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La vita maledetta della “Hiena” che insegue la speranza: Jorge Rodrigo Barrios

di Gualtiero Becchetti


BarriosCintura(La "Hiena" all'apice della gloria)

Ha 42 anni la “Hiena”, quel Jorge Rodrigo Barros nato a Tigre, in provincia di Buenos Aires e che già dal nome della propria città natale, ad una trentina di chilometri dalla metropoli, aveva quasi un destino tracciato. Passato professionista nel 1996 come peso superpiuma, divenne in breve tempo un idolo del pubblico argentino, il quale non poteva non ammirare un guerriero come lui, che sul ring gettava una carica agonistica, una fame di vittoria, una resistenza al dolore che andavano quasi oltre i limiti dell’umano sino a rasentare la follia, l’insano piacere di soffrire più di quanto qualsiasi suo tifoso avrebbe mai preteso. In pratica, rimase imbattuto per ben sette anni (a parte una squalifica subita contro tal Domine, che poi mise ko al 2° round due mesi dopo, nel 1997). Ci volle un altro “kamikaze” del ring, l’imbattuto brasiliano Acelino Freitas, campione del mondo Wba/Wbo della categoria con 33 vittorie di cui 30 per ko, a costringerlo alla resa per kot al 12° round all’Arena di Miami nel 2004, mentre il match era in perfetta parità, al culmine di una delle più brutali sfide della storia della boxe; chi non l’avesse mai vista, é caldamente consigliato a farlo.
Poi la “Hiena” riprese il cammino, ma forse tanto di sé era rimasto, fisicamente e psicologicamente, tra le sedici corde della Florida. Batté ancora grandi rivali, s’arrampicò sulla cima del mondo nel 2005 sconfiggendo per la corona Wbo, sempre in Florida, lo statunitense Mike Anchondo per kot alla 4^ ripresa e difese la cintura qualche mese dopo, davanti ai connazionali “afecionados” di Cordoba, fulminando il portoricano Victor Santiago in due round e quindi al 1° round, a Los Angeles nel 2006, il magiaro Janos Nagy.
BarriosFreitas(Barrios  e Freitas) 

Poi fu battuto ai punti dal talentuoso dominicano Joan Guzman, il 16 Settembre dello stesso anno a Las Vegas, con una split decision che definire discutibile é poco. Provò ancora a riprendersi la cintura iridata nel frattempo tornata vacante. Erano trascorsi esattamente due anni, ma nella rovente Houston, in Texas, trovò all’angolo opposto quasi la sua fotocopia: il locale guerriero Rocky Juarez, che gli impose il kot all’11^ ripresa, quando le sorti del combattimento pendevano comunque di misura e a maggioranza a suo favore.
Barrios aveva 32 anni. Non molto per la boxe moderna. Ma la sua non era mai stata boxe moderna, bensì una guerra totale condotta con i guantoni alle mani e aveva già speso tanto, tanto…forse troppo. Vinse ancora tre combattimenti, l’ultimo dei quali il 1° ottobre 2010 contro il mancino colombiano Wilson Alcorro, a Corrientes, dove l’Argentina, l’Uruguay e il Paraguay si toccano.
Ma la sua vita era ormai a pezzi…
BarriosCarcere(Jorge Rodrigo Barrios arrestato)

Jorge Rodrigo Barros, infatti, alle 15.30 del 24 gennaio 2010, a Mar del Plata, aveva provocato la morte della ventenne Yamila Vanesa González, al sesto mese di gravidanza, e il ferimento di altre sei persone in un terribile incidente stradale, provocato dall’altissima velocità con cui viaggiava ma, ad aggravare ulteriormente il tragico evento, la successiva fuga…Presentatosi con un avvocato ad una centrale di Polizia alle 23.00, la “Hiena” venne arrestata per omicidio colposo, lesioni gravissime e omissione di soccorso. Nell’aprile 2012 venne riconosciuto colpevole e condannato a quattro anni di carcere, ma pochi giorni, versando una cauzione di 200.000 pesos (circa 6.000 euro), riacquistò la libertà condizionata. Nell’ottobre 2014, la Cámara de Casación di Buenos Aires ridusse di sei mesi la condanna, però stabilì che Barrios avrebbe dovuto passare almeno i ⅔ della pena tra le sbarrre e così avvenne.
La libertà arrivò nel febbraio 2017.
Il mondo cambia rapidamente oggigiorno e la vita di Rodrigo la “Hiena” era addirittura frantumata, quando si ritrovò di nuovo per le strade di Tigre. La famiglia praticamente non esisteva più e la moglie nemmeno in foto voleva vederlo per tante ragioni e quasi tutte dalla sua parte. Il figlio Mauro aveva cominciato a boxare, ma se l’ammirava e rispettava come pugile, non si può dire altrettanto come padre e come uomo. Forse oggi il triste guerriero non ha ancora pace, ma un domani disperso tra fitte nebbie e tanti peccati da scontare.
L’unico momento della vita in cui si é sentito felice e stato quello delle terribili battaglie e delle enormi sofferenze sul ring. Una sola volta é fuggito e ha scelto il momento peggiore per farlo: mentre una ragazza stava morendo sulla strada e tanti feriti le erano accanto.
Pochi giorni fa ha cercato Sergio “Maravilla” Martinez, il campione dei pesi medi che stava crescendo mentre lui stava tramontando. Ora é un promoter e a lui ha chiesto aiuto per tornare lassù, tra le corde.
Ha detto una frase densa di significato, la vecchia “Hiena”: “Nella boxe non c’é mai un’ultima speranza, perché ne esiste sempre un’altra in più”.

BarriosFiglio(La "Hiena oggi, insieme alla "Hienita)

Adesso, se “Maravilla” gli offrirà un braccio al quale appoggiarsi, Barrios dovrà sostenere tutte le visite mediche richieste dalla Federazione Argentina e ricevere una deroga, dal momento che sono passati otto anni dal suo ultimo combattimento. Forse gli verrà concesso, dal Consiglio Direttivo, di provarci ancora e dopo, in ogni caso, saranno i medici a stabilire se egli sia o meno in grado di battersi.
Da tempo, Jorge Rodrigo Barrios si prepara presso il Club Argüello Juniors di Córdoba ma, ricorda Roberto Rilo, presidente della Comisión de Boxeo Profesional, “Una cosa é l’allenamento, ma una cosa molto diversa é salire sul ring”.
Se ci riuscisse, ci sarebbero due Barrios contemporaneamente in attività: Jorge Rodrigo la “Hiena” e Mauro la “Hienita”. Padre e figlio.
Ma non é questo ciò che conta maggiormente, bensì che il feroce, indomito, spericolato guerriero di tanti anni riesca a sconfiggere i propri fantasmi, i propri innumerevoli rimorsi e a ricostruirsi un domani accettabile, proprio ripartendo da quel quadrato intriso di fatica e sofferenze. Il denaro è qualcosa in più, ma poco importante, perché imparagonabile a quello che entrò nelle sue tasche quando lui era “lui”.
Noi ci auguriamo e gli auguriamo che, insieme a “Maravilla”, riesca nell’intento di sentirsi ancora per un po’ pugile, purchè il prezzo da pagare non sia troppo alto e gli faccia voltare pagina.
La vita continua e, come egli ha già ampiamente sperimentato, spesso essa richiede persino più coraggio che attraversare dodici round galleggiando sul dolore.

Ecco. Sarebbe bello se Barrios trovasse finalmente quel coraggio.

https://gualtierobecchetti.wordpress.com/

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