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Bordo Ring

Tyson Fury, uno show Schwarz spazzato via Wilder a inizio 2020…

Sale sul ring vestito da Apollo Creed, a fine match canta per la moglie. Offre un'esibizione di tecnica e potenza

Tyson Fury regala poco meno di cinque minuti di boxe, dentro quel mini show c'è tutto il meglio di questo istrione, pugile simpatico o odioso a seconda della predisposizione di chi lo guarda.
Chiude la sfida contro Tom Schwarz (24-1-0, 16 ko) riuscendo a far vedere in 5:56 di combattimento alcune cose belle.
Il jab sinistro, ad esempio. Per un intero round, il primo, ha portato a scuola il giovane tedesco. Tyson Fury (28-0-1, 20) ne ha tirati quarantacinque in tre minuti, con una percentuale altissima di colpi andati a segno.


L'abilità difensiva nella seconda ripresa quando, appoggiato alle corde, ha schivato per quattro volte con spostamenti da manuale sul tronco per poi ricominciare l'azione con un montante sinistro.
Il cambio di guardia per disorientare l'avversario, nel tentativo (riuscito) di indurlo all'errore.
La rapidità di braccia con cui ha provocato danni seri al fisico e alla psicologia del tedesco. Gancio e montante sinistro in apertura del secondo round, sinistro e destro dritto per il primo knock down.


Schwarz si è tirato su. Gambe molli, il volto trasformato in una maschera di sangue, il naso probabilmente fratturato, si è rimesso in posizione e ha ripreso la sfida.
Tra un sorriso, un'espressione clownesca e qualche parola incomprensibile Tyson Fury lo ha martellato di colpi fino a quando Kenny Bayless, con decisione sacrosanta, non ha interrotto la sfida.


Prima, durante e dopo il britannico aveva arricchito lo spettacolo con il suo consueto comportamento da attore consumato.
Si è presentato vestito come Apollo Creed in Rocky. Cappellone a strisce bianco, rosse e blu compreso.
Negli intervalli si è seduto su uno sgabello extra size, alto il doppio di quello normalmente usato dai pugili all'angolo. Uno sgabellone che ha dovuto essere sottoposto all'autorizzazione dalla Commissione del Nevada.
Alla fine ha intonato, non male neppure come cantante, “I don't want to miss a thing" degli Aerosmith, dedicandola alla moglie che sul ring lo guardava con aria sognante.
Potrei rimanere sveglio
solo per sentirti respirare 
vederti sorridere mentre dormi 
Mentre sei lontana e sognante 
Potrei trascorrere la mia vita
in questa dolce resa 
Potrei rimanere perso
in questo momento per sempre 
Ogni attimo trascorso con te
è un attimo che
custodisco gelosamente.
Tyson Fury ha chiuso il trittico dei pesi massimi e ha dato appuntamento a fine anno (21 settembre o 5 ottobre) per il prossimo match, in attesa della grande sfida contro Deontay Wilder, annunciata per l'inizio del 2020. Sempre che nell'incontro con Luis Ortiz del 26 settembre il campione Wbc non si faccia sorprendere.

Tyson Fury mi ha lasciato negli occhi la leggerezza di un gigante che danza sulle punte e porta colpi con grande velocità. Ha messo via Tom Schwarz con irrisoria facilità, come era giusto che fosse. La differenza era enorme e lui l'ha marcata come da copione.
Stessa cosa ha fatto Deontay Wilder contro Dominic Breazeale, distrutto in pochi secondi da un destro terrificante.
L'unico a uscire dalla sceneggiatura prevista è stato Anthony Joshua, sorprendentemente dominato da Andy Ruiz jr.
Tre match a distanza ravvicinata, tre incontri che in un modo o nell'altro hanno dato una piccola scossa al mondo dei pesi massimi. Ne aveva terribilmente bisogno.

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