Il superleggero bolognese affronterà Antoine Vanackere (21+, 1-) sul ring di Louvain La Neuve
di Maurizio Roveri
Nella boxe le sfide, come nella vita, vanno accettate. Si può vincere, si può perdere. L’importante è voler osare. Possedere le motivazioni giuste per mettersi alla prova. Non accontentarsi dei successi che hai vissuto, poichè quelli fanno parte del passato.
Arblin Kaba - già campione d’Italia dei superleggeri dal maggio 2019 fino al marzo 2022, già detentore del titolo WBC del Mediterraneo nel luglio 2022 - ha 29 anni e non si sente per niente al capolinea.
Ora gli capita una interessante opportunità e l’afferra al volo. Si va a combattere per un titolo.
Il titolo Internazionale IBF.
La valigia è pronta. Oggi si parte per l’estero. Destinazione Belgio. Kaba sabato salirà sul ring di Louvain La Neuve, cittadina del Belgio francofono. Per affrontare il beniamino del territorio della Vallonia, Antoine Vanackère . Che è pugile emergente. Con un record attuale di 21 match vinti e soltanto 1 perduto, che di primo acchito può sollevare una certa impressione…
In realtà, non è niente male neppure la carriera del pugile italiano (17+, 4-, 1 =).
Il percorso del belga va interpretato. Indubbiamente Vanackère è buon pugile, ha anche 12 match vinti per KOs. Tuttavia, penso che di combattimenti veramente impegnativi e insidiosi (a parte l’incidente di percorso con Ruben Garcia, nel suo unico match perso) ne abbia affrontati uno soltanto: quello che lo vide opposto all’ucraino Nazri Rahimov allo stadio dell’Heysel di Bruxelles il 17 luglio 2021. In palio c’era il titolo IBO Continental dei superleggeri. Si arrivò al decimo round. Vinse il belga ai punti. Verdetto unanime, ma stretto: 95-93 per due giudici, 95-94 per l’altro giudice.
Tre situazioni potrebbero rendere complicato il percorso di Arblin Kaba in questa sfida in terra belga: 1) Vanackère è mancino. Un southpaw. Ma il suo destro non è semplicemente il jab che si usa per pungere con continuità e per prendere le misure, bensì è un diretto vero e proprio, molto attivo e decisamente solido; 2) Il pugile belga è alto 1,93 e soprattutto ha braccia molto lunghe. 3) Kaba e il suo staff (Paolo Pesci e Olmo Pesci) sono stati contattati poco più di un mese fa per questo match con in palio la cintura Internazionale della IBF, poi è stato raggiunto l’accordo economico (mi risulta sia decisamente buono per Kaba) e conseguentemente il pugile bolognese ha cominciato a preparare la sfida. Nella palestra della Boxe Le Torri. Un mese. Soltanto un mese per preparare un titolo internazionale. Poco tempo. Sarebbe stato necessario qualcosa di più. E’ vero che Olmo Pesci (ottimo preparatore) e Kaba hanno lavorato con bella intensità e senza intoppi. Il pugile bolognese è in forma, ma ovviamente non al cento per cento del rendimento.
Arblin, dopo i cinque combattimenti per i titoli italiani e quello per il WBC del Mediterraneo, stai per prendere una nuova strada. Anche nuove ambizioni?
“Sì, è qualcosa di diverso. Che mi consente di entrare in un territorio che non avevo ancora esplorato. Si possono aprire scenari interessanti. M’incuriosisce e mi stimola. Le motivazioni non mi mancano. Anzi, questa è un’occasione per mostrare quel che valgo”.
Nel senso che ti sei sentito, più o meno recentemente, non tenuto nella dovuta considerazione a livello nazionale?
Kaba con il preparatore Olmo Pesci
“Io non mi capacito ancora com’è possibile che in questi ultimi anni non mi abbiano mai fatto sfidante ufficiale per il titolo italiano. Quel titolo che ho detenuto per quasi tre anni. Di solito c’è un ranking, e la classifica si scala facendo match, vincendo o comunque facendo buone prestazioni. Se perdi, ci può stare di perdere qualche posizione. Io, dopo quel verdetto del marzo 2022 che mi costò il Tricolore, recuperai andando a conquistare il titolo WBC del Mediterraneo. Successivamente vinsi un altro match, e nel luglio dell’anno scorso accettai con coraggio di affrontare Sandor Martin in un combattimento sulle otto riprese. Lo spagnolo è un fuoriclasse, collocato al numero 1 per la WBC fra i Challengers del campione mondiale Devin Haney e anche posizionato al numero 3 della WBO. Sul ring del Teatro Maggiore di Verbania gli ho tenuto testa per quasi 6 round. Tra novembre e dicembre 2023 ho poi fatto il rientro, vincendo due match”.
Strano, nella graduatoria della FPI dei superleggeri Kaba appare soltanto al sesto posto.
C’è stato un momento in cui sei stato tentato di dire basta, ora smetto?
“No, mai. La forza di un pugile sta nel rimettersi ogni volta in gioco. E così è stato. Ho perso quattro volte in carriera, con pazienza e costanza ho ripreso il filo del discorso e mi sono rimesso in carreggiata. Facendo match duri e sempre più belli. Dimostrando di essere un pugile vero. Pronto ad accettare tutte le sfide. Non sto facendo combattimenti semplici. Tutt’altro. Lo sport è questo. Misurarsi con avversari forti. Spero di continuare a dimostrare d’essere un pugile che può combattere a certi livelli. Ho la fortuna di avere Paolo Pesci come maestro, uno dei migliori d’Italia. E suo figlio Olmo, che è il mio preparatore da tanti anni, ha la mia totale fiducia. Non ha mai sbagliato. Abbiamo lavorato bene anche stavolta, facendo un po’ i salti mortali, poichè abbiamo avuto soltanto un mese per preparare la sfida che mi attende in Belgio. E’ stato fatto un lavoro principalmente sulla tecnica e sulla tattica, sull’impostazione e sui movimenti per affrontare un pugile mancino. E dunque, molte figure con Olmo Pesci. E buoni guanti con Reynier Palmero il superleggero italocubano di Parma, che fisicamente è molto forte”
Hai 29 anni, l’esperienza acquisita in ventun combattimenti, affrontando anche gente dura. Sei nel pieno della maturità. Dunque, c’è tempo per sognare. E il tuo sogno qual è?
“Poter combattere per il titolo Europeo”.