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In libreria la leggenda di Marvin Hagler.Sei anni, 6 mesi.10 giorni

Bacci Marvin Hagler

SEI ANNI, SEI MESI, DIECI GIORNI, scritto da Andrea Bacci ed edito da Ultra, racconta la leggenda e la vita di uno dei grandissimi pugili della storia della boxe, Marvelous Marvin Hagler. Dall'infanzia difficile alla scoperta del pugilato, dai duri inizi di carriera fino all'esplosione e al successo, e poi la seconda vita dopo la boxe con il cinema e l'amore per l'Italia, il libro è un viaggio all'interno di uno personaggio che ha fatto grande uno sport che, con lui e dopo di lui, è inevitabilmente cambiato. E parlare di Hagler è anche parlare di numerosi altri grandissimi campioni, da Thomas Hearns, a Roberto Duran, a Sugar Ray Leonard. Il libro è disponibile in tutta Italia e nelle librerie online.

Ecco un estratto:

Il pugilato è uno degli sport che storicamente è riuscito ad accendere di più la passione e l'attenzione degli spettatori. E' uno sport da combattimento semplice da capire e da guardare, perché riassume in sé l'istinto primario dell'uomo, la necessità di attaccare e difendersi con il solo uso delle mani. Il pugilato ha creato personaggi da letteratura, da trasposizione cinematografica, non solo per la propria spettacolarità ma anche per il paradossale e crudele assioma delle proprie regole e finalità: due uomini sul ring del tutto simili fisicamente, uno che deve prevalere sull'altro con la forza dei suoi pugni ma anche con la superiorità della propria preparazione atletica e dell'intelligenza tattica e tecnica. Il pugilato, richiedendo una forma di preparazione totale, fisica e psicologica, non è solo uno sport ma è un vero e proprio modo di essere, di vivere, di comportarsi. Non si è pugili solo sul ring, ma lo si è sempre, in ogni momento della vita. I pugili, soprattutto quelli migliori, emanano il particolare e perverso fascino del vincitore e del dominatore più che i protagonisti degli altri sport, perché lo fanno attraverso l'uso della violenza e della determinazione, ma sempre all'interno di regole e confini ben definiti. E il pubblico degli spettatori in fin dei conti ama la violenza, ama vedere la lotta dell'uomo sull'uomo, si sente partecipe di quel combattimento in cui ci si deve mettere a nudo non solo con le proprie virtù ma anche vincendo le proprie resistenze, le proprie debolezze, le proprie paure.

Negli anni Settanta e Ottanta, in quella che giustamente è stata definita “l'Età dell'Oro” della boxe mondiale, il pugilato ha dato agli appassionati match strepitosi e protagonisti incredibili. Grandissimi atleti che hanno tenuto tutto il mondo con il fiato sospeso per le loro imprese ed eccitato le folle con i loro match. Primo della lista ovviamente Muhammad Ali, il “Più Grande” per definizione, ma anche senza guardare alla categoria dei pesi massimi abbiamo avuto dei pugili eccezionali, per personalità, tecnica e fascino personale. Pugili che sono ovviamente passati alla leggenda di questo sport, per sempre. Uno di questi in particolare ha raggiunto grande notorietà soprattutto da noi, in Italia, più degli altri, ponendosi in mezzo al bivio come secondo nel trittico di grandissimi personaggi della boxe mondiale, Muhammad Ali prima e Mike Tyson poi.

Marvelous Marvin Hagler, così come da anagrafe americana, perché il soprannome “meraviglioso” era talmente calzante che il diretto interessato lo inserì a tutti gli effetti nel suo nome, è il personaggio di cui stiamo parlando. Hagler è stato uno dei più grandi pugili di ogni tempo. Peso medio naturale, nero, mancino corretto anche in guardia normale, fisico scultoreo e sguardo magnetico, è stato uno dei protagonisti dell’ultima éra aurea della boxe mondiale, uno degli ultimi autentici miti mondiali universalmente conosciuti e riconoscibili di questo sport. Notissimo in Italia per avervi combattuto e per avere vaste schiere di ammiratori, proprio nel nostro paese è venuto ad abitare una volta finita la carriera agonistica. Raccontare la sua vita e la sua carriera è raccontare un pugilato mitico, vero, fatto di grandi uomini, di grandi personaggi, di lacrime, sangue e sacrifici, di denaro e titoli mondiali, di fama e gloria a livello mondiale e di un delirio sportivo che poi in seguito la boxe ha avuto solo raramente.

Hagler incarna l'essenza autentica della boxe, che è sport ma è sport da combattimento, lotta per superare l'avversario che ti si para davanti, dimostrando di essere più forte e migliore di lui. E' l'esaltazione della logica della potenza e della determinazione, di un pugilato in cui non si fanno prigionieri e non ci accontenta di arrivare ai punti ma si fa tutto in modo perché l'avversario rimanga sdraiato lì, ai propri piedi, fino al conto di dieci. Uno sport che si fa per denaro, soprattutto per chi come Hagler viene dalla povertà più nera, che si fa per riscatto sociale, ma che si fa perché è l'unica strada per arrivare alla gloria e all'immortalità, come i grandi condottieri di una volta.

Questo libro è l’approfondimento del Marvin Hagler uomo e grandissimo pugile, attraverso la sua vicenda umana e le sue incredibili vittorie e i suoi eccellenti avversari, spesso il meglio del meglio che la boxe poteva produrre in due fantastici decenni come gli anni Settanta e Ottanta. Questo libro è una forma di amarcord per chi quelle vicende l’ha vissute e per chi invece non le ricorda, perché proprio questa forma, il ricordo, è ciò che non deve perdersi di un personaggio così grande e, a tutti gli effetti, Meraviglioso.

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