di Dario Torromeo
La Corte Arbitrale dello Sport (CAS) ha confermato la decisione del CIO di rimuovere l’International Boxing Association dalla famiglia olimpica.
La Corte ha annunciato di aver respinto l’appello dell’IBA perché l’organizzazione “non ha rispettato le condizioni stabilite dal CIO per il riconoscimento. Non ha aumentato la propria trasparenza e sostenibilità finanziaria, anche attraverso la diversificazione delle entrate. Non ha cambiato il suo processo relativo ad arbitrie giudici per garantirne l’integrità, compreso un periodo di monitoraggio durante le competizioni in vista dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. L’IBA non è riuscita ad attuare misure di riforma della governance, compreso un cambiamento di cultura. La Corte ha stabilito che questi tre elementi hanno giustificato la decisione della Sessione del CIO di revocare il riconoscimento dell’International Boxing Association.”
Davanti al pronunciamento della Corte Arbitrale dello Sport, l’IBA ha respinto ancora una volta ogni addebito mossogli dal Comitato Olimpico Internazionale e avallato dal CAS. Ha poi aggiunto, in un comunicato ufficiale, che…
“ci asterremo da ulteriori commenti fino a quando il lodo CAS non sarà stato analizzato in modo approfondito dai nostri esperti legali per trarre una conclusione, nel caso in cui l’organizzazione decidesse di appellarsi al Tribunale Federale Svizzero”.
Sull’argomento è intervenuto anche il Comitato Olimpico Internazionale che suo sito ufficiale ha scritto tra l’altro…
“A causa dell’universalità e dell’elevata inclusività sociale della boxe, il CIO desidera che continui a essere presente nel programma dei Giochi Olimpici.Sfortunatamente, questo non è certo per i Giochi Olimpici LA 2028 perché, per motivi di governance, il CIO non è in grado di organizzare un altro torneo olimpico di boxe. Per mantenere il pugilato nel programma olimpico, il CIO ha bisogno di una Federazione Internazionale riconosciuta e affidabile come partner, come per tutti gli altri sport olimpici. La creazione di una tale Federazione, che rispetti le condizioni di riconoscimento del CIO, è ora nelle mani delle Federazioni Nazionali di Pugilato e dei loro Comitati Olimpici Nazionali (NOC).
Ogni Federazione Nazionale di Pugilato e ogni NOC che vuole che i suoi pugili trasformino i loro sogni olimpici in realtà e vincano medaglie dovrà ora prendere le decisioni necessarie. I NOC e le Federazioni Nazionali di Pugilato hanno quindi nelle loro mani il futuro della boxe olimpica e le azioni richieste non possono essere più chiare. Al momento la boxe non è nel programma sportivo dei Giochi Olimpici LA28. Per porre rimedio a questo problema, il CIO deve avere una Federazione Internazionale partner per il pugilato entro l’inizio del 2025”.
La situazione si complica sempre di più. L’appello alle Federazioni Nazionali, già fatto in passato, ha finora dato risultati deludenti.
Un esempio che ci riguarda.
Ammettiamo che il CONI suggerisca alla Federazione Pugilistica Italiana di uscire dall’IBA, la FPI si troverebbe davanti a un doppio problema.
- Quante saranno le Federazioni Nazionali che prenderanno la stessa decisione?
- Ammesso che il numero di neo affiliate crescesse sino a diventare consistente, quale tipo di attività si potrebbe garantire ai pugili nel quadriennio che va da un’Olimpiade all’altra?
Da oggi sino alla fine dell’anno, sono in calendario…
- Europei Youth uomini/donne (fino al 15 aprile a Porec, Croazia)
- Europei Elite uomini/donne (15-29 aprile a Belgrado, Serbia)
- Europei Junior (19-30 giugno a Sarajevo, Bosnia&Erzegovina)
- Europei Schoolboys e Schoolgirls (luglio ad Assisi, Italia)
- Mondiali donne (ottobre ad Astana, Kazakistan)
- Mondiali Youth uomini e donne (20 ottobre-6 novembre, a Porec, Croazia)
- Mondiali uomini (novembre, data e sedi da stabilire)
Al momento c’è una sola possibile candidata alla successione dell’IBA. Si chiama World Boxing, è nata un anno fa e punta ad essere riconosciuta come Federazione Internazionale, autorizzata a gestire il pugilato ai Giochi Olimpici.
In un comunicato stampa ha precisato la sua posizione.
“La decisione del CAS e i commenti del CIO inviano un messaggio chiaro e inequivocabile a tutte le Federazioni Nazionali, se vogliono che i pugili del loro Paese abbiano l’opportunità di continuare a competere ai futuri Giochi Olimpici, devono sostenere e cercare di unirsi al World Boxing, che è l’ultima speranza rimasta affinché lo sport mantenga il suo status di sport olimpico dopo Parigi 2024.
Qualsiasi Federazione Nazionale o NOC che continui a pensare che i suoi pugili avranno un futuro olimpico altrove e senza aderire al World Boxing sta commettendo un grave errore che sarà rovinoso per lo sport ed estremamente dannoso per i suoi pugili”.
La federazione World Boxing ha presentato in questi giorni un piano strategico 2024-2028. Un approccio senza lampi. L’organizzazione, in un momento così delicato, ha confermato le sue carenze.
- Scarsa disponibilità economica per gestire un movimento fuori dalle Olimpiadi. Il punto di partenza strategico finanziario del World Boxing, che dovrebbe tenere conto del pericolo di esclusione olimpica e di altre potenziali situazioni negative (ad esempio, COVID), è quello di avere un minimo di 1 milione di euro di riserve in ogni momento in modo da mitigare eventuali circostanze negative che potrebbero influenzare l’organizzazione. Le entrate e le spese previste si aggireranno tra i 2 ed i 5 milioni di euro l’anno. Tuttavia, qualora i Giochi Olimpici non si svolgessero e l’assistenza finanziaria venisse quindi ridotta, si stima che la spesa dovrebbe diminuire da 500.000 euro a un milione di euro all’anno. (tratto dal Piano Strategico2024/2028). L’IBA conta su un accordo biennale con la Gazprom che versa 50 milioni di dollari annui. Il CIO ha raccomandato l’interruzione del rapporto. “La dipendenza della Federazione Internazionale da una società statale può aumentare preoccupazioni circa la potenziale situazione di conflitto di interessi e di autonomia”.
- Scarsa forza politica. Dopo due anni sono solo 27 le nazioni che hanno aderito alla federazione WB. L’IBA ne conta 204.
- Scarsa capacità di promozione. Credo che solo in pochi, anche tra gli addetti ai lavori, conoscano i programmi, l’organigramma e i progetti della federazione World Boxing. Lo statico sito creato da quasi un anno è la fedele rappresentazione della mancanza di iniziativa e di capacità promozionali dell’Associazione.
Che fare?
Parafrasando un aforisma dello scrittore austriaco Peter F. Drucker, direi che cercare una risposta a questo quesito è come guidare in una strada di campagna, di notte, senza luci e con lo sguardo fisso allo specchietto retrovisore.