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Bordo Ring

Le contraddizioni del duo Aiba/Fpi

Alberto BrascaL'Ente Mondiale stravolge la struttura del pugilato e prende a picconate il principio del dilettantismo su cui si regge la Federazione Italiana. La Fpi accetta tutto senza modificare lo Statuto. E' possibile?….

 

Sul sito federale sono apparsi, tradotti in italiano, i nuovi regolamenti Aiba riguardanti World Series of Boxing (WSB) e Aiba Olympic Boxing (AOB), accanto alle regole generali dell’ente mondiale. Non c’è data di pubblicazione, non c’è documento di accompagnamento che spieghi perché siano finiti sulla bacheca nella sezione “Statuto e Regolamenti”. Forse perché sono stati già ufficialmente approvati dalla Fpi?

A questo punto è necessario porsi una serie di domande.

Il nuovo “credo” Aiba propone sostanziali modifiche statutarie. Prime fra tutte la scomparsa del termine “dilettante” e lo stravolgimento del settore professionistico.

Eppure nello Statuto Fpi ancora in vigore (è stato approvato dal Coni il 4 settembre 2012 e mai modificato) si legge:

Art. 1 - Disposizioni generali

1 - E’ dilettante il pugile che partecipa a pubbliche gare per puro spirito agonistico e non a scopo di lucro.

6 - E’ fatto assoluto divieto a tutti i pugili dilettanti di sostenere allenamenti o esibizioni con pugili professionisti, salvo deroghe da concedersi dal Consiglio di Presidenza, su istanza degli interessati.

7 - Gli incontri fra pugili appartenenti a qualifiche diverse, quando ammessi, si svolgono secondo le norme stabilite per la qualifica inferiore.

Norme che sono state clamorosamente disattese dalle World Series of Boxing che hanno messo a confronto professionisti e dilettanti con le regole del professionismo. Ma non mi sembra che la Fpi si sia espressa in proposito.

E ancora. Che senso avrà la Lega (le cue prerogative sono codificate nell’articolo 4 dello Statuto) nel momento in cui la Fpi metterà il meglio dei suoi atleti a disposizione dell’APB (Aiba Professional Boxing)?

Prima di andare avanti, ho un altro quesito che mi sembra di estrema importanza. Per modifiche sostanziali allo Statuto non ci sarebbe bisogno di un’Assemblea straordinaria? E se per convocarla (articolo 55 dello Statuto ancora in vigore) sono necessari sessanta giorni, come si concilia questo con il fatto che tra poco più di un mese il nuovo corso Aiba prenderà definitivamente il via?

Quale sia il rapporto Aiba/Fpi è chiaro da quanto scrive la stessa federazione italiana: “Il presente Regolamento Tecnico AIBA per AOB, APB e WSB è il solo Regolamento Tecnico valido a livello mondiale che le Federazioni Nazionali affiliate all’AIBA, i pugili tesserati, i club e la famiglia del pugilato deve seguire e osservare nelle rispettive competizioni in conformità con le attività svolte a tutti i livelli. Nessuna Federazione Nazionale può redigere un proprio Regolamento Tecnico che sia in contrasto con il Regolamento Tecnico AIBA.”.

E ancora: “Nell’autunno del 2013 ci sarà il lancio ufficiale dell’APB che cambierà definitivamente il modo di gestire e organizzare la Boxe Professionistica. APB aprirà nuovi orizzonti per i pugili che vogliono realizzarsi come professionisti, attraverso un trasparente ed efficace programma-strutturale delle competizioni pro. Per la prima volta, infatti, i Boxer Pro potranno pianificare e organizzare la loro carriera, sostenuti fattivamente sia dall’AIBA che dalle loro Federazioni Nazionali.

E come se non bastasse: “Provvederemo con sollecitudine ad introdurre le modifiche necessarie ai nostri Regolamenti per adeguarli alle nuove disposizioni tecniche dell'AIBA.

Ma qui non si tratta di modificare solo i Regolamenti. Qui viene preso a picconate il principio fondamentale su cui si regge la Federazione. Il dilettantismo. Non a caso i contributi Coni arrivano per la propaganda dell’attività dilettantistica. Se scompare addirittura la parola, tanto più inutile sarà la definizione del termine. Non ci sarà più una distinzione tra i due mondi, tanto è vero che i professionisti (ma solo quelli targati Aiba) potranno partecipare alle Olimpiadi.

E pensate che lo Statuto in vigore possa reggere così come è?

Non si tratta solo di cambiare i criteri di giudizio di un incontro (dalle macchinette ai cartellini dei giudici), di mettere o non mettere il caschetto o la canottiera. No, qui è stato ridisegnato l’intero panorama del pugilato. Pensate che si possa fare con lo Statuto in vigore?

A proposito del divieto di uso del caschetto. La Fpi del nuovo presidente Alberto Brasca (nella foto) aveva fatto dei distinguo. “In merito a quest'ultima previsione si registrano diffuse perplessità e procederemo con grande cautela. Ci adegueremo con immediatezza, ovviamente, alla nuova disciplina per quanto riguarda l'attività internazionale. Per quanto concerne le competizioni nazionali, invece, non ci saranno adeguamenti regolamentari automatici ed i dilettanti, in Italia, continueranno ad utilizzare il caschetto protettivo.” Infatti la categoria Elite (per ora solo quella) non lo userà più dall’1 giugno, come da tempo annunciato dall’Aiba, nelle competizioni nazionali.

Con i signori di un’associazione che ha lasciato solo nel suo acronimo la parola dilettante (amateur), non si discute. Si obbedisce.

L’Articolo 5 dello Statuto crea altri dubbi.

La Fpi è retta su principi di libera e democratica partecipazione all’attività sportiva in condizioni di uguaglianza e di pari opportunità, in armonia con l'ordinamento sportivo nazionale e internazionale.

Come si concilia con le imposizioni dell’Aiba?

“O firmi per il nostro professionismo o non farai più le Olimpiadi.”

E’ questa la rappresentazione di una libera e democartica partecipazione?

L’articolo 12.3 dello Statuto in vigore recita: “Sono atleti professionisti i pugili che svolgono la propria attività sportiva agonistica a titolo oneroso in forza di contratto di lavoro autonomo con società organizzatrici affiliate

Contratto di lavoro? Sì, ma solo con l’APB.

La Fpi scriveva: “Verificheremo, anche congiuntamente alle altre Federazioni Europee, le implicazioni giuridiche di un’architettura progettuale che vorremmo caratterizzare come un'opportunità innovativa e non come un'imposizione dall'alto. Siamo comunque fiduciosi che nei quattro anni di coesistenza con il vecchio assetto possano maturare le condizioni per una migliore messa a punto del progetto.”

Politichese e contorsioni linguistiche a parte, i fatti testimonierebbero una resa totale, non una lotta.

1. Le Federazioni Nazionali saranno tenute a rispettare lo statuto Aiba

2. Alle Federazioni Nazionali non sarà permesso avere alcun collegamento con nessuna delle esistenti organizzazioni professionistiche.

3. Le Federazioni Nazionali non potranno nominare tecnici, giudici, arbitri, medici, commissari di riunione, cronometristi che siano stati precedentemente coinvolti con altre organizzazioni professionistiche, a meno che non abbiano interrotto i rapporti con dette organizzazioni da almeno un anno.

E ancora. Nell’APB sarà la stessa Aiba a gestire le classifiche nazionali, europee e mondiali; a governare allenatori, pugili, arbitri, giudici, medici e organizzatori anche in sede nazionale; ad amministrare, finanziariamente e sul piano regolamentare, tutte le competizioni valide per un titolo.

Non sono novità, ma quando le abbiamo pubblicate molto tempo fa i federali sostenevano che fossero disposizioni trattabili…

I dilettanti, dunque, scompariranno. Del resto finora l’elite italiana, stando sempre al sito federale, si limita a sette elementi. Cinque dei quali combattono per Italia Thunder nelle Wsb. Un ibrido tra professionismo e dilettantismo. In vista di un’Olimpiade che sarà combattuta ancora su tre riprese da tre minuti ciascuna.

L’ultima domanda che mi pongo è: quali risposte può dare oggi, in piena era di monopolio Aiba, la Federazione Pugilistica Italiana ai suoi affilitati? Intendo dilettanti, maestri, arbitri, medici, organizzatori, giudici. E non entro, per ora, nel campo dei professionisti. Settore da sempre tenuto in scarsa considerazionedai federali. La Lega cosa intende fare?

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