si dibatte spesso sull'apertura o meno della Fpi alla categoria dei disabili. Secondo lei, la pratica del pugilato, nelle forme e nel limiti eventualmente codificati, dovrebbe essere permessa o ritiene che i rischi dei praticanti potrebbero risultare  eccessivi?

Ricagni- La Fpi ha sempre favorito l’inserimento dei disabili nel pugilato Vedi i pugili sordomuti, ma ci sono dei problemi sanitari legati al tipo di disabilità, al tipo di classificazione che vengono definite funzionali, per poter far combattere pugili con le stesse caratteristiche di disabilità. L’attività motoria, sportiva è “fortemente controindicata oltre i cent’anni, ma solo quando si è gravemente ammalati”, quindi ogni attività sportiva va sempre fatta, ma credo sia necessario un corretto approccio in funzione delle disabilità e dei residui funzionali di ciascuno. Per questo la FPI approverà una commissione di alto profilo di studio sulla fattibilità dello sport praticato dai disabili.

Sturla dottore

Mario Ireneo Sturla è un’autorità assoluta nel campo della Medicina Sportiva. Laureato con lode, insegna all’Università di Pavia. Da decenni collabora con il pugilato. È stato al fianco, tra gli altri, di Parisi, Kalambay, Silvio Branco, Piccirillo e degli atleti della colonia di Umberto Branchini. È presidente dei medici Ebu (European Boxing Union) e di quelli del Wbc (World Boxing Council). Ci fermiamo qui, ma potremmo andare avanti ancora per molto.

Sturla è l’attuale Coordinatore Sanitario della Federazione Pugilistica Italiana. A lui abbiamo posto un paio di domande:

Professor Sturla, qual è la sua posizione in merito alla possibilità di cancellare la norma che obbliga i promoter a organizzare una riunione in un centro che non disti più di un’ora da un presidio di neurochirurgia?

Sturla-Credo che la norma debba obbligatoriamente rimanere tra le regole da seguire. Non deve essere messa in discussione. La possibilità di rivolgersi celermente a un presidio neurochirurgico ha evitato, in passato, alcune tragedie e risolto situazioni che si presentavano estremamente difficili. Non si possono accettare modifiche-.

Le pugili straniere che vengono a combattere in Italia potrebbero non sottoporsi al test di gravidanza?

Sturla-È scritto in un decreto ministeriale all’articolo 2, comma 2 del 16 marzo 2005 (L'atleta deve presentare il referto di un test di gravidanza non anteriore ai quattordici giorni antecedenti l'incontro - ndr). Qualsiasi Regolamento possa avere una Federazione, non ha alcun valore davanti ad un ordinamento superiore che si pronunci sullo stesso tema. Il Ministero della Sanità ha previsto l’obbligatorietà del test di gravidanza effettuato al massimo quattordici giorni prima del match. Le analisi devono essere fatte in un Centro specialistico. Quindi, anche se nella sua nazione questo obbligo non dovesse avere validità, la pugile straniera che voglia combattere in Italia dovrà presentare il certificato che attesti l’avvenuto test di gravidanza-.

Maccharola dottore consigliere

Ed ecco, infine, la voce del dott. Giuseppe Macchiarola, per sedici anni presidente della Commissione Medica Federale e già Consigliere Federale in passato così come al presente. Dirigente dell’unità operativa pubblica di Medicina dello Sport, già presidente del Coni provinciale di Foggia per due quadrienni, componente di tre consigli federali FPI, responsabile della struttura sanitaria federale per sedici anni e Stella d'argento al merito sportivo.

Dott. Macchiarola, risponde al vero che operatori parasanitari abbiano seguito le Nazionali, benché privi dei necessari requisiti di professionalità, compreso un massaggiatore che pratica la pranoterapia?

Macchiarola  -Di questa situazione ho sentito parlare ripetutamente e mi è giunta persino notizia che avrebbe prestato la propria opera per varie settimane presso il Centro Tecnico di Santa Maria degli Angeli. Mi pare che la persona di cui parla il Dott. Fabbri fosse aggregata alla squadra azzurra che ha partecipato, nello scorso settembre, ai Mondiali di Amburgo, insieme al fisioterapista Giulietti e allo stesso dott. Fabbri, il quale però non ha a suo tempo segnalato al Consiglio questa suo dissenso rispetto ad una presunta incompetenza.

Le risulta vero o falso che atleti d’interesse nazionale, come dice il dott. Bruno Fabbri, siano stati sottoposti a consulenze sanitarie da parte di persone non professionalmente qualificate, tra le quali persino di un laureato in Agronomia, che ha formulato diagnosi e prescritto terapie?

Macchiarola-Ho visionato in un recente passato un referto sanitario ,relativo ad una atleta di interesse nazionale, che presentava anomalie riguardo i requisiti professionali richiesti, che confermerebbe quanto ha asserito il dott. Fabbri-.

Qual è la sua posizione riguardo l’eliminazione dell'obbligatorietà della presenza di un presidio di neurochirurgia ad un’ora dalla sede di svolgimento delle riunioni pugilistiche?

Macchiarola-Questa norma risale a quando non era ancora prevista la presenza su tutto il territorio nazionale del servizio “emergenza-urgenza” e nell’ultimo congresso dei medici di ring è stato infatti stabilito che in caso di infortunio con “codice rosso” si faccia immediato ricorso non all’ambulanza di bordo ring, ma appunto all’ “emergenza-urgenza”,  che infatti è prontamente intervenuta anche in tempi molto recenti per risolvere casi critici. Ho quindi proposto, per tale ragione, di rivalutare una norma ormai superata. Ad oggi comunque mi pare sia rimasta in regolamento-. 

Come ritiene debba porsi la Fpi e soprattutto la Commissione Medica Federale, per quanto concerne l’accesso alla boxe da parte dei portatori di disabilità?

Macchiarola-Premesso che il sottoscritto é intervenuto con successo per consentire ai sordomuti l’attività pugilistica e per permettere ad un arbitro amputato di svolgere l’attività, già dallo scorso anno avevo richiesto alla Commissione di valutare che gli atleti con disabilità compatibili potessero dedicarsi all’attività amatoriale, per il caso di un’atleta lombarda con questa problematica,ma a tutt’oggi la commissione non ha dato risposta; anzi, ha richiesto al Consiglio Federale, un mese fa, di sospendere il tesseramento di tutti i disabili, compresi quelli dediti ad attività non agonistica. Ho contestato fortemente l’emanazione di detta circolare, perché  lesiva dei diritti acquisiti e della funzione terapeutica della pratica motoria non agonistica per questi soggetti ed infatti è stato attuato un rapido “dietro front”. Anche alla luce del caso di Erika Navarria, di cui si è parlato moltissimo, vorrei conoscere i motivi per cui la Commissione e il suo ex presidente abbiano riservato scarsa attenzione a tale problema-.

Ma è così complicato il lavoro della Commissione Medica Federale?

Macchiarola -Purtroppo, a rendere difficile il lavoro di una struttura tanto delicata e fondamentale per il pugilato italiano,  in questi ultimi tempi si sono registrate denunce tra componenti della stessa, richieste non accolte dal Consiglio Federale perché ritenute non consone alla funzionalità federale o addirittura contrastanti con la tutela sanitaria quando viene proposto che pugili con grave deficit visivo possano combattere senza le prescritte lenti a contatto e infine le dimissioni dello stesso presidente Dott. Bruno Fabbri con un susseguente lungo periodo di gestione provvisoria della Commissione, sino ad oggi non ancora risolta, dato che domani (sabato 9 Maggio 2018 – ndr) ancora si dovrà tornare a definire l’assetto delle commissioni sanitarie.Dopo sedici anni di ottimo e produttivo lavoro sembra che sia successo un terremoto in questo settore, vitale per la nostra federazione. E questa situazione di incertezza si riverbera sulla tutela sanitaria dei nostri atleti, dato che non disponiamo più di un consulente ortopedico e nutrizionista per le squadre nazionali e negli ultimi due Campionati Europei nessun medico è stato designato al seguito degli azzurri, cosa mai verificatasi in passato-.

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