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"Bomba" al C.O.N.I: dimissioni irrevocabili del Procuratore Generale!

CataldiGenerale

(Il Gen.le Enrico Cataldi, Procuratore Generale del Coni, con il Pres. Giovanni Malagò)

Ieri mattina, il Gen. Enrico Cataldi ha dato le dimissioni da Procuratore Generale della Procura dello Sport del C.O.N.I. Un gesto clamoroso e significativo da parte di un uomo che ha dedicato la propria vita al servizio dell’Arma dei Carabinieri, distinguendosi per la sua ferma e altamente professionale lotta al terrorismo. Proprio il Presidente dell’Ente, Giovanni Malagò, l’aveva scelto tre anni orsono, quando l'alto graduato era già in pensione, per occupare l’impegnativa poltrona al Palazzo H del C.O.N.I di Roma e per impegnarsi nell’arduo compito di restituire credibilità alla giustizia sportiva, vittima molto spesso degli orientamenti dei giudici nominati nelle varie Federazioni dalla dirigenza delle Federazioni medesime.

Da uomo saggio, specchiato e “tutto d’un pezzo”, il Gen. Cataldi ha consegnato le proprie “IRREVOCABILI” dimissioni nella mani stesse di Malagò, una volta resosi probabilmente e tristemente conto che contro le “lobby” federali la lotta era quasi impossibile. Basti pensare che se un Presidente di una Federazione, ad esempio, viene oggi messo sotto accusa per qualsiasi ragione, ne deve rispondere ad un Procuratore e a dei giudici da egli stesso ha nominato e ai quali garantisce una retribuzione! Tra i tanti punti “oscuri” ai quali il Generale ha cercato di dare trasparenza si trova un po’ di tutto, dalla compra-vendita di voti alle molestie sessuali, dalle spese sospette alle bustarelle sotto banco, ecc.  

Il Gen. Cataldi ha dichiarato che il pres. Giovanni Malagò l’ha pregato di non dimettersi per i tanti procedimenti tuttora in corso anche nel Calcio e con il campionato ormai vicino. L’avversione di molti al tentativo di fare “pulizia” nello sport era stata messa in preventivo sia dal Generale che da Malagò. Eppure, anche un uomo come Cataldi ha dovuto alzare "bandiera bianca" dal momento che, a suo dire, si é alzato un invalicabile muro contro di lui e i suoi collaboratori teso ad evitare qualsiasi rinnovamento e perché la giustizia continuasse ad essere gestita esclusivamente dalle Federazioni, per ovvi motivi. Malinconica la sua nota finale: “Ho dedicato la mia vita alla giustizia seguendo anche casi difficilissimi, ma nello sport l’impresa é superiore al mie forze”.

Chissà perché, la grave e deflagrante decisione del Gen. Enrico Cataldi non stupisce e le sue motivazioni ancora meno...

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