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Bordo Ring

Joshua contro Fury trattative e ostacoli dell'evento clou 2021

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I promoter d’accordo, un affare da 200 milioni di sterline. Ecco i problemi che potrebbero far saltare tutto... 

Joshua mette ko Pulev con un magico montante. E adesso Tyson Fury

 

 

AJoshua

 

Il campione e l'allievo. Kubrat Pulev è andato a scuola stanotte. Anthony Joshua gli ha insegnato come si porta il montante, come si schiva con un leggero piegamento il colpo dell'avversario e si rientra con il diretto destro. Gli ha insegnato a gestire il match, senza fretta, senza affanno. Le accelerazioni sono arrivate solo quando erano necessarie, ha tenuto sempre a distanza di sicurezza lo sfidante lasciandogli il permesso per tre diretti destri, gli unici colpi da annotare in favore del bulgaro lungo nove riprese di sofferenza.

Nel terzo round il combattimento si era concluso. Kubrat Pulev, travolto da una serie infinita di Joshua era una navicella in mezzo alla tempesta, cercava un rifugio dove salvarsi, uno scoglio dove ripararsi. E lo trovava sulle corde, le abbracciava, si piegava con il volto che indicava la resa totale. Nel compiere quell'azione girava le spalle ad avversario, arbitro e ring. Era abbandono. Lo dice il regolamento, lo dice l'esperienza, lo dice la realtà. Ma l'arbitro Deon Dwarte deve avere un codice tutto suo, l'abbandono nel libro delle regole del sudafricano non esiste. E allora si è andati avanti.

Non ha certo fatto un favore allo sfidante che poco dopo è stato sollevato da un altro montante destro sparato da un AJ in stato di grazia. E sempre un montante, stavolta nella nona ripresa, ha segnato la fine. Il knock out, la chiusura. È stato un colpo di rara bellezza. Precisione, velocità, corretta impostazione tecnica, giusta scelta di tempo. Un capolavoro. La degna conclusione di una serata meravigliosa per il campione britannico.

Ieri notte Anthony Joshua ha risposto con una grande prestazione agli scettici. Certo, Pulev ha 39 anni e sette mesi. Porta sulle spalle il peso di una lunghissima carriera da dilettante e di una dura avventura tra i professionisti, Ma ha carattere, personalità, solidità fisica. Ecco, allo sfidante va riconosciuto tutto questo. Al campione stavolta va semplicemente un lungo applauso.

AJ ci ha riportato nel pugilato vero, quello fatto di colpi reali, di rischio, rapidità di esecuzione, pugni presi e colpi dati senza nessun regista a gestire lo show. Mike Tyson appartiene al passato, è stato un campione. Quello che fa oggi sono esibizioni. Quella che abbiamo visto stanotte è boxe. È realtà senza finzione, senza una sceneggiatura scritta prima. Le emozioni che ho provato sono nate dal fatto che non sapevo come sarebbe andata a finire, potevo supporlo, ma non saperlo. È questo lo sport, il resto si chiama spettacolo, show business.

E adesso Tyson Fury. Eddie Hearn l'ha detto alla vigilia, il match si farà sicuramente nel 2021. Probabilmente entro giugno. A quel punto sarà una sfida di grande spessore, incerta, avvincente. Dico subito che penso sia Tyson Fury a partire da favorito. Di poco, ma favorito. In ogni caso sarà l'unificazione del mondiale. Da vedere con gioia, emozione, sofferenza e interesse. Grazie ad Anthony Joshua per averci restituito la possibilità di parlare di pugilato. Il trambusto generato dalle simulazioni, sinceramente non mi divertiva più.

RISULTATI - Massimi (mondiale Wba, Wbo, Ibf, Ibo) Anthony Joshua (24-1-0, 109,200 kg) b. Kubrat Pulev (28-2-0, 108,700) ko 9; arbitro: Deon Dwarte (Sudafrica); giudici: Matteo Montella (Italia), Yordan Ezekiev (Bulgaria), Phil Edwards (Gran Bretagna); massimi leggeri (Wbo Internazionale)Lawrence Okolie (15-0, 90,500) b. Nikodem Jezewski (19-1-1, 90,450) kot 2; massimi: Hughie Fury (25-3-0,112,100 ) b. Mariusz Wach (36-7-0, 123,400) p. 10 (100-90, 100-90, 99-91); massimi (vacante Wbc Internazionale) Martin Bakole (16-1-0, 113,780) b. Sergey Kuzmin (15-2-0, 117,100) p. 10 (98-92, 97-93, 96-94); superwelter: Kieron Conway (16-1-1, 71,900) b. Macauley McGowan (14-2-1, 72,380) p. 10 (100-90, 100-89, 100-89); welter: Florian Marku (7-0-1, 66,700) e Jamie Stewart (2-0-1, 66,200) pari 8 (arbitro e giudice unico Marcus McDonnell 76-76); supergallo: Qais Ashfaq (9-1-0, 56,350) b. Ashley Lane (14-10-2, 55,500) kot 7.

Tutto sul mondiale Joshua-Pulev, torna il pubblico a bordo ring

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 Il match event del sabato  a Wembley
 

Spence batte nettamente Garcia ad Arlington

Solo Crawford sulla strada di Errol Spence?

 è stato il match memorabile che poteva essere ma il match fra Errol Spence Jr e Danny Garcia ha chiarito alcune cose. La prima è che Spence ha superato brillantemente i postumi dello spaventoso incidente d'auto dello scorso anno, la seconda che Danny Garcia è un ottimo pugile che però a livello di pesi welter, di fronte ai grandi talenti, non riesce comunque a spuntarla e la terza che togliere agli appassionati e alla boxe un match fra Spence e Terence Crawford (presente a bordo ring) sarebbe un delitto sportivo.

Spence si è dimostrato ancora una volta un pugile estremamente completo e dotato di gran classe. Fra i 147 libbre nessuno può sovrastarlo fisicamente tantomeno Garcia che in fondo viene dai superleggeri dove è stato un vero campione del mondo. Ha una notevole velocità di braccia, fa male, ha un jab destro che è una spada e una intelligenza pugilistica di altissimo livello. E' stato lui a prendere in mano subito l'incontro avanzando con quel jab e facendo un notevole lavoro al corpo. Questo approccio sul piano teorico avrebbe potuto star bene a Garcia che è un incontrista naturale ma essere spesso spinto indietro non lo poneva nella situazione più congeniale perché Garcia preferisce fare il match, lasciare che l'avversario muova le mani, mandarlo a vuoto e rientrare. Spence gli ha tolto quest'arma e non ha quasi mai permesso che comunque Garcia si ponesse nella situazione di poter replicare solidamente.

Al di là di una scelta tattica felice è apparso evidente che Garcia non avesse un piano b e questo è un limite che gli ha impedito  almeno di cercare una soluzione. Spence poi porta colpi da tutte le posizioni, raramente si tratta di colpi isolati, Garcia dal canto suo si è affidato in particolare al gancio destro e il migliore gli è riuscito al volto di Spence al 10° round quando il match era ormai compromesso abbondantemente. Ci si aspettava che Garcia, perso per perso, scatenasse una battaglia assalendo Spence e alzando un ritmo che è stato alto ma non parossistico. Garcia lo ha fatto quasi per onor di firma solo negli ultimi 10 secondi di un match in cui già si era evidenziata la sua frustrazione. Del resto non è facile prendere decisioni rischiose contro un uomo del valore di Spence, tanto più con entrambi gli occhi segnati, ma correre quel rischio era l'unica possibilità di ribaltare l'andamento del match. Attendere che Spence sbagliasse qualcosa per prenderlo d'incontro era come aspettare Godot. Garcia qualche volta ha cercato di lavorare al corpo ma tutte le volte che lo ha fatto Spence ha replicato con lo stesso lavoro moltiplicato per due.

In sostanza ha vinto nettamente l'uomo migliore. Due giudici avevano 116-112 per Spence, il terzo 117-111 che è anche il nostro cartellino. Ma davvero adesso dateci Spence-Crawford per favore.

 

Joe Joyce batte Dubois prima del limite con il solo jab

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Match per fortuna sottratto ai giudici inglesi

Un Conor Benn miglioratissimo domina Formella

Grande resistenza del tedesco a Wembley

Haney ai punti su Gamboa nella noia di un incontro inutile

Troppa sproporzione fisica e Gamboa maturo per chiudere la carriera

 
 

Usyk subisce per due round, poi con velocità e tecnica domina Chisora

Usyk 2

L'uragano Dereck è durato sei minuti, ma ha avuto un impatto devastante.

Ha scosso Alexander Usyk, lo ha costretto a fare appello a tutto il suo orgoglio, alla solidità, alla personalità. L'ucraino ha incassato colpi potenti, poi lentamente ha rialzato la testa. E dal terzo round in poi per Chisora tutto è diventato improvvisamene buio.
Troppo netto il divario di tecnica, di classe. Il talento dell'ex campione dei massimi leggeri era nettamente superiore a quello del rivale. Ha dominato per dieci riprese. In bravura, velocità, saggezza tattica, padronanza del ring. Ha colpito tanto, subendo poco. Ha beffato Chisora in velocità, lo ha disorientato non offrendo mai un bersaglio fisso.
Il britannico dello Zimbabwe si è trovato davanti un fantasma. Ha provato a colpirlo ma, otto volte su dieci, ha trovato il vuoto. E quando è andato a rimettersi in guardia, si è beccato colpi a raffica. Precisi, efficaci. Portati da un rivale che gli è stato nettamente superiore.
Ieri sera alla Wembley Arena dovevano esserci giudici venuti dal wrestling. Perché non posso pensare che quei due signori che hanno dato due soli punti di vantaggio a Usyk fossero gente di pugilato. Una vergogna.
L'ucraino ha vinto nettamente e meritatamente. Ma credo che in questa notte trionfale, il buon Alexander si sia reso conto che la categoria dei pesi massimi sarà decisamente difficile per lui. Anthony Joshua e Tyson Fury non sono Chisora. I loro colpi fanno decisamente più male, hanno maggiore tecnica e sanno tenere il match in modo meno goffo di quanto non abbia fatto in più occasioni Dereck.
A tenere un filo di invisibile speranza per Chisora è stata la possanza fisica. Oltre 17 chili di differenza si sono fatti sentire. Ma davanti a uno squilibrio abissale di talento, non c'è stato nulla da fare. 
Detto questo, chiudo la notte di Wembley triste. Ho assistito a un peccato mortale da parte di un arbitro, mi sono spiacevolmente sorpreso per la comicità di due cartellini di giudici venuti chissà da dove.
Buona domenica a tutti.

RISULTATI - Supergallo (Commonwealth, titolo vacante femminile) Amy Timlin (4-0-1, 54,560 kg) e Carly Skelly (3-0-1, 54,100 kg) pari 10 (96-95, 96-97, 95-95); piuma: Ramla Ali (1-0, 56,500 kg) b Eva Hubmayer (1-1-0, 71,800) p. 6 (60-54, 60-54, 60-54); massimi leggeri (titolo europeo vacante) Tommy McCarthy (17-2-0, 90,350 kg) b Bilal Laggoune (25-2-2, 90,350 kg) MD 12 (114-114, 116-112, 116-113); medi (WBO, titolo vacante femminile) Savannah Marshall (9-0, 72,150 kg) b Hannah Rankin (9-5-0, 71,700 kg) kot 7; leggeri (eliminatoria IBF): George Kambosos (19-0, 60,900) b Lee Selby (28-3-0, 60,900 kg) SD 12 (118-110, 114-115, 116-112); massimi: Oleksandr Usyk (18-0, 13 ko, 98,500 kg) b Dereck Chisora (32-10-0, 23 ko, 115,450 kg) UD 12 (117-112, 115-113, 115-113).

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