Un paio di settimane fa, il presidente WBC Mauricio Sulaiman aveva trasmesso alla stampa una dichiarazione in cui difendeva il "dopato" Saul Alvarez. Ci aspettavamo che il messaggio non avesse seguito e invece ieri il n°1 Wbc è nuovamente intervenuto con un messaggio che sembra davvero l'inizio di una crociata da parte del suo Ente:
"Sì, Canelo Alzarez è fuori da ogni dubbio il punto di riferimento della boxe messicana. Diciamo che è l'atleta più popolare, in un momento in cui il Messico può vantare diversi altri campioni come Berchelt, Luis Nery, Óscar Valdez, Rey Vargas, Leo Santa Cruz. In quest'ottica non possiamo rimanere insensibili a come è stato trattato dai media e da chi gestisce il suo caso relativo a un paio di test antidoping falliti. Quando uno sportivo è sospettato di doping, la prima cosa da fare e quella di cercare la giustizia. In poche parole, del soggetto bisogna analizzare tutto: il contesto, la sostanza, com'è avvenuta l'assunzione e di che cosa, la storia del pugile. Sappiamo che nel caso di Canelo era clenbuterolo. Vi farò un esempio calzante: nel 2011, 109 giocatori su 208 che erano in Messico ai Mondiali U17 erano positivi a questa sostanza. E ci sono casi nella boxe, come Erik Morales e Francisco 'Bandido' Vargas, che sono risultati positivi al clenbuteroloin misura doppia.Non sono stato deluso dal positività di Canelo, ma dal modo in cui è stato trattato. Il comitato di esperti del WBC crede che si tratti di una contaminazione alimentare. La NSAC, molte televisioni, alcuni promoter, la stampa, i fan e i social network non hanno concesso a Canelo il beneficio del dubbio. E' stato etichettato come un imbroglione e fatto passare per colpevole. Io sostengo che Canelo Álvarez non può essere considerato colpevole di doping, ma di trascuratezza e ignoranza. E' stato annullato un evento che avrebbe fatto bene al pugilato e a tanta gente".