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La Rai oscura la boxe dopo 62 anni di successi

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Per la Tv di stato non c'è spazio per il pugilato

È finito dopo sessantadue anni il matrimonio tra pugilato e Rai Radiotelevisione Italiana. Il divorzio, con decisione unilaterale dell’Emittente di Stato, ora è diventato ufficiale.

A nostra precisa domanda (“Vi è stato comunicato ufficialmente, tramite la segreteria del Direttore Responsabile di RaiSport, che il pugilato non sarà più inserito in palinsesto?”), la Lega Pro ha risposto:

Confermiamo che dai recenti colloqui intercorsi con l'ufficio acquisizione diritti sportivi della Rai Radio Televisione Italiana è emerso un recente taglio del budget che non consente alla stessa di acquisire gli eventi di pugilato, sia pro che dilettantistici.

Segreteria Generale Lega Pro Boxe


E pensare che la prima telecronaca sportiva RAI con sonoro che risulta conservata nelle teche è proprio quella di un match di pugilato: diretta per la quarta difesa del titolo europeo dei leggeri di Duilio Loi contro il francese Seraphin Ferrer a Milano, sabato 26 novembre 1955 con inizio alle ore  22:30. L'attesa per la sfida era grande e la SIS aveva pagato una borsa principesca all’algerino di Parigi. La società organizzatrice concesse alla Rai la diretta televisiva mediante un versamento di due milioni di lire da parte dell'Ente. La direzione della Rai, come scriveva La Stampa: “si è formalmente impegnata a versare uguale somma per le prossime riunioni pugilistiche, anche di minore importanza, organizzate dalla S.I.S. L'accordo è stato raggiunto dopo lunghe e laboriose trattative”

La serata televisiva, dopo il Telegiornale delle 20:30, aveva avuto inizio con "Lascia o raddoppia?". A seguire, alle 21:30, la terza puntata dello sceneggiato "Piccole donne" e finalmente alle 22:30 l'atteso match di pugilato con la telecronaca di Carlo Bacarelli, primo telecronista della storia Rai avendo commentato anche la prima partita di calcio: Juventus-Milan 1-7 del 5 febbraio 1950, e la prima della nazionale di calcio: Italia-Cecoslovacchia del 13 dicembre 1953.

Da notare il linguaggio usato, con parole come "cavea" in riferimento alla sede dell'incontro ("nella grande cavea del palazzo dello sport di Milano"), e "foga belluina" ("è in palio una lotta decisa tra la razionalità di Duilio Loi e la foga belluina di Seraphin Ferrer"). Anche il ritmo del racconto è molto particolare. Bacarelli infatti parla soprattutto tra un round e l'altro, quasi mai durante il combattimento. Il match, disputato in 15 riprese, fu vinto come da pronostico da Loi.

Sotto potete seguire alcune fasi di quell’incontro in un video meritoriamente inserito su YouTube da Lucio Celletti per Archelogiadellosport, con la telecronaca originale di Carlo Bacarelli, il tutto tratto da una videocassetta commentata da Claudio Ferretti. Come noterete, lo specifica del resto lo stesso Ferretti, la telecronaca non è in sincrono con le immagini visto che i commenti di Bacarelli sono in realtà tra una ripresa e l'altra. L'annunciatrice che vedete all’inizio è Nives Zegna. Come ci ricorda l'amico Cesare Borrometi, uno dei più grandi esperti di storia della Tv italiana, l'annuncio, purtroppo conservato senza audio, dovrebbe essere del 1962 quando durante la Fiera Campionaria di Milano la Rai trasmise al mattino, per valorizzare il Secondo Canale, vecchie telecronache sportive (visibili solo in Lombardia), che venivano introdotte da Nives Zegna o Maria Grazia Picchetti. La futura moglie di Gino Rancati nel 1955 non era ancora in Rai: sarebbe diventata Miss Italia nel 1956 e sarebbe entrata come annunciatrice qualche tempo dopo, per sostituire Marisa Borroni.
La conclusione di Loi vs Ferrer, con il conto alla rovescia di Bacarelli, è invece in sincrono come lo è anche l'ultimo spezzone del match. Non c'è la proclamazione del vincitore, non sappiamo se perchè all'epoca non fu trasmessa o se per altri motivi. Resta comunque, anche senza quell'annuncio, un eccezionale documento di storia sportiva televisiva degli archivi Rai. Il match fu di rara intensità e nel titolo de “La Boxe nel mondo” è racchiusa l’essenza del duello: “Un grande Ferrer battuto da un grandissimo Loi”.

Tra campionati italiani, europei e mondiali il matrimonio con l’Ente di Stato è durato più di mezzo secolo, avvicendando alti e bassi.

Patrizio Oliva, Gianfranco Rosi, Sumbu Kalambay e Giovanni Parisi hanno rappresentato gli ultimi exploit: dai quattro ai nove milioni di telespettari con vette del 40% di share. Anche i dilettanti nel loro impegno principale, l’Olimpiade, hanno sempre risposto alla grande: attorno ai quattro milioni con il 33% di share per le finali di Londra 2012. Non dimentichiamao che gran parte delle imprese azzurre ai Giochi (15 ori, 16 argenti, 17 bronzi) sono state raccontate proprio dalla Rai negli ultimi 45 anni.

Certo il rapporto si è sfilacciato nel tempo per colpa di entrambe le parti.

Sono diminuiti i personaggi di valore assoluto e quindi è scesa la qualità del prodotto offerto, ma è anche calata l’attenzione della Rai che ha confinato a volte in orari improbabili gli eventi. Sempre su RaiSport e mai più sui tre Canali principali. La trasmissione è stata sempre più limitata nei confini agonistici, mandando in onda solo il match, non proponendo mai il lancio dell’avvenimento con servizi dedicati e limitando al minimo le interviste sino a ridurle quasi a zero.

La boxe ha nobili tradizioni, merita attenzione per il suo passato. Ma anche nel suo presente ha quella spettacolarità che altri eventi non possono offrire. Tagliare qualsiasi rapporto, confinare nel buio assoluto una disciplina come il pugilato è colpa grave soprattutto da parte di un Ente che ha sempre sbandierato la sua funzione di Emittente Pubblica, quindi con precisi doveri di diffusione soprattutto per quelle discipline che non hanno altri spazi promozionali.

Non vogliamo fare confronti, è sempre spiacevole e una sfida al massacro tra i non ammessi al tavolo principale non giova a nessuno. Ma siamo profondamente convinti che sia stato commesso un grave errore.  

Abbiamo provato a metterci in contatto con Gabriele Romagnoli, ma la gentile segretaria ci ha comunicato che per recenti  disposizione aziendali il direttore di Rai Sport non era autorizzato a concedere interviste, se non dietro autorizzazione della Direzione Generale.

Volevamo chiedergli cosa lo avesse portato a queste scelte. Le domande sono rimaste senza un interlocutore a cui poterle rivolgere.

Non ci resta che sottolineare un momento di grande tristezza nello storico rapporto tra pugilato e televisione.

Adesso è dunque ufficiale. Gli abbonati Rai che amano la boxe non avranno più come riferimento l’Emittente di Stato. Verso il pugilato è stato alzato il cartellino rosso. Espulso, senza possibilità di difendersi.

E con Sky orientato verso la programmazione di eventi internazionali di alto livello proposti da Matchroom e Mediaset disinteressata al problema, i confini su cui muoversi sono diventati sempre più angusti. Anche per i dilettanti…

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