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Riva del Garda, tutte le sentenze

Schermata 03-2456380 alle 17.41.05A oltre cento giorni dal fattaccio, il Giudice Sportivo ha reso note le sue decisioni: sei mesi di sospensione a Gianluca Branco e al maestro Zennoni. Otto mesi al maestro Massai. Quindici giorni a Cherchi, trenta al commissario di riunione...




A più di cento giorni dalla notte dello scandalo, sono state ufficializzate le decisioni di I° grado del giudice sportivo nazionale Alberto Raguzzino sul fattaccio di Riva del Garda (titolo silver Wbc dei massimi leggeri, del 15 dicembre 2012, vinto da Giacobbe Fragomeni su Silvio Branco).

Gianluca Branco (pugile): sei mesi di squalifica, scadenza 25 agosto 2013 per la detrazione del mese di sospensione cautelare già scontato (la Procura Federale aveva chiesto tre mesi).

Maurizio Zennoni (maestro): sei mesi e 480 euro di multa, scadenza 25 settembre 2013 (la richiesta era stata di undici mesi e 600 euro di ammenda).

Mauro Massai (maestro): otto mesi e 600 euro di multa, scadenza 25 settembre 2013 per la detrazione dei due mesi di sospensione cautelare già scontati (la richiesta era stata di 14 mesi e 600 euro di ammenda).

Salvatore Cherchi (presidente Opi 2000): quindici giorni e 600 euro di multa, scadenza 9 aprile 2013 (la richiesta era stata 1200 euro di ammenda)

Ferruccio Crepaldi (commissario di riunione): trenta giorni, scadenza 25 aprile 2013 (la richiesta era stata di quattro mesi).

Nella sentenza del giudice sportivo nazionale si leggono le motivazioni che l'hanno portato a prendere queste decisioni.

Per quanto riguarda Gianluca Branco, il magistrato scrive:...si rivolgeva con fare minaccioso nei confronti dell'angolo del pugile avversario e nei confronti della Giuria. In particolare diffidava la giuria a non pronunciare il verdetto, pretendendo che fosse dichiarato il “no contest" e si dimostrava aggressivo nei confronti di altre persone che si trovavano sul ring. Il suo comportamento contribuiva in maniera decisiva ad incentivare le reazioni e le conseguenze derivatene…..il sig. Gian Luca Branco non si è preoccupato di dare alcuna giustificazione sui fatti che gli venivano contestati ed appurati nelle successive indagini; non si è presentato all'udienza fissata, non ha dato giustificazioni della sua assenza".

Per Maurizio Zennoni: “La visione dei filmati ripresi da due stazioni televisive, quindi con angolazioni diverse, conferma i tristi episodi verificatisi a fine combattimento: gli atteggiamenti ed il modo di porsi del tecnico appaiono scorretti e provocatori. Le espressioni volgari e gli insulti all'indirizzo del pugile avversario non sono ammissibili, né giustificabili quali incitamento. Il tecnico sapeva di essere ripreso e che il microfono portato al suo angolo avrebbe riprodotto le sue espressioni. Il suo comportamento ingiustificato è stato provocatorio nei confronti del clan avversario ed ha contribuito a scatenare la dura reazione di quanti, illeggittimamente hanno invaso il quadrato. Il comportamento del sig. Zennoni che non ammette, anche se smentito da prove, di aver tenuto un comportamento provocatorio nei confronti del clan avverso, dimostra di non aver avuto alcun pentimento per i fatti che sono stati deleteri per l'immagine del pugilato".

Per Mauro Massai: “Appare evidente dai filmati che il Massai seguiva il Branco Vincenzo con il chiaro intento di far valere le proprie ragioni, non per un saluto di cortesia. I testi addotti hanno reso dichiarazioni poco attendibili… Il tecnico con il suo comportamento ha contribuito attivamente a determinare i disordini che hanno portato sia a procurare lesioni, sia a non consentire la pronuncia del verdetto… Se dall'angolo avverso sono partite intemperanze e provocazioni, la reazione del Massai unitamente a quelle di altri soggetti in suo aiuto ed il fatto che si sia impedito la pronuncia del verdetto sono tutti eventi che non trovano una giustificazione."

Per Salvatore Cherchi: “Chi aveva il comando della vigilanza doveva disporre già prima che finisse l'ultima ripresa la protezione dei lati del ring al fine di evitare che estranei potessero salire sul quadrato.. La mancata previsione ed il non aver adottato provvedimenti tempestivi è stato segnale di incapacità di chi era stato preposto a capo del servizio. La decisione di non far proclamare il verdetto, anche se giustificata dalle pressioni e minacce di chi ne aveva l'interesse, è stata una manifestazione di incapacità a gestire una situazione che è sfuggita di mano."

Per Ferruccio Crepaldi: “Dalla sua posizione al tavolo della giuria poteva e doveva accorgersi che il tecnico Zennoni aveva un comportamento scorretto e provocatorio, per cui andava richiamato ed eventualmente, persistendo, andava allontanato dall'angolo. Ugualmente, verificato che gli animi si erano riscaldati, non solo per l'evento agonistico, doveva correre ai riparti dando precise disposizioni al responsabile del servizio di sicurezza in maniera che fosse impedito agli estranei ed ai non addetti di avvicinarsi al quadrato. Il Commissario di Riunione ha sicuramente peccato di ingenuità non intervenendo preventivamente quando si sono manifestati i primi segnali di intemperanza. Ha ancora sbagliato quando non si è adoperato in maniera fattiva affinché fosse pronunziato il verdetto ufficiale a fine incontro."

Le decisioni dei giudici vanno rispettate.

Ho una sola domanda: “Perché il maestro Maurizio Zennoni è stato l'unico a non usufruire di una detrazione della pena pari alla sospensione cautelare già scontata?".

 


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