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La storia infinita di Omar "El Huracan" Narvaez, il "vecchio" pugile che non s'arrende mai

Narvaez

(Omar Narvaez colpisce di sinistro Potapov)

A 42 anni, soprattutto quando si milita in categorie “piccole”, dove lo scatto e la rapidità sono basilari, per un pugile sarebbe saggio appendere i guantoni al chiodo. O almeno quasi sempre sarebbe così…Ma le eccezioni non mancano e a rompere il muro della “normalità” è stavolta una vecchissima conoscenza degli appassionati italiani: l’ex-iridato dei mosca e dei supermosca Omar Narvaez (47-2-2; 25 ko), il formidabile pugile argentino di Chubut, non a caso soprannominato “El Huracan”. La memoria non può non risalire, sportivamente parlando, ad una vita fa, quando affrontò nel 2002 e 2003, rispettivamente a Quartu S.Elena e a Villasimius il nostro Andrea Sarritzu per la cintura Wbo dei mosca. Furono due combattimenti di incredibile intensità, entrambi conclusisi al fotofinish, a testimonianza di quanto valesse il guerriero sardo. La prima volta Narvaez conservò la cintura per split decision, con due cartellini a favore e uno contrario, mentre la seconda i due valorosi protagonisti chiusero in parità, con un punteggio di 115-115, poi 116-112 per il detentore e 115-113 per Andrea.

A tre lustri da quei giorni “El Huracàn” è ancora alla ribalta e sfiderà il sudafricano Zolani Tete (26-3-0; 21 ko)  per il campionato mondiale Wbo dei gallo. Il 29enne mancino, detentore della corona dallo scorso novembre quando ha conseguito il più rapido ko nella storia del pugilato a livello di titolo iridato ai danni di Gonya sul ring di Belfast (11 secondi!), era già stato campione Ibf tra i supermosca nel 2014/15. Le tre sole sconfitte subite in carriera, per mano di  Moruti Mthalane, Juan Alberto Rosas e Roberto Domingo Sosa, risalgono ormai a molti ani orsono e da quel momento in poi s’è aggiudicato 10 match consecutivi (7 per ko).

Il vecchio Narvaez dovrà veramente compiere un miracolo per domare il filiforme mancino sudafricano, alto ben 1mt. e 75. Omar sembrava avere dato per sempre l’addio al ring nel 2014, allorché il niponnico Inoue lo fulminò al 2° round, a Tokio,  ponendo apparentemente fine ad una storia ai vertici mondiali che durava da 12 anni, con ben 31 combattimenti iridati sulle spalle!  Ma poi, come spesso accade, Narvaez ci ha ripensato, perché irresistibile richamo dei guantoni e il carattere di chi non conosce la parola "resa" hanno avuto la meglio. Ha sostenuto pe3rciò tre match vittoriosi e lo scorso 14 Ottobre ha sconfitto  nella semifinale iridata l’imbattuto 27enne russo Nikolai Potapov (17-0-1; 8 ko) per DT alla 7^ ripresa, tra gli applausi della folla di Buenos Aires, per metà esaltata e per metà sorpresa dalla prestazione del suo vecchio idolo.

In Febbraio, in Gran Bretagna, avrà luogo la sfida tra Zolani Tete e Omar Narvaez. Sarebbe bello se la favola dell’argentino con il volto segnato dal tempo e dalla carriera si concludesse bene. Lo meriterebbe. Ha già dichiarato che sarà la sua ultima battaglia. Ma le favole sono una cosa e le leggi del ring un’altra. Probabilmente gli appassionati della Nobile Arte si accontenterebbero di vederlo scendere dal ring a testa alta, integro e senza che si sia fatto troppo male.

Il resto sarebbe tutto un “sovrappiù”….

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