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Dmitrii Bivol: Beterbiev è il più duro avversario mai incontrato, ma io devo fare la storia

Le cose si stanno surriscaldando tra Dimitry Bivol e Artur Beterbiev mentre i due campioni si preparano a darsi battaglia il 1° giugno a Riyadh in quello che sarà l'evento più importante nella storia dei mediomassimi del nuovo millennio.
Beterbiev ha detto una frase che nessuno ha saputo interpretare "Bivol sa bene che vincerò io".
Boxing Social si è rivolto al campione Wba chiedendogli a cosa si riferisse cosa il 39enne russo-canadese.

Bivol Speed bag
Il kirghiso residente in California ha risposto :
- Davvero non so a cosa si riferisse. Io non ho parlato con lui da tempo quindi è a lui che dovete rivolgervi. Per quanto mi riguarda posso confermare che si tratta dell'avversario più pericoloso della mia carriera, ma lui possiede tre cinture che io voglio.

Sto solo cercando di fare la mia storia. Voglio incidere sulla saga dei mediomassimi con una vittoria memorabile. Questa è la mia grande occasione e farò di tutto per coglierla-

La sfida passerà agli annali come la riunificazione più importante subito dopo quella dei pesi massimi. Entrambi imbattuti finora sul ring. Le recenti vittorie di Bivol sono arrivate contro Lyndon Arthur, Gilberto Ramirez e Saul 'Canelo' Alvarez mentre Beterbiev ha battuto un trio di inglesi Callum Smith, Callum Johnson e Anthony Yarde.

La boxe sul palcoscenico sabato a Forlì. Al Teatro Piccolo "PUGNI PESANTI"

PUGNI PESANTI  leve  contro la guerra

 

Sabato 20 Aprile ore 21

La boxe e il coraggio sul palcoscenico del TEATRO PICCOLO  in Via Cerchia 98 a Forlì. Riscrittura  del racconto breve "Ultimo round a Tripoli" di F. Dell'Amore.

Seconda Guerra Mondiale. Anselmo Mambelli, figlio di contadini della campagna forlivese, è proiettato nell’immane tragedia nel 1942, della seconda battaglia di El Alamein, in Egitto. Questa battaglia venne vissuta da ben 56.000 italiani, o come protagonisti o come testimoni. Anselmo diventa un eroe grazie alla sua grinta, tipica di un pugile come lui. Ѐ abituato a combattere, ma sul ring.

Denis Campitelli interpreta la figura di Anselmo in modo superbo regalandoci dal palco momenti struggenti e drammatici per trasmettere il senso più profondo dell’annichilimento dell’individuo, vittima di una guerra totale e assurda. Quando si combatte non si saluta l’avversario, non gli si stringe la mano, non esiste l’incontro: l’unica regola è vincere o sopravvivere allo scontro.

Il racconto di un ragazzo italiano che grazie alla passione per la boxe, riuscì a sopravvivere agli orrori della guerra. è  coinvolgente e ricco di riferimenti storici . Il quel luogo dimenticato da Dio chiamato El Alamein, la terra continua a girare intorno al sole ma il tempo viene scandito dal ritmo dell'artiglieria". Regia di Alberto Grilli , Costumi di  Angela  Pezzi,  luci  di Marcello D'Agostino

Una ’incredibile storia vera,  tratta da un   libro di Flavio Dell’Amore.

 

 

 

 

Europei, la FPI: “Italia senza Team Leader". Un giornalista: “Sono io"

Buffo.jpg

 

di Dario Torromeo

C’è o non c’è?
Mistero buffo a Belgrado.
I fatti.
Europei Elite di pugilato uomini e donne.

Il comunicato ufficiale della FPI. Diciotto componenti della squadra, non c'è il Team Leader


11 aprile
La Federazione Pugilistica Italiana annuncia la delegazione azzurra. Non c’è il Team Leader. Chiamo la FPI, chiedo. Mi rispondono che ancora non è stato comunicato.
Scrivo.
La FPI nella comunicazione sul suo sito ha fornito i nomi degli atleti, quelli degli allenatori e del fisioterapista. Non ha ancora ufficializzato quello del Team Leader.

La squadra azzurra nella foto ufficiale della FPI

15 aprile
La squadra oramai è in Serbia, sede della competizione. Rinnovo la domanda alla FPI. Stavolta la risposta è precisa.
“Il Team Leader non c’è”.
Scrivo.
L’Italia è agli Europei senza un team leader, cioè senza una persona che rappresenti la Federazione non solo a livello di immagine, ma anche e soprattutto a livello operativo. Non mi ricordo sia mai accaduto per Europei, Mondiali, Olimpiadi. Ma sono anziano e ormai non mi fido più della mia memoria.

Una parte dell'articolo pubblicato su DataSport

17 aprile
Alle ore 21:04 viene pubblicato su DataSport (racconta lo sport in diretta, 24h su 24h) un servizio sugli Europei di pugilato maschili e femminili. Nel finale dell’articolo, il giornalista che firma il servizio da Belgrado scrive testualmente:
IL PRESIDENTE HA OFFERTO AL SOTTOSCRITTO IL RUOLO DI TEAM LEADER, ACCETTATO CON ORGOGLIO.
Prima di andare avanti, vorrei sottolineare la natura del ruolo. Il Team Leader rappresenta la Federazione all’interno della competizione. Interviene a nome della Federazione Pugilistica Italiana su eventuali divergenze, tutela la squadra, discute con i dirigenti internazionali portando avanti le ragioni della squadra azzurra. Solitamente è un consigliere federale. Oppure è un grande atleta dello sport che va a rappresentare, come Gigi Riva e Luca Vialli nel calcio. Stavolta è un giornalista. 
Mi chiedo perché questa scelta sia stata tenuta nascosta. 
Ha sbagliato la FPI quando alla mia domanda ha risposto L’Italia è a Belgrado senza un team leader?
E se lo ha fatto, perché lo ha fatto?
O ha sbagliato il firmatario dell’articolo a scrivere quella frase?
Il mistero è buffo, perché si snoda attraverso un’imbarazzante sceneggiatura. Scritta male e recitata peggio.

Gervonta Davis e Shakur Stevenson cercano un accordo ma tutto è nella mani di "Tank".

Ieri Social media in agitazione per uno scontro verbale sulla rete tra i due campioni dei pesi leggeri Gervonta Davis e Shakur Stevenson. Le due star  mancine si sono scambiate frecciatine online, stuzzicando i fan che sognano un incontro di boxe tra i due leader imbattuti.

Stevenson ha risposto a un post di Davis mercoledì su X, dicendo che era pronto a combattere il nativo di Baltimora e che moriva dalla voglia di avere l'opportunità.

Shakur ha scritto :- Possiamo sparare alla dissolvenza ogni volta che sei pronto, muoio dalla voglia di  avere  questa opportunità e di batterti -

"Tank"Davis aveva  postato in precedenza :-Ti ho già battuto, perchè non rifare  la sfida ?  .....

la risposta  di Davis fa riferimento ad una sessione di sparring in cui era stato nettamente superiore a Stevenson. 

Il 26enne Stevenson ha un record di 21-0 nella sua carriera di pugile professionista e molti credono che rappresenti la più grande minaccia per Davis per la sua impenetrabile difesa.

Davis è 29-0 con 27 vittorie per KO, inclusa una vittoria per KO al settimo round su Ryan Garcia un anno fa.

Stevenson ha riconosciuto, però, che spetta a Gervonta Davis realizzare e promuovere la sfida! Questo è un particolare che mette in luce la realtà frustrata di Stevenson, che sa di non avere grande appeal con i tifosi e di non  essere in grado di costruire, anche dal punto promozionale, l'evento.

Davis non combatte dall’aprile 2023 ed è selettivo su chi affrontare. Stevenson ha combattuto sia in aprile che in novembre dello scorso anno ed è ansioso di mettersi alla prova.

Haney: "Ho imparato molto nel match con Lomachenko!"

Devin Haney a sorpresa omaggia un collega!  Non succede spesso che il 25enne di las Vegas professi ammirazione per qualcuno, ma stavolta l'oggetto del suo apprezzamento è un campione universale e ciò non ne intacca quindi la "presunta" autorevolezza.
Haney non ha dimenticato le velenose critiche alla sua vittoria contro Vasily Lomachenko l'anno scorso e ieri ha citato il fuoriclasse ucraino come "docente".

"Ho acquisito molta esperienza e insegnamenti dal match vinto lo scorso anno contro di lui-Ha dichiarato Devin a talkSPORT- Dopo la sfida di Las Vegas mi sono sentito più completo, più abile. Infatti nel combattimento successivo con Prograis ho esibito cose nuove e ho brillato di più. Sabato mi attende un'altra prova molto impegnativa che affronterò con più tranquillità e consapevolezza dei miei mezzi. Non sono davvero preoccupato di ciò che fara' sul ring Garcia".

Come dire: dopo la lezione che mi ha impartito Lomachenko, ora posso battere chiunque...

De La Hoya rassicura: "Garcia è in peso perfetto e in grande forma"

Il promoter Oscar De La Hoya in una dichiararazione alla stampa ha voluto scacciare le voci su eventuali problemi di peso della star di Los Angeles Ryan Garcia.

Come è noto "KingRy" sfiderà il campione Wbc dei s.leggeri Devin Haney sabato notte al Barclays Center di Brooklyn in  New York.

'Nessuna preoccupazione riguardo al peso ,- Ha detto De La Hoya.- E' concentrato al 1000%. Ha lavorato duro negli ultimi due mesi e le sue condizioni sono ottimali . Voglio ricordare che Ryan oggi si trova in una condizione diametralmente opposto a quella dell'aprile 2023 quando fu battuto da Gervonta Davis che risultava più pesante la sera del combattimento. Sabato non ci sarà la clausola di reidratazione quindi la sera del match ognino dei due contendenti sarà nel pieno della sua condizione .Stili diversi, ma il fatto che mHaney e Garcia, da dilettanti si siano affrontati sei volte con tre successi a testa ci dice che si conoscono perfettamente.Sarà una sfida di alto livello , intensa e divertente.Avremo una sala piena , mentre i numeri delle vendite in pay per wiew li sapremo venerdi' Ryan Garcia: è letteralmente come un Tiger Woods. Che vinca o che perda, il denaro lo segue, la pubblicità lo segue. Ecco perché siamo tutti qui: per guardare un grande evento

Kaba parte oggi per il Belgio dove sabato affronterà Vanackere per l’Int.le IBF


Il superleggero bolognese affronterà Antoine Vanackere (21+, 1-)  sul ring di Louvain La Neuve

KABA Arblin PRIMO PIANO

di Maurizio Roveri

Nella boxe le sfide, come nella vita, vanno accettate. Si può vincere, si può perdere. L’importante è voler osare. Possedere le motivazioni giuste per mettersi alla prova. Non accontentarsi dei successi che hai vissuto, poichè quelli fanno parte del passato.

Arblin Kaba - già campione d’Italia dei superleggeri dal maggio 2019 fino al marzo 2022, già detentore del titolo WBC del Mediterraneo nel luglio 2022 - ha 29 anni e non si sente per niente al capolinea.

Ora gli capita una interessante opportunità e l’afferra al volo. Si va a combattere per un titolo.

Il titolo Internazionale IBF.

La valigia è pronta. Oggi si parte per l’estero. Destinazione Belgio. Kaba sabato salirà sul ring di Louvain La Neuve, cittadina del Belgio francofono. Per affrontare il beniamino del territorio della Vallonia, Antoine Vanackère . Che è pugile emergente. Con un record attuale di 21 match vinti e soltanto 1 perduto, che di primo acchito può sollevare una certa impressione…

In realtà, non è niente male neppure la carriera del pugile italiano (17+, 4-, 1 =). 

Il percorso del belga va interpretato. Indubbiamente Vanackère è buon pugile, ha anche 12 match vinti per KOs. Tuttavia, penso che di combattimenti veramente impegnativi e insidiosi (a parte l’incidente di percorso con Ruben Garcia, nel suo unico match perso) ne abbia affrontati uno soltanto: quello che lo vide opposto all’ucraino Nazri Rahimov allo stadio dell’Heysel di Bruxelles il 17 luglio 2021. In palio c’era il titolo IBO Continental dei superleggeri. Si arrivò al decimo round. Vinse il belga ai punti. Verdetto unanime, ma stretto: 95-93 per due giudici, 95-94 per l’altro giudice.  

Tre situazioni potrebbero rendere complicato il percorso di Arblin Kaba in questa sfida in terra belga:  1) Vanackère è mancino. Un southpaw. Ma il suo destro non è semplicemente il jab che si usa per pungere con continuità e per prendere le misure, bensì è un diretto vero e proprio, molto attivo e decisamente solido;  2) Il pugile belga è alto 1,93 e soprattutto ha braccia molto lunghe.  3) Kaba e il suo staff (Paolo Pesci e Olmo Pesci) sono stati contattati poco più di un mese fa per questo match con in palio la cintura Internazionale della IBF, poi è stato raggiunto l’accordo economico (mi risulta sia decisamente buono per Kaba) e conseguentemente il pugile bolognese ha cominciato a preparare la sfida. Nella palestra della Boxe Le Torri. Un mese. Soltanto un mese per preparare un titolo internazionale. Poco tempo. Sarebbe stato necessario qualcosa di più. E’ vero che Olmo Pesci (ottimo preparatore) e Kaba hanno lavorato con bella intensità e senza intoppi. Il pugile bolognese è in forma, ma ovviamente non al cento per cento del rendimento.

Arblin, dopo i cinque combattimenti per i titoli italiani e quello per il WBC del Mediterraneo, stai per prendere una nuova strada. Anche nuove ambizioni?

“Sì, è qualcosa di diverso. Che mi consente di entrare in un territorio che non avevo ancora esplorato. Si possono aprire scenari interessanti. M’incuriosisce e mi stimola. Le motivazioni non mi mancano. Anzi, questa è un’occasione per mostrare quel che valgo”.

Nel senso che ti sei sentito, più o meno recentemente, non tenuto nella dovuta considerazione a livello nazionale?

pppppppolmp.jpgKaba con il preparatore Olmo Pesci

“Io non mi capacito ancora com’è possibile che in questi ultimi anni non mi abbiano mai fatto sfidante ufficiale per il titolo italiano. Quel titolo che ho detenuto per quasi tre anni. Di solito c’è un ranking, e la classifica si scala facendo match, vincendo o comunque facendo buone prestazioni. Se perdi, ci può stare di perdere qualche posizione. Io, dopo quel verdetto del marzo 2022 che mi costò il Tricolore, recuperai andando a conquistare il titolo WBC del Mediterraneo. Successivamente vinsi un altro match, e nel luglio dell’anno scorso accettai con coraggio di affrontare Sandor Martin in un combattimento sulle otto riprese. Lo spagnolo è un fuoriclasse, collocato al numero 1 per la WBC fra i Challengers del campione mondiale Devin Haney e anche posizionato al numero 3 della WBO. Sul ring del Teatro Maggiore di Verbania gli ho tenuto testa per quasi 6 round. Tra novembre e dicembre 2023 ho poi fatto il rientro, vincendo due match”.

Strano, nella graduatoria della FPI dei superleggeri Kaba appare soltanto al sesto posto.

C’è stato un momento in cui sei stato tentato di dire basta, ora smetto?

“No, mai. La forza di un pugile sta nel rimettersi ogni volta in gioco. E così è stato. Ho perso quattro volte in carriera, con pazienza e costanza ho ripreso il filo del discorso e mi sono rimesso in carreggiata. Facendo match duri e sempre più belli. Dimostrando di essere un pugile vero. Pronto ad accettare tutte le sfide. Non sto facendo combattimenti semplici. Tutt’altro. Lo sport è questo. Misurarsi con avversari forti. Spero di continuare a dimostrare d’essere un pugile che può combattere a certi livelli. Ho la fortuna di avere Paolo Pesci come maestro, uno dei migliori d’Italia. E suo figlio Olmo, che è il mio preparatore da tanti anni, ha la mia totale fiducia. Non ha mai sbagliato. Abbiamo lavorato bene anche stavolta, facendo un po’ i salti mortali, poichè abbiamo avuto soltanto un mese per preparare la sfida che mi attende in Belgio. E’ stato fatto un lavoro principalmente sulla tecnica e sulla tattica, sull’impostazione e sui movimenti per affrontare un pugile mancino. E dunque, molte figure con Olmo Pesci. E buoni guanti con Reynier Palmero il superleggero italocubano di Parma, che fisicamente è molto forte”

Hai 29 anni, l’esperienza acquisita in ventun combattimenti, affrontando anche gente dura. Sei nel pieno della maturità. Dunque, c’è tempo per sognare. E il tuo sogno qual è?

“Poter combattere per il titolo Europeo”.

 

Domani in Georgia rientra Adams, ex challenger WBC, contro Villareal

A più di tre anni dalla sua ultima performance  sul ring, l'ex sfidante al titolo mondiale dei pesi super welter  WBC  il californiano Brandon Adams (23-3, 15 KO) torna torna in azione in un match sui  dieci round contro Ismael Villarreal (13-2, 9 KO KO) venerdì sera alla Overtime Elite Arena di Atlanta,  in Georgia.

Adams è stato l'unico pugile ad aver battuto l’attuale campione ad interim WBC dei superwelter  l'ucraino di Los Angeles Serhii Bohachuk in otto round nel marzo 2021.

Adams-Villarreal fa parte di un torneo  a livello dei 69 kg  che vede protagonisti anche Francisco Veron (13-0-1, 10 KO) contro Angel Ruiz (18-2-1, 13 KO)

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