L'inglese curiosamente rilanciato da una netta sconfitta
La boxe ogni tanto riserva qualche sorpresa, dentro e fuori dal ring. E' il caso di quanto avviene con John Ryder, supermedio inglese che, dato in pasto a Canelo Alvarez nella sua tana di Zapopan, Messico, se l'è invece cavata con dignità arrivando a resistere 12 riprese contro ogni pronostico. Gli inglesi ci inzupparono il pane, anche troppo, perché in fondo Ryder aveva sì resistito ma era andato a terra e vinto due riprese sole su 12 per due giudici su tre, per il terzo neanche quelle. Ora, come premio per quella resistenza inattesa, Ryder ha avuto l'incontro con un altro messicano, Jaime Munguia, in ascesa a differenza di un Canelo che sembra un po' in discesa. E non è che Ryder sia un collaudatore qualsiasi, di quelli che vengono chiamati due settimane su tre proprio perché si lasciano battere, ma un pugile di fascia alta. Nella classifica del Transnational Boxing Rankings Board Ryder è il numero 5, ha davanti il campione del mondo Alvarez e 4 altri pugili. Munguia non compare ancora nella stessa classifica ma solo perché il suo debutto fra i supermedi è stato contro l'ucraino Derevyanchenko, anch'egli debuttante nella categoria e quindi non classificato.
Ryder da peso medio sembrava destinato a una carriera limitata a livello titolo britannico o tutt'al più europeo ma il passaggio fra i supermedi gli ha cambiato la carriera. E' curioso che proprio un'altra sconfitta, quella però probabilmente immeritata contro il connazionale Callum Smith, ne abbia rilanciato le ambizioni. Ma è doveroso anche dire che è stata una vittoria vista solo dagli inglesi, quella contro un declinante Daniel Jacobs, a spalancargli le porte di un match contro Canelo. Munguia, 27 anni contro i 35 del mancino Ryder, ha una carriera simile a quella di Canelo, cominciata molto presto e con ben 42 vittorie su altrettanti incontri ma Canelo alla sua età era già uno che andava raccogliendo titoli a desta e a manca. Salito progressivamente dai superwelter ai supermedi, Munguia impressiona per la sua fluidità, velocità e potenza ma è onesto dire che il primo avversario di livello mondiale da lui incontrato è stato proprio Derevyanchenko nel più bel match del 2023, match che ha vinto perché ha messo a terra l'ucraino nell'ultimo round. Senza quell'atterramento Munguia avrebbe perduto di stretta misura ai punti invece di prevalere con lo stesso risultato. Il problema di Munguia è che ha sempre preso troppi colpi che, per ora, incassa bene, ma sulla difesa dovrebbe ancora lavorare.
Ryder è un pugile che, handicappato da un'altezza che lo penalizza contro pari peso come ad esempio Munguia, cerca di stare addosso all'avversario ed ha il carattere del cagnolino che morde le caviglie incessantemente e che non è facile scrollarsi di dosso. Ha una buona cifra tecnica ma, a differenza di Derevyanchenko, non ha una potenza sufficiente per scalfire la resistenza di Munguia. Il pronostico non può che essere per il messicano ed è possibile anche una conclusione prima del limite. A meno che Ryder non tiri fuori un'altra prestazione superiore alle attese il che potrebbe rendere questo match più equilibrato di quanto non sia effettivamente stato quello con Alvarez.