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Manuel Charr e la frottola che avrebbe fatto bene ad evitare

Charr Ustinov

(Charr atterra Ustinov)

 

“Non c’è rosa senza spine”. Il vecchio proverbio sembra adattarsi, in questi giorni, al 33enne massimo Manuel Charr, che sabato scorso a Oberhausen (Germania), ha conquistato il titolo Wba della categoria, battendo il russo Alexander Ustinov all’ottava ripresa. Seppure tutti considerino il britannico Anthony Joshua il vero campione mondiale della sigla, il successo di Charr era stato salutato con entusiasmo ed enfasi e i media tedeschi avevano concesso ampio spazio al ritorno della cintura dei massimi a casa loro, dopo 85 anni di lontananza, cioè da quando Max Schmeilng, ben 85 anni fa, l’aveva indossata per la prima e ultima volta nella storia del pugilato nazionale. Infatti, in coincidenza con il momento trionfale di Charr, vale a dire la “rosa”, le “spine si sono fatte ben presto sentire. Anzi, il neo-campione se le è proprio andate a cercare! Il pugile, giunto in Germania quando aveva cinque anni insieme alla madre e ai fratelli, aveva affermato nell’enfasi del trionfo: “Questa vittoria è un regalo ai miei connazionali tedeschi”. Un errore e una bugia “dalle gambe corte”, dal momento che è ben presto emerso che egli, nato in Libano da padre siriano, non ha affatto la nazionalità tedesca e quando la bugia è emersa, invece di ritornare sui propri passi ha preferito insistitoere, sostenendo che le autorità tedesche gli avevano concesso un passaporto fresco di stampa. Naturalmente non era vero e la faccenda, da una sciocchezza qual era è diventato un caso che ha infastidito parecchia gente. Inevitabile, a questo punto, una repentina e forzata marcia indietro. Manuel Charr ha dovuto pubblicamente scusarsi per l’inutile e sciocca frottola raccontata. “Voglio chiedere scusa al popolo tedesco per avere sostenuto che le autorità mi avevano concesso il passaporto. In questi ultimi due anni mi sono fidato dell’opera e delle dichiarazioni dei miei avvocati che si stavano occupando della procedura. Ora lo farò personalmente e non lascerò ad altri il compito di chiedere la naturalizzazione…”. Che tutto ciò sia curioso e abbastanza improbabile, sembra lampante.

Il pugile, che ha un passato già abbastanza “vivace” sulle spalle, in effetti avrebbe potuto risparmiarsi di raccontare e ribadire una bugia che non poteva che avere “gambe cortissime”.

A fine del prossimo marzo dovrebbe difendere la cintura contro il 44enne portoricano Fres Oquendo e tutto lascia prevedere che contro “cotanto” sfidante vincerà alla grande. Più dello scontato match sarà comunque interessante verificare se il pubblico lo sosterrà ancora come ad Oberhausen, perché gli appassionati di boxe non sempre sopportano che un campione scivoli su stupide bucce di banana.

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