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Olimpiadi azzurre. Dagli ori di Tokyo '64 alla delusione di Rio 2016

A ottobre boxeringweb organizzerà la prima Boxing Hall of Fame Italia in Romagna. Seconda parte della storia dei Giochi

LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI PUBBLICATI SULL'EVENTO  FINO AD OGGI  NELLA RUBRICA HALL OF FAME

 

Tokyo 

di Andrea Bacci*

A Tokio 1964 non si è ancora spento l'eco dei grandiosi successi di Roma 1960. Si parte per il Giappone con una squadra fortissima che può ancora fare il pieno di vittorie e di medaglie.

fernando atzori tokyo 1964

TOKYO 1964
Doppio oro con Atzori e Pinto

Portiamo a casa due ori. Il primo con il piccolo sardo Fernando Atzori nei mosca (foto in alto con il maestro Natalino Rea e Cosimo Pinto, foto sopra con l'oro olimpico), con famosa foto del suo occhio tumefatto che fa il giro del mondo. Atzori in seguito sarà campione europeo da professionista. Il secondo successo arriva con il mediomassimo Cosimo Pinto, sconosciuto alla vigilia, che poi preferirà una serena carriera in banca ai pugni del pugilato. Medaglie di bronzo sono il welter Bertini, il medio Valle e il massimo Bepi Ros, nella cui categoria vince il formidabile americano Joe Frazier. Fa parte della spedizione il peso leggero Bruno Arcari, che però esce di scena per ferita al primo turno contro lo sconosciuto keniano Alex Oudnu. Arcari si rifarà ampiamente da professionista, vincerà il mondiale superleggeri e lo difenderà nove volte.

bambini

CITTA’ DEL MESSICO 1968
Bambini bronzo nei pesi massimi

Nel 1968 in Messico inizia il periodo di grande flessione della nostra boxe a livello olimpico. Ci scappa una sola medaglia, se la aggiudica il massimo Giorgio Bambini (foto sopra) che è bronzo. In semifinale cede senza troppa poesia a George Foreman, che vince l'oro e avrà poi una delle più incredibili carriere della storia del pugilato. Per molti anni la boxe italiana non ha nessuna medaglia olimpica con cui fregiarsi, da Monaco '72 a Montreal '76 sono edizioni grame di soddisfazioni.

oliva

MOSCA 1980
Trionfo di Oliva, oro e Coppa Val Barker

A Mosca 1980 si riprende con il botto: Patrizio Oliva (foto sopra), napoletano di Poggioreale, spinto sul ring dal fratello Mario, buon pugile dilettante, è un superleggero subito paragonato a Nino Benvenuti per il bello stile e la velocità di esecuzione, nonostante non possegga un pugno esattamente da ko. A Mosca si libera facilmente di quattro avversari e in finale trova il sovietico Konakbaev, che un anno prima lo ha battuto per l’europeo dilettanti con un verdetto ingiusto. Ma Oliva, non trema, supera l’avversario tanto da non lasciare dubbi a nessuno. Oltre alla medaglia d'oro gli viene attribuita anche la Coppa Val Barker come miglior pugile del torneo.

Icio

LOS ANGELES 1984
Maurizio Stecca guida un team magico

Nel 1984 parte per Los Angeles un vero e proprio squadrone: il peso gallo Maurizio Stecca (foto sopra), riminese fratello di quel Loris che arriverà anche al mondiale dei supergallo, il napoletano Salvatore Todisco, minimosca, il ravennate Francesco Damiani, supermassimo, due titoli europei e una vittoria nel mondiale ’82 contro Teofilo Stevenson prima di essere battuto da un verdetto scandaloso, il welter foggiano Luciano Bruno, il casertano Angelo Musone, peso massimo.
Bruno pesca in semifinale il favoritissimo Mark Breland, cui viene pronosticata erroneamente una carriera da autentico fenomeno, rivelatasi invece non esaltante anche se alla fine conquisterà due volte il mondiale welter, ed è medaglia di bronzo.
Musone è anch'esso bronzo fermato più dagli scandalosi cartellini dei giudici che dall'americano Tillman, che nelle qualificazioni americane aveva soffiato il posto a un sedicenne chiamato Mike Tyson.
Todisco invece arriva in finale, ma segnato da un durissimo match contro l'africano Mwila ed è argento. Deve infati saltare l’ultima sfida per colpa di un polso fratturato.
Va in finale anche Damiani, che non fatica più di tanto a battere il tanzaniano William Isangura e il britannico Bobby Wells, per poi trovare l’americano Tyrrell Biggs, lo stesso che gli ha portato via ingiustamente la vittoria nel Mondiale e dal quale ha perso qualche tempo prima. Damiani perde ed è argento, poi riuscirà a battere Biggs da professionista.
Maurizio Stecca invece non suda nemmeno per superare quattro avversari e arrivare in finale, dove trova l’ostico messicano Lopez. Il match è equilibrato, anche se l’italiano si fa preferire per la sua velocità di esecuzione. Il risultato è 4-1, Maurizio è oro.
Pensiero finale per Salvatore Todisco, scomparso in un incidente automobilistico alla vigilia delle nozze, mentre viaggiava per raggiungere uno stage dei quadri tecnici della Nazionale.

parisi

SEOUL 1988
Parisi li stende tutti, Nardiello derubato

Nel 1988 a Seoul l’uomo di punta è il calabrese Giovanni Parisi (foto sopra, sul gradino più alto del podio), peso piuma, che su cinque incontri ne termina solamente due ai punti, e in finale batte per ko il romeno Dumitrescu, annientato dai terribili ganci dell’azzurro. In squadra c'è anche il romano Giovanni Nardiello che però paga gli sfacciati favoritismi che ottengono i pugili di casa: succede infatti che debba affrontare nei quarti il modesto Park Sin-Hun e lo domini facilmente per due riprese, amministrando il vantaggio nella terza. La vittoria dell’italiano è chiara come il sole, non per i giudici. Il match si rivela essere il peggior scandalo della nostra boxe olimpica. A Park Si-Hun viene addirittura regalata graziosamente la medaglia d'oro, dopo un match totalmente a favore dell'americano Roy Jones jr. A completare lo scandalo arriva l’assegnazione della Coppa Val Barker a Roy Jones. Nardiello farà una buona carriera professionistica, arrivando a conquistare il mondiale Wbc dei supermedi.

vidoz

SYDNEY 2000
Arriva il bronzo del gigante Vidoz

Dopo i Giochi in Corea, arriva una parziale involuzione del movimento azzurro, e pochissime soddisfazioni sia nel 1992 che nel 1996. Per rivedere un italiano sul podio olimpico bisogna arrivare a Sidney 2000 e al bronzo del friulano Paolo Vidoz (foto sopra, a sinistra) nei supermassimi. Vidoz, diventato famoso perché la madre non voleva facesse questa attività per non farsi male e per non farlo agli altri. Il goriziano in semifinale si inchina all'inglese Audley Harrison.

2004

ATENE 2004
Cammarelle sul podio nei supermassimi

La medaglia di Vidoz fa coppia con quella sempre di bronzo nella stessa categoria ad Atene 2004 di Roberto Cammarelle (foto sopra), fermato in semifinale dal russo Povetkin, mentre non va più in là dei quarti il gitano Michele Di Rocco, favorito alla vigilia nel superleggeri. Ma ormai la strada degli azzurri è ben segnata e per avere grandi soddisfazioni manca davvero pochissimo.

2008

PECHINO 2008
Cammarelle super, Russo argento, Picardi bronzo

A Pechino 2008 ci presentiano con addirittura tre campioni del mondo dilettanti in carica: Roberto Cammarelle (foto sopra, esultante dopo la finale olimpica), Domenico Valentino e Clemente Russo, ma attenzione perché il clima dei Giochi può fare qualche scherzetto: Valentino non entra in zona medaglia, lo fa invece il peso mosca Vincenzo Picardi che chiude con il bronzo. In finale vanno Cammarelle e Russo.
Roberto Cammarelle nei supermassimi ha di fronte il cinese Zhilei che potrebbe essere favorito dai giudici, l’azzurro decide di accelerare i tempi e l'incontro termina al terzo round con l'atleta di casa messo ko e l’oro che vola in Italia.
Clemente Russo nei massimi fa un grande incontro con il russo Rachim Cakchiev, ma cede un pò nel finale, quel tanto che basta alla giuria per negargli la vittoria di stretta misura. Conquista l'argento, prima di avviare una fortunata carriera televisiva di pari passo a quella della boxe.
Dopo questi risultati ci si aspetterebbe che, a partire da Cammarelle e Russo, questa grande nidiata abbia il naturale proseguimento nella boxe professionistica, invece la Federazione si coccola i suoi pupilli e azzera il ricambio.

2012

LONDRA 2012
Cammarelle solo argento, uno scandalo!

Nel 2012 a Londra la nostra boxe continua a puntare sui soliti noti, copertisi di gloria anche a livello mondiale ed europeo. La scelta paga: è vero che Valentino, oro mondiale 2009 in quel di Milano, esce ai quarti, ma nei superleggeri Vincenzo Mangiacapre è fermato solo dal cubano Iglesias in semifinale e vince il bronzo, mentre in finale vanno di nuovo Russo e Cammarelle (foto sopra, dopo lo scippo).
Il campano conferma l'argento perché trova uno più forte di lui, il fenomenale ucraino Oleksandr Usyk, attuale detentore di tutte le cinture iridate nei massimi leggeri.
Il lombardo domina per due riprese Anthony Joshua, nel terzo e ultimo round cede leggermente. Accade però che nella ripresa finale il conteggio per il britannico sembri una mitragliatrice, che gli vengano assegnati pugni che nemmeno ci sono. Il match si chiude in parità (18-18) per numero di colpi validi. E già questo sarebbe assai discutibile. Si va al conteggio complessivo dei colpi andati a segno e Cammarelle è vittima di un verdetto a dir poco casalingo. Meritava l’oro, torna in Italia solo con l'argento. Joshua attualmente è considerato il miglior peso massimo al mondo, detiene i titoli Wba, Ibf, Wbo, Ibo.

2016

RIO DE JANEIRO 2016
Torniamo in Italia a mani vuote…

Nel 2016 a Rio de Janeiro, Valentino vorrebbe riprovarci ma non si qualifica, Cammarelle ha lasciato la boxe, c'è ancora Russo alla quarta Olimpiade, ma stavolta Clemente si ferma ai quarti per mano di Evgeny Tishchenko: il russo a cui verrà poi  regalato l'oro nella finale contro Vasily Levit, che lo aveva letteralmente dominato. Escono presto anche Mangiacapre e Carmine Tomassone, qualificatosi in un singolare torneo pre-olimpico che assegnava qualche posto ai professionisti. Tommasone perde negli ottavi ma a testa alta per mano del fenomeno cubano Iglesias, che andrà a vincere l'oro. Dal Brasile riportiamo più polemiche che vittorie, e il medagliere è per noi sconsolatamente vuoto.

 

L'Italia ai Giochi Olimpici. Da Anversa 1920 a Rjo de Janeiro 2016. 
2. fine (prima puntata pubblicata il 9 agosto)

* Andrea Bacci scrive libri di sport da quasi vent'anni, con una decina di titoli di boxe, soprattutto biografie. I più noti sono "L'ultimo volo dell'Angelo biondo" sulla tragedia di Angelo Jacopucci, "Quell'ultima notte a Las Vegas" sul match Hagler vs Leonard, "Essere Mike Tyson", "Muhammad Ali storia di una rivoluzione", "Sei anni, sei mesi, dieci giorni" su Marvin Hagler, e i venticinque ritratti di "Prima del Limite".

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